Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki ed è probabile che ambienti il romanzo nella sua città natia, anche se ogni metropoli come New York, Nuova Delhi o altro, potrebbero prestare le proprie vie, i propri grattacieli, così i tassisti e gli uomini della manutenzione delle strade alla vita di Klara e il sole.
Prestare?
Sì, perché Klara è un intelligenza artificiale molto sensibile e il negozio dove viene esposta, assieme ad altre AA, si affaccia sulla strada trafficata mostrandole, oltre ai passanti, autisti che lasciano e prendono clienti, una parte del grattacielo governativo, un cartello di divieto di sosta, a cui si affeziona, e di tanto in tanto uomini della manutenzione stradale che interferiscono con l’armonia della vita.
È vita vera quella di Klara?
Il romanzo ci presenta un quesito davvero affascinate, filosofico e antropologico attraverso una semplice e forse abusata domanda: cos’è l’amore? L’amore per se stessi, per i compagni e per Entità misteriose come Dio o gli Dei.
Klara è un modello antecedente ai B3, più evoluti e funzionali, compagni ideali per bambini, ragazzi, figli di donne e uomini benestanti che non possono badare appieno all’esigenze dei figli.
Ma “Lei” è diversa poiché la curiosità di conoscere, il volere comprendere la Vita quella con la V maiuscola la rendono unica.
Accorgendosi della sue capacità la proprietaria del negozio si preoccupa, la sensibilità spiccata dell’androide potrebbe ferirla.
La direttrice conosce bene la voluttà dei ragazzi, soprattuto dei bambini, per Klara essere dimenticata sarebbe terribile.
Incredibile per un androide.
Per il mondo esterno Klara è classificata come intelligenza artificiale B2.
La direttrice sa che non è così.
Giunge il periodo dove Klara è posta, viene fatto a turno, in vetrina e il caso la fa assistere a uno spaccato di realtà che condizionerà il suo modo di pensare e di essere.
Il clochard e il suo cane che vivono accanto alle mura del palazzo governativo in un giorno di pioggia si accasciano restando immobili tanto da apparire morti. Nessuno ci bada, al posto dei due esseri viventi potrebbero esserci due bidoni della spazzatura. L’indifferenza colpisce Klara tanto da scoprire di saper pregare, e lo fa per i due compagni accasciati sotto l’acqua. E accade che, quando il sole si fa spazio illuminando il cane e il suo compagno, la vita dei due riprende a fiorire.
Il sole.
Klara oltre all’indifferenza di certi umani, la direttrice non è così, prende conoscenza di un’entità suprema: il Sole. Lo pregherà spesso e metterà a rischio la propria esistenza incontrando Josie, ragazza dotata affetta da una malattia sconosciuta.
Era dovere di Klara spendersi oltre i limiti per Josie?
L’autore ci invita alla riflessione di cosa sia il sacrificio. Si sceglie di farlo per amore o perché si è stati programmati cosi?
La risposta di Klara merita l’attenzione di noi lettori.
Enzo Calandra