Con l’approssimarsi della festa della mamma, vogliamo ricordare la figura più significativa della nostra vita con questo dipinto di Giuseppe Montanari deglia anni ’30 del secolo scorso che evoca il rapporto tenero e indissolubile che lega una mamma al suo bambino.

Il dipinto La Madre fu acquistato al prezzo di 1.600 lire dall’Amministrazione comunale a seguito della visita del podestà di Varese, Domenico Castelletti, alla mostra personale del pittore, che si tenne nel 1934 presso la Galleria Ars Nova di via del Cairo. L’opera si colloca cronologicamente in un momento cruciale della produzione del pittore e l’acquisto da parte del Comune, documenta i rapporti stretti che intercorsero tra il pittore e i rappresentanti delle istituzioni locali.
Originario di Osimo, Montanari si trasferì ben presto a Milano, dove divenne allievo di Cesare Tallone presso l’Accademia di Brera. Dopo la prima guerra mondiale si stabilì a Varese ma rimase in contatto con gli ambienti culturali più aggiornati, negli anni tra le due guerre aderisce a Novecento Italiano, un movimento artistico di cui l’artista diventa un esponente tra i più significativi. Il Novecento ripropose la centralità della tradizione e della storia, del classicismo e della fedeltà figurativa, del racconto e della celebrazione aulica. Le opere sono caratterizzate da forme plastiche e geometriche e i generi prediletti sono ritratti, nature morte e paesaggi. Lo stile presenta una particolare durezza espressiva, e iconografie semplici ma solenni e monumentali.

Il nostro dipinto si caratterizza per il solido impianto volumetrico delle figure tipico del Novecento ma risente ancora della lezione di Cesare Tallone, per l’uso di un colore morbido, di una stesura fresca, veloce e immediata.
Il cartellino apposto sul retro del telaio certifica il viaggio dell’opera negli Stati Uniti in occasione di un’esposizione a Pittsburgh e avvalora il ruolo di artista cruciale per l’arte italiana cui assurse Montanari durante quella stagione. Il pittore fu chiamato a partecipare a numerose rassegne organizzate Oltreoceano e, almeno per quanto concerne le arti figurative, fu tra i protagonisti del panorama lombardo tra 1920 e 1940, tanto che uno dei suoi capolavori, presentato nel 1926 alla Prima Mostra del Novecento Italiano e intitolato Il pomo – un dipinto che rievoca in chiave moderna l’episodio mitologico di Paride (olio su tela, 1926) – oggi si conserva alla Galleria Nazionale di Ottawa, mentre Sul Ring è al Petit Palais di Parigi, Calciatori è alla Galleria d’Arte Moderna di Roma e Pescatori, dopo aver vinto un premio proprio all’Internazionale di Pittsburgh nel 1930, è confluito nelle raccolte del Comune di Milano.

Cristina Pesaro