Milano – Oltre trentacinque opere dal forte impatto visivo per due differenti ricerche sull’Invisibile attraverso la pittura e la fotografia nella mostra che, da martedì,  si apre a Casa Museo Boschi Di Stefano (con inaugurazione dalle dalle 16 alle 20). Protagoniste le opere di due fra gli artisti più rappresentativi delle proprie rispettive generazioni: Valentino Vago  e Silvio Wolf.

Due distinti percorsi, “Valentino Vago. Figure e orizzonti” e “Silvio Wolf. Prima del Tempo” che si sviluppano attraverso tecniche, materiali e linguaggi differenti  che dialogano su più piani: quello percettivo, cercando una costante interazione con l’osservatore per condurlo oltre il visibile, e quello concettuale, attraverso percorsi collegati tra loro nel continuo rimando a una ricerca metafisica e contemplativa dello spazio e al dissolversi dell’immagine nella luce e nel colore.

Moderno e contemporaneo, pittura e fotografia, “conversano” sulla soglia che collega tra loro ambiti generazionali e disciplinari distinti, riconoscendo la loro identità ed espressione nella visione astratta del reale.

Le mostre

Valentino Vago. Figure e Orizzonti
Una visione essenziale della pittura, un’arte astratta straordinaria e modernissima, mistica e pura, capace di emozionare nella sua costante ricerca dell’Invisibile. La retrospettiva sull’opera di Valentino Vago (1931-2018), inserita nella collana “Visti da Vicino”, prende spunto dai cinque dipinti già presenti nella collezione Boschi Di Stefano per ripercorrere l’evoluzione del suo percorso artistico sviluppatosi attorno a due elementi, la luce e il colore.
La mostra, allestita nelle stanze dell’ex scuola di ceramica di Casa Boschi Di Stefano al piano terra, propone diciannove opere, tutti olii su tela, che testimoniano come la vocazione artistica di uno dei maestri della pittura astratta italiana si sia sempre intrecciata a una ricerca spirituale che lo ha portato a creare un universo poetico straordinario e unico. Il percorso parte dall’opera accademica, Senza Titolo del 1953, in bilico tra figurazione e metafisica, per poi immergersi  nelle formulazioni astratte delle opere  degli anni Sessanta, intense e dalla visibilità silenziosa, perfette nel rappresentare l’Invisibile. Spiccano, tra le opere presenti in mostra, Spazio Solare (1960), pubblicata sulla copertina del pieghevole della mostra presentata da Guido Ballo al Salone Annunciata di Milano nel 1960 e mai più esposta al pubblico, e Orizzonte nero (1965), dove il tema del paesaggio, interiorizzato e mentale, entra nella pittura dell’artista come eliminazione di qualsiasi riferimento figurativo, avvio di un percorso ascetico e visionario che lo porterà a dipinti di grande respiro, diafani e rarefatti. La mostra è inoltre arricchita da documenti, cataloghi, fotografie, disegni inediti oltre a una serie di incisioni che evidenziano il passaggio dalla figurazione all’astrazione.

Silvio Wolf. Prima del Tempo
La mostra, al terzo piano di Casa Museo Boschi di Stefano, presenta quindici opere della serie “Orizzonti” di Wolf, fra i protagonisti indiscussi della ricerca contemporanea intorno alla fotografia astratta.  Gli Orizzonti sono sicuramente uno dei risultati più interessanti della sua ricerca sulle potenzialità linguistiche, percettive e cognitive della fotografia.
Non solo, l’attenta riflessione sul rapporto che l’opera instaura con lo spazio circostante fa sì che lo spettatore sia posto al centro di un’esperienza meditativa e sensoriale. Le opere scelte  dialogano con la forte personalità dello spazio e sono espressione di un’arte che amplifica la dimensione “di ascolto” che l’artista propone a chi osserva le opere.
Il titolo della mostra, “Prima del Tempo”, sottolinea come le opere di questa serie siano immagini pre-fotografiche create dalla luce direttamente sul frammento iniziale della pellicola, prima che essa registri la prima immagine e fuori dal controllo del fotografo. Queste esposizioni non intenzionali sono scritture di luce, immagini non ottiche, che si manifestano sulla superficie foto-sensibile durante il processo di caricamento della macchina e prima dell’inquadratura di alcun soggetto esterno, trasformandosi così in forme e linguaggio nella mente di chi le osserva.

Le mostre, a cura di Luca Pietro Nicoletti, continuerà sino al 5 giugno e sarà visitabile da martedì a domenica dalle 10 alle 17.30.