Fortunatamente, i più, di fronte ad un'opera pittorica, dopo i primi attimi di accettazione o di rifiuto, e a seguito o in precedenza di analisi specifiche, mettono in atto collegamenti con altre forme d'arte.

Ne "La cripta dei cappuccini", Joseph Roth narra di città disabitate e in rovina, ridotte a cumuli di macerie dopo essere state per secoli fervidi centri di scambi commerciali, incontri tra razze diverse, crogiuoli di cultura.
Così appaiono le città nell'affascinante personale di Velasco Vitali, in corso presso la Triennale di Milano e dal titolo "Foresta Rossa. 416 città fantasma nel mondo", a cura di Luca Molinari e Francesco Clerici. Una fantastica e sognante esplorazione su città disabitate.

Come un viaggiatore d'altri tempi, Velasco Vitali nei 100 disegni eseguiti ad acquerello su carta e a olio e inchiostro, traccia, come su fogli di diario, un percorso dai toni surreali e fiabeschi tali da permettere percorrenze cinematografiche e letterarie infinte.

Si rimane incantati di fronte ad interni disabitati, invasi da cumuli di sabbia, a solitarie, gigantesche cisterne intaccate dall'incedere della ruggine, a piscine vuote dove i colori cedono ad una lenta decomposizione, o a rotaie entro le cui tracce sono cresciuti alberi a formare una muta foresta.

Nelle tele di grande formato, tutto si amplifica assumendo toni di silente imponenza, si accentuano i punti di osservazione con cui l'artista ha scrutato quei mondi; colori e segni si alternano nell'evidenziare l'anima di quei luoghi, oggetti o elementi della natura.
La poetica solennità di quelle città pare suggerire un monito: solo lo sguardo può permettersi di indagarle, ogni parola sarebbe superflua.


Velasco Vitali – "Foresta Rossa. 416 città fantasma nel mondo"

Milano, Triennale, V.le Alemagna 6
Fino al 1 settembre
Orari: da martedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30
giovedì dalle 10.30 alle 23.00