Storia e Tradizione Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/storia-e-tradizione/ L'arte della provincia di Varese. Wed, 13 Dec 2023 08:19:59 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Storia e Tradizione Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/storia-e-tradizione/ 32 32 Il Museo Fisogni festeggia il secolo dell’ “A8” https://www.artevarese.com/il-museo-fisogni-festeggia-il-secolo-dell-a8/ https://www.artevarese.com/il-museo-fisogni-festeggia-il-secolo-dell-a8/#respond Thu, 07 Dec 2023 11:07:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72803 Tradate –  Si inaugura l’11 dicembre a Villa Recalcati, la mostra “A8 Cento”, un’esposizione che rientra nell’ambito degli eventi che per tutto il 2024 celebreranno i 100 anni di storia dell’Autostrada A8 “dei Laghi”, considerata fra le prime al mondo, quale collegamento Varese – Milano e inaugurata nel 1924. Tra gli espositori non poteva mancare […]

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Tradate –  Si inaugura l’11 dicembre a Villa Recalcati, la mostra “A8 Cento”, un’esposizione che rientra nell’ambito degli eventi che per tutto il 2024 celebreranno i 100 anni di storia dell’Autostrada A8 “dei Laghi”, considerata fra le prime al mondo, quale collegamento Varese – Milano e inaugurata nel 1924.

Tra gli espositori non poteva mancare il Museo Fisogni che presenta, tra i pezzi più suggestivi in mostra, 11 pompe di benzina antiche provenienti dalla collezione privata che conserva la più grande raccolta al mondo di distributori di carburante storici.

I pezzi allestiti nel percorso sono datati dai primi del ‘900 agli anni ’80 e ripercorrono un secolo di storia della distribuzione della benzina: dai carrelli usati dai farmacisti nel 1910 ai mitici miscelatori per i due tempi.

Una storia, quella del carburante, che si intreccia strettamente con quella dell’Autostrada A8 e dell’evoluzione della viabilità in generale e che testimonia l’evoluzione parallela delle infrastrutture viabilistiche e delle stazioni di servizio, che in pochi decenni passarono dall’essere dei chioschi sulla strada a delle vere e proprie aree strutturate per l’assistenza automobilistica.

La mostra a Villa Recalcati sarà visitabile fino al 1 febbraio dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 17 e il venerdì dalle 9 alle 12.30. Il Museo Fisogni di Tradate è invece visitabile tutti i giorni su prenotazione (www.museo-fisogni.org).

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Collegiata a misura di bambino https://www.artevarese.com/collegiata-a-misura-di-bambino/ https://www.artevarese.com/collegiata-a-misura-di-bambino/#respond Tue, 01 Aug 2023 08:28:26 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71174 Castiglione Ol.-  Un nuovo percorso attende i bambini  nel Complesso della Collegiata: giovedì 10 e 17 agosto (ore 10.30 e 15.30) sarà “SFIDA A TUTTO SESTO! Tanti archi (e nessuna freccia): una visita ricca di sorprese, alla scoperta di costruzioni reali, ma anche di architetture dipinte, create a pennello dal maestro Masolino. I piccoli esploratori […]

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Castiglione Ol.-  Un nuovo percorso attende i bambini  nel Complesso della Collegiata: giovedì 10 e 17 agosto (ore 10.30 e 15.30) sarà “SFIDA A TUTTO SESTO! Tanti archi (e nessuna freccia): una visita ricca di sorprese, alla scoperta di costruzioni reali, ma anche di architetture dipinte, create a pennello dal maestro Masolino. I piccoli esploratori per primi incontreranno gli archi: grandissimi e piccolissimi, spostandosi con le proprie gambe, e a volte  solo con la fantasia. Chi cercherà e ben troverà farà parlare anche i muri. Un viaggio nel tempo e in spazi antichi, fino al laboratorio finale, al fresco dei tigli. Sarà una sfida a tutto sesto per il Sesto Centenario della Collegiata!

Il Percorso con il laboratorio  (durata 1 ora e mezza) è destinato ai bambini da 5 a 10 anni.  Costo: (ingresso, percorso e laboratorio): 6 euro a bambino (adulti 6 euro; biglietto famiglia per 2 adulti + 2 o più bambini 16 euro). Prenotazione obbligatoria scrivendo a: didattica@museocollegiata.it. Per gruppi precostituiti (min. 6 – max 18 bambini) è possibile prenotare il percorso in altri giorni e orari.

Il programma per la sera di giovedì 10 agosto (alle 20.45) prevede la Santa Messa, in occasione di san Lorenzo, il più antico patrono della Collegiata, sorta 600 anni fa sulla chiesa parrocchiale, ormai in rovina, dedicata a questo santo martire. Durante la celebrazione si rinnoverà la suggestiva accensione del faro, antico rito proprio della liturgia ambrosiana, legato alle feste dei martiri, con il fuoco quale simbolo del loro sacrificio: il sacerdote brucerà un “pallone” pieno di bambagia che, con la sua rapida fiammata, evocherà anche il supplizio di san Lorenzo, bruciato sulla graticola nel 258, secondo la tradizione trasmessa da sant’Ambrogio. Ingresso libero.

Infine, il Museo della Collegiata domenica 6 agosto, in occasione della Fiera del Cardinale, sarà aperto con orario continuato, dalle 10 alle 18. Martedì 15 agosto apertura straordinaria  10 – 13/ 15 – 18. Si ricorda che il Museo, nel periodo estivo, è visitabile da mercoledì a domenica 10–13/15–18. Martedì apertura su prenotazione per gruppi  (> 10 persone) Ingresso intero 6 euro; ridotto 4 euro.

 

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Arte per viaggiare https://www.artevarese.com/arte-per-viaggiare/ https://www.artevarese.com/arte-per-viaggiare/#respond Thu, 19 Jan 2023 12:00:20 +0000 https://www.artevarese.com/?p=68751 Castiglione – Per raggiungere coloro che sono lontani dall’”Isola di Toscana in Lombardia”, il Museo della Collegiata inaugura una nuova rubrica social, dal titolo: “Arte per viaggiare: da Castiglione Olona all’Europa e oltre”. Il cuore delle manifestazioni del Sesto Centenario della Collegiata avrà infatti come chiave il rapporto tra Castiglione Olona e l’Europa, grazie alla […]

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Castiglione – Per raggiungere coloro che sono lontani dall’”Isola di Toscana in Lombardia”, il Museo della Collegiata inaugura una nuova rubrica social, dal titolo: “Arte per viaggiare: da Castiglione Olona all’Europa e oltre”.

Il cuore delle manifestazioni del Sesto Centenario della Collegiata avrà infatti come chiave il rapporto tra Castiglione Olona e l’Europa, grazie alla trama di rapporti storici e ideali che possono essere tracciati sulla scia del cardinale Branda Castiglioni e del disegno umanistico al quale 600 anni fa volle dare concretezza nella sua città.

I pensieri di viaggio, trasmessi attraverso twitter, facebook e instagram del Museo, partiranno da opere in chiese, musei e vie dello storico borgo, quale trampolino per volare altrove. Si andrà sui monti con Masolino e poi a Milano, Venezia, Roma, Siena, Lucca, ma anche in Canton Ticino, a Costanza, Brema, Veszprém, Londra, New York…

Si toccheranno mete inaspettate, vicine e lontane, reali e fantastiche, camminando su sentieri di bellezza, tracciati dagli artisti che a Castiglione lavorarono e lungo le vie d’Europa, percorse dal cardinale Branda Castiglioni. Chi vorrà seguire:
https://www.facebook.com/museocollegiata/
https://www.instagram.com/museocollegiata/

Orari visite al museo: da mercoledì a sabato 9.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30; domenica e festivi 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00

Martedì apertura su prenotazione per gruppi. Modalità accesso: prenotazione obbligatoria solo per gruppi (> 10 persone); mascherina raccomandata negli spazi ridotti (Battistero e Museo).

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A Bizzozero la tradizione si fa interattiva https://www.artevarese.com/a-bizzozero-la-tradizione-si-fa-interattiva/ https://www.artevarese.com/a-bizzozero-la-tradizione-si-fa-interattiva/#respond Fri, 06 Jan 2023 09:34:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=68650 Varese – Il presepe vivente di Bizzozero, nato oltre mezzo secolo fa, tradizione portata avanti dalla Comunità Pastorale Beato don Carlo Gnocchi – di cui la storica parrocchia di Bizzozero è divenuta parte -, con la collaborazione di Radio Missione Francescana ed il partenariato del Comune , ha saputo rinnovarsi nel tempo e cambiare pelle […]

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Varese – Il presepe vivente di Bizzozero, nato oltre mezzo secolo fa, tradizione portata avanti dalla Comunità Pastorale Beato don Carlo Gnocchi – di cui la storica parrocchia di Bizzozero è divenuta parte -, con la collaborazione di Radio Missione Francescana ed il partenariato del Comune , ha saputo rinnovarsi nel tempo e cambiare pelle più volte, per adeguarsi alle nuove esigenze della comunicazione ed ai mutati gusti del pubblico. L’edizione di quest’anno, che andrà in scena il pomeriggio di domenica (8 gennaio nell’oratorio e nella piazza di Bizzozero) sarà la più interattiva di sempre.

Si articolerà in due distinti momenti: il primo (dalle 15.30 alle 17) con la visita al villaggio di Betlemme, ricostruito per l’occasione nel cortile dell’oratorio parrocchiale e nell’adiacente piazza S. Evasio dove i visitatori potranno muoversi liberamente, osservando le attività svolte nelle diverse botteghe e ambienti ricostruiti per l’occasione, ma anche interagire con i figuranti, quali il falegname, la canestraia, il panettiere, l’oste, la cuoca, la pellaia, il fattore.
Potranno anche assistere a una lezione scolastica, visitare un’abitazione o l’accampamento romano e le aree giochi: tutto come si svolgeva 2000 anni fa. Un momento in cui un’attenzione particolare è stata riservata ai bambini, che seguendo il percorso proposto potranno realizzare a tappe un piccolo manufatto artigianale e completare una tessera loro riservata.
Dalle 17 alle 18 circa, sarà invece proposto il secondo momento, con la rappresentazione teatrale più “tradizionale”, che avrà come sfondo i diversi ambienti visitati in precedenza dal pubblico.

Tante dunque le novità, ma invariate le motivazioni di oggi rispetto a quelle che spinsero il compianto don Luigi Giudici ad introdurre questa tradizione a metà degli anni ’50 del secolo scorso: creare comunità tra i tanti volontari, offrire alla cittadinanza un momento di aggregazione e ricordare le vere ragioni della festa del Natale. Come ogni anno la realizzazione dell’evento richiede molto impegno e vede coinvolte, a vario titolo, una settantina di persone, tra le quali anche i bambini dell’iniziazione cristiana.

L’accesso all’iniziativa è libero e gratuito, come pure la possibilità di parcheggio sul campo di calcio alle spalle dell’oratorio (da piazza S. Evasio); per chi volesse è possibile contribuire alla raccolta straordinaria di beni alimentari e di prima necessità destinati alla Caritas parrocchiale per offrire sostegno alle famiglie del territorio in difficoltà

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Con Sant’Ambrogio in strada… si fa arte https://www.artevarese.com/con-santambrogio-in-strada-si-fa-arte/ https://www.artevarese.com/con-santambrogio-in-strada-si-fa-arte/#respond Thu, 01 Sep 2022 07:00:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=67064 Varese – Con musica, artigianato, street food, performance e installazioni artistiche torna domenica (4 settembre) Sant’Ambrogio in strada. Dalle 12 alle 20 si animeranno vie, cortili e attività di quartiere con un ricco programma di iniziative. Non mancheranno mostre di artigianato locale a chilometro zero, in collaborazione con Mani Maestre, affermato format nato sempre nel […]

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Varese – Con musica, artigianato, street food, performance e installazioni artistiche torna domenica (4 settembre) Sant’Ambrogio in strada. Dalle 12 alle 20 si animeranno vie, cortili e attività di quartiere con un ricco programma di iniziative. Non mancheranno mostre di artigianato locale a chilometro zero, in collaborazione con Mani Maestre, affermato format nato sempre nel contesto dell’Associazione Coopuf Iniziative Culturali e diventato nel tempo un vero punto di riferimento per hobbisti, artigiani ed artisti vari della provincia di Varese e non solo; durante la giornata ci saranno poi performance e installazioni di artisti affermati a livello locale e di emergenti, oltre ai mercatini delle scuole, momenti teatrali, musica di strada, dj-set e altre iniziative proposte dagli stessi cittadini.

Forti dell’edizione invernale 2021, la stessa cittadinanza e le attività commerciali hanno voglia ed entusiasmo di realizzare la festa. Molti abitanti hanno dato la propria disponibilità ad aprire i cortili e gli spazi privati al fine di ospitare gli stand o le iniziative culturali. Le attività commerciali, come da tradizione, saranno invece protagoniste dell’intrattenimento culinario in particolare; anziché puntare solo su Street Food o proposte simili, l’organizzazione permetterà alle attività di scendere “in strada” per proporre le proprie specialità. Lo stesso faranno i negozi non destinati alla vendita di cibo e bevande, proponendo attività culturali, artistiche e d’intrattenimento.

In occasione della festa verranno chiuse al traffico, dalle 9 alle 20, alcune vie: Sacro Monte, Piazza Milite Ignoto, via Canetta e Baraggia, vicolo Camairago e la fine di via Oriani.

 

 

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“Arte nei cortili” va in piazza https://www.artevarese.com/arte-nei-cortili-va-in-piazza/ https://www.artevarese.com/arte-nei-cortili-va-in-piazza/#respond Sun, 24 Apr 2022 08:00:48 +0000 https://www.artevarese.com/?p=65282 Busto A. – Il Centro Artecultura Bustese compie 45 anni e per l’occasione, festeggia in grande stile. In occasione della ricorrenza, domenica 1 maggio, dalle 10 alle 18, l’ormai tradizionale rassegna Arte nei Cortili, solitamente organizzata nelle corti storiche del centro cittadino, verrà allestita in piazza Vittorio Emanuele II, un’agorà di cultura “en plein air”. […]

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Busto A. – Il Centro Artecultura Bustese compie 45 anni e per l’occasione, festeggia in grande stile. In occasione della ricorrenza, domenica 1 maggio, dalle 10 alle 18, l’ormai tradizionale rassegna Arte nei Cortili, solitamente organizzata nelle corti storiche del centro cittadino, verrà allestita in piazza Vittorio Emanuele II, un’agorà di cultura “en plein air”.
Gli artisti che partecipano alla collettiva sono i soci e gli allievi dei corsi di arti applicate del CAB. Oltre 50 opere di arte visiva saranno esposte a cerchio nello spazio centrale della piazza dove si svolgerano anche tutte le iniziative correlate. Altrettanti elaborati, gli scritti degli allievi del corso di scrittura creativa, potranno essere visionati, letti e commentati con gli autori nel corner “Corte delle parole”.

M. Cristina Limido, Pres. CAB

L’intento della manifestazione è sempre quello di promuovere l’arte negli spazi aperti cittadini, contribuendo a valorizzarla nonchè a sensibilizzare e avvicinare la gente al mondo della creatività e della bellezza.

Ecco il programma:

La piazza sarà suddivisa in 4 “Corner” tematici, all’interno dei quali si svolgeranno le attività. Oltre alla postazione “Corte delle parole”, punto di ritrovo e confronto per gli artisti e i visitatori, con esposizione dei lavori svolti dagli allievi del laboratorio di scrittura, si potranno visitare “Corte Arteviva” dove, dalle 14 alle 17, il pubblico potrà creare un’opera. Chi volesse cimentarsi in piccoli lavori di disegno o pittura qui troverà una indicazione nella “lettura” del proprio elaborato.

Dalle 10 alle 12, nello spazio “Corte della musica”, si potrà assistere alle esibizioni del maestro Nicola Cilento alla fisarmonica. Nuova Busto Musica intratterà invece il pubblico, dalle 15 alle17.

Nella “Corte Officina” si svolgeranno i laboratori: quello dedicato all’acquarello sarà tenuto dall’artista e insegnante CAB Nando Pagani; l’artista e insegnante Dario Zalunardo (dalle 10 alle 12) terrà il corso di Linoleumgrafia e, dalle 10 alle 18 gli appassionati di vetrate artistiche (Tiffany) potranno seguire il laboratorio della docente Antonella Tapella. L’insegnante Sabrina Stefanoni guiderà invece il laboratorio di incisione del legno.

Ed ancora, in contemporanea, alle 11, si esibirà il Coro del Liceo Artistico Candiani di Busto Arsizio diretto dal maestro Andrea Cappellari.
Nel pomeriggio, dalle 16, Performance teatrale ispirata a tre opere di arte visiva a cura degli allievi della Scuola di Teatro “Viandanti Teatranti”

Infine, alle 17.30 lo scrittore (e insegnante CAB) presenterà il suo nuovo libro dal titolo “Libréria, il sussulto dell’indipendenza”.

Il Centro Artecultura Bustese (CAB) è un’associazione costituita il 14 luglio 1977 con lo scopo primario di creare occasioni sempre nuove per far conoscere e diffondere l’arte a tutti i suoi livelli. Se questo ha significato, alle sue origini, organizzare in particolare mostre collettive ed estemporanee per i suoi soci, quasi tutti artisti, quarantacinque anni dopo si conferma una realtà consolidata nel panorama artistico di Busto e dintorni ed una realtà formativa nel campo delle arti applicate. Molto conosciuti e frequentati sono infatti i corsi di pittura, disegno, acquerello, vetrata Tiffany, ceramica e intarsio ligneo.

 

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Storie Restituite https://www.artevarese.com/storie-restituite/ https://www.artevarese.com/storie-restituite/#respond Sat, 19 Mar 2022 10:45:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64825 Bollate (Mi)– Un percorso che testimonia fatti e avvenimenti di un periodo difficile, quello tra il 1943 e il 1945, nella mostra “Storie Restituite” aperta dal 26 marzo al teatro comunale LaBolla. Un’esposizione documentale che ri-porta in luce un “momento” della nostra storia connotato da discriminazioni e repressioni nei confronti di oppositori politici e soprattutto […]

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Bollate (Mi)– Un percorso che testimonia fatti e avvenimenti di un periodo difficile, quello tra il 1943 e il 1945, nella mostra “Storie Restituite” aperta dal 26 marzo al teatro comunale LaBolla. Un’esposizione documentale che ri-porta in luce un “momento” della nostra storia connotato da discriminazioni e repressioni nei confronti di oppositori politici e soprattutto delle comunità ebraiche
L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto storico culturale “La Memoria Restituita”, realizzato dalla Città di Bollate e incentrato sui valori della memoria, della testimonianza e della conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico locale.

Nel percorso espositivo, insieme ai pannelli descrittivi e alle teche contenenti i documenti originali,  sarà anche visibile un docu-film ideato e prodotto dall’Assessorato alla Cultura e Pace (curato da Daniela Palumbo con la regia di Ariel Genovese) che propone testimonianze di deportati nei campi di concentramento. Un racconto toccante che emoziona ad ogni parola.

Nel periodo di apertura, infine, verranno organizzate visite guidate a cura degli studenti dell’Istituto Scolastico Primo Levi di Bollate che faranno da ciceroni.

“Storie Restituite, presentata per la prima volta nel 2020 a Milano alle Gallerie d’Italia, poggia sul patrimonio di documenti sulla persecuzione antisemita custoditi nell’Archivio Storico di Banca Intesa Sanpaolo – che conserva il fondo archivistico EGELI/Cariplo. Oggi il progetto si arricchisce di un nuovo capitolo e attinge a elementi inediti, documenti originali, fotografie e narrazioni provenienti dall’Archivio Storico locale.

Il valore della memoria che si rinnova e tramanda alle nuove generazioni. Spiega l’Assessore alla Cultura e Pace Lucia Albrizio: – “Il nostra obiettivo, attraverso il progetto de La Memoria Restituita  è lasciare una testimonianza concreta di coloro che hanno subito il dramma della deportazione. Raccogliere la memoria dei luoghi e delle persone è importante per tutti, fondamentale soprattutto per le giovani e future generazioni che non hanno vissuto direttamente quei drammi ma che devono sapere e vedere. Possibilmente per non farli accadere più, anche se l’attualità di questi giorni ci dice che non sia così semplice”.

La mostra sarà visitabile sino al 10 aprile. Orari: da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 13 visite guidate riservate alle scuole; da martedì a venerdì, 15 – 17 visite guidate su prenotazione. Sabato e domenica ingresso libero 9.30 -12.30 /14.30 – 17.30. Informazioni e prenotazioni: Biblioteca di Bollate: tel. 02.35005508 – biblioteca.bollate@csbno.net

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“Fagnano tra i Presepi” https://www.artevarese.com/fagnano-tra-i-presepi/ https://www.artevarese.com/fagnano-tra-i-presepi/#respond Sat, 15 Jan 2022 10:00:35 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64062 Fagnano O. – Aurelia Catino, Nicoletta Ferè e Antonio Mauri. Sono questi, rispettivamente i vincitori del concorso “Fagnano tra i Presepi” edizione 2021. I loro lavori sono stati selezionati tra i 23 presepi ammessi alla votazione online, organizzata dalla Pro Loco cittadina. Tra i partecipanti, cittadini, negozianti e associazioni, spicca una presenza che ha destato […]

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Fagnano O. – Aurelia Catino, Nicoletta Ferè e Antonio Mauri. Sono questi, rispettivamente i vincitori del concorso “Fagnano tra i Presepi” edizione 2021. I loro lavori sono stati selezionati tra i 23 presepi ammessi alla votazione online, organizzata dalla Pro Loco cittadina.

Tra i partecipanti, cittadini, negozianti e associazioni, spicca una presenza che ha destato curiosità confermando ancora una volta, quanto l’eco del web possa raggiungere confini infiniti. Si tratta di un lavoro firmato da Francesco Morelli di Amantea, località in provincia di Cosenza.

Nella Sala Camino al Castello Visconteo si è svolta così la cerimonia di premiazione alla presenza del vicepresidente della Pro Loco, Paolo Bossi e dell’assessore alla Cultura, Giuseppe Palomba. Dei tre vincitori Antonio Mauri, terzo classificato, non ha potuto presenziare a causa di un lieve problema di salute.

“Speravamo di potere ringraziare di persona tutti i partecipanti al concorso, – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Palomba – ma la situazione non lo ha consentito. Abbiamo potuto invitare, in presenza, solamente i primi tre classificati per la breve cerimonia”.

Tutti i partecipanti hanno ricevuto, via email, una pergamena a ricordo dell’evento.

 

 

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Un angolo di paradiso vista mare: villa Garnier a Bordighera https://www.artevarese.com/un-angolo-di-paradiso-vista-mare-villa-garnier-a-bordighera/ https://www.artevarese.com/un-angolo-di-paradiso-vista-mare-villa-garnier-a-bordighera/#respond Sat, 02 Oct 2021 07:00:07 +0000 https://www.artevarese.com/?p=62819 Busto A. – Nel 1855 un mazziniano esule a Londra, Giovanni Ruffini, pubblicò “Il Dottor Antonio”, un libro che illustrava la scoperta da parte di un Sir inglese e di sua figlia Lucy di Bordighera, un luogo dove il cielo azzurro, il mare turchino e il verde cangiante della natura formavano come un angolo di […]

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Busto A. – Nel 1855 un mazziniano esule a Londra, Giovanni Ruffini, pubblicò “Il Dottor Antonio”, un libro che illustrava la scoperta da parte di un Sir inglese e di sua figlia Lucy di Bordighera, un luogo dove il cielo azzurro, il mare turchino e il verde cangiante della natura formavano come un angolo di paradiso. Gli inglesi dopo averlo letto arrivarono subito per fermarsi nei mesi lunghi dell’inverno lì amabilmente tiepido, formando un’affollata colonia con tanto di cappella anglicana, biblioteca, banca, British Store, Circolo del Bridge, un Lawn Tennis e fin una clinica per gli adorati animali al seguito.

Non furono però solo gli inglesi a fare di Bordighera una meta prediletta per la villeggiatura invernale; arrivarono presto anche i tedeschi e anzi uno di loro vi costruì un albergo grandiosissimo e lussuosissimo, solo dal nome non rassicurante: “Angst”, che nell’idioma di Germania significa “paura”, “ansia”, ma era anche il cognome del proprietario.
E giunsero pure i vicini francesi, e con che personalità! Tra le prime Charles Garnier, il progettista incomparabile dell’Opéra di Parigi, assurta a simbolo della “grandeur” del Secondo Impero, quello di Napoleone III. Nel 1871, da Mentone dove s’era ritirato per sfuggire ai tumulti della “Commune” parigina, si spinse in carrozza – la ferrovia sarebbe arrivata solo pochi anni dopo – oltre la frontiera e rimase estasiato dalla bellezza intatta del paesaggio di Bordighera con l’antico borgo arroccato in leggera altura e, come cornice, una sontuosa vegetazione che a terrazzi digradava verso il mare infinito. Proprio un luogo ameno come si diceva allora, ideale per chi cercava oltre alla bellezza anche pace e tranquillità; Garnier, preso da questo suggestivo scenario, decise che era il sito perfetto per costruirvi una casa da vacanza per sé e la sua famiglia formata dalla moglie Louise e dal figlio Nino. E così fece.
Senza badare a spese, impiegando i compensi ottenuti nel faraonico cantiera dell’Opéra, acquistò terreni su terreni all’Arziglia, appena fuori dalle mura del paese, e avviò celermente i lavori non solo della casa ma anche del giardino che doveva circondarla. Già nel 1875 la villa era ultimata: non una dimora sontuosa e pomposa, ridondante di statue e ornamenti, ma un edificio scandito da muri bianchissimi appena pausati dalle imposte di color verde-ulivo. Solo una torre, diventata subito modello per le ville della Riviera, indugia in una certa creatività formale alleggerendosi a creare terrazzi panoramici: gli ultimi due si raggiungono con un’aerea scala a chiocciola in ghisa e v’è da immaginare il divertito disagio della salita da parte delle “dames” con le socche lunghe fino ai piedi come allora si usava.

Anche all’interno vige più funzionalità che sontuosità: nessun scenografico scalone, ma ampi saloni con tante finestre così da non far mancare mai il rapporto con la natura e il mare. Alcuni artisti ospiti di Garnier lasciarono poi loro dipinti sulle pareti: Paul Baudry che all’Opéra aveva affrescato il foyer, sul soffitto del salone dipinse due putti un po’ balossi a raffigurare le Arti.
Alle spalle e tutt’intorno come si diceva, Garnier mise a dimora argentei ulivi, aranci, oleandri non rinunciando nemmeno a talune piante esotiche e, ovviamente, alle palme che a Bordighera albergano magnificamente da quando sant’Ampelio ne portò i semi dall’Oriente.

L’architetto, scomparso nel 1898, non potè godere di questo giardino nello splendido ed esuberante rigoglio quale si può ammirare oggi se si va a visitarlo. Lì si è sempre accolti dalla gentilezza e dal sorriso delle Suore di San Giuseppe di Aosta che, dopo vari passaggi, hanno ereditato il complesso diventato un “feriendorf” ideale per chi vuole passare giorni di quiete e di serenità in rapporto stretto con una grande bellezza. La stessa che dovette emozionare anche Claude Monet – ecco un altro grande di Francia – che venuto a Bordighera nel 1884 in alcune tele dipinte “en plein air” fissò come solo lui sapeva fare questo paesaggio strepitoso che ancor oggi riesce a coinvolgere e ad affascinare, soprattutto se lo si ammira da Villa Garnier.

Giuseppe Pacciarotti

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Quando Busto divenne grande? https://www.artevarese.com/quando-busto-divenne-grande/ https://www.artevarese.com/quando-busto-divenne-grande/#respond Wed, 29 Sep 2021 10:00:32 +0000 https://www.artevarese.com/?p=62775 La mancata provincia e la lapide in Sant’Ambrogio Busto Arsizio – Con i suoi 83.563 cittadini (dato al 31/12/2020) è la sesta città della Lombardia per numero di residenti, la prima tra quelle che non hanno il privilegio di essere capoluogo di provincia, pur contando più abitanti di Varese, Cremona, Pavia, Mantova, Lecco e Sondrio. […]

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La mancata provincia e la lapide in Sant’Ambrogio

Busto Arsizio – Con i suoi 83.563 cittadini (dato al 31/12/2020) è la sesta città della Lombardia per numero di residenti, la prima tra quelle che non hanno il privilegio di essere capoluogo di provincia, pur contando più abitanti di Varese, Cremona, Pavia, Mantova, Lecco e Sondrio. Se ci riferiamo all’intero territorio nazionale, Busto è la sessantatreesima città più popolosa, la terza tra quelle non capoluogo, dopo Giugliano e Guidonia.
Eppure i bustocchi, quando il governo Mussolini decise il riordino delle circoscrizioni provinciali, avevano sperato che la loro città potesse essere proclamata capoluogo, accorpando in una nuova provincia alcuni comuni del Circondario di Gallarate, fino ad allora nella Provincia di Milano, con quelli del Circondario di Varese, nella Provincia di Como.
Fu grande la delusione, quando il 6 dicembre 1926 vennero a sapere che il Consiglio dei Ministri aveva elevato Varese a capoluogo provinciale. Molti pensarono che si trattasse di una sorta di vendetta del duce nei loro confronti, per avergli riservato una tiepida accoglienza il 25 ottobre 1924, allorché arrivò in città per inaugurare la nuova stazione ferroviaria. Ben altro entusiasmo, quel giorno, i bustocchi avevano infatti riservato all’arcivescovo di Milano, cardinale Eugenio Tosi, loro concittadino.
Un vero peccato per la città, la cui grandezza industriale avrebbe certamente meritato un formale riconoscimento. Quale parziale consolazione, il governo Mussolini nel 1928 “regalò” a Busto le frazioni di Sacconago e Borsano.
Eppure la città lombarda non fu sempre grande.
La stessa definizione locale di “Büsti Grandi” serve solo a distinguerla dall’altra Busto, la Busto Piccola (Bispiqual), ovvero Busto Garolfo.
Il ruolo di Busto Arsizio, sia in ambito amministrativo sia religioso, è andato crescendo nel corso dei secoli, di pari passo con lo sviluppo delle sue attività artigianali, commerciali e industriali.
Fin dall’Alto Medioevo Busto ricadeva nel Comitato del Seprio, ma dopo la battaglia di Legnano (1176) e la pace di Costanza (1183) crebbe l’influenza di Milano sul territorio, definitivamente attestata in seguito alla distruzione di Castelseprio (1287) da parte di Ottone Visconti.
Una prima testimonianza della crescita bustese fu l’elevazione da locus (luogo) a burgus (borgo), riferita per la prima volta in un documento notarile del 13 dicembre 1243, ma avvenuta presumibilmente già intorno al 1240.
Ai tempi del Ducato di Milano Busto fu investita di un importante privilegio, concesso dal duca Filippo Maria Visconti il 1° aprile 1440: il borgo, con tutta la pieve di Olgiate, fu sottratto alla giurisdizione del Seprio e della Bulgaria e dotato di un proprio podestà. Il privilegio fu poi riconfermato da Francesco Sforza il 22 marzo 1451, anche se i conflitti tra il podestà di Busto e il Capitano del Seprio di Gallarate, in merito all’esercizio dell’autorità sulla pieve di Olgiate Olona, erano destinati a durare a lungo, tanto che ci volle una terza conferma del privilegio, operata da Bianca Maria Visconti e Galeazzo Maria Sforza con lettera del 4 luglio 1467.
L’annosa vicenda del conflitto di competenza fu risolta da Gian Galeazzo Sforza il quale, con una lettera dell’11 maggio 1488 invitava il podestà di Busto e gli uomini del borgo a riconoscere come loro signore e padrone Galeazzo Visconti, al quale il duca aveva concesso il borgo e le pertinenze in feudo, con titolo e dignità di conte, nonché pieno potere di giurisdizione. Busto divenne così contea, staccata dalla diretta amministrazione milanese. Di fatto, però, terminavano anche l’era e l’autonomia comunale.
Nel periodo della Repubblica Cisalpina Busto Arsizio fu capoluogo del X distretto del dipartimento dell’Olona (5 vendemmiale anno VII, corrispondente al 26 settembre 1798), salvo essere poi spostata nel IV distretto, con capoluogo Gallarate (23 fiorile anno IX, ovvero 1801).
Nella ripartizione amministrativa del Regno lombardo-veneto, fu nominata capoluogo del distretto XV (12 febbraio 1816), e successivamente capoluogo del distretto X (23 giugno 1853).
Con l’avvento del Regno d’Italia, divenne capoluogo di mandamento, nel circondario di Gallarate, provincia di Milano. Ma soprattutto fu onorata del titolo di città, con Regio Decreto del 30 ottobre 1864.
Anche le chiese e il clero di Busto per diversi secoli furono dipendenti dalla chiesa plebana di Olgiate Olona, dove si trovava il fonte battesimale. Nel XIV secolo cominciarono i primi segnali di emancipazione, con l’erezione di un fonte battesimale nella chiesa di S. Giovanni. Busto diventò ufficialmente capoluogo della pieve ecclesiastica con decreto dell’arcivescovo Carlo Borromeo in data 4 aprile 1583.
Soppresse le pievi, la diocesi di Milano è oggi suddivisa in zone pastorali e decanati. Quello di Busto Arsizio, nella zona pastorale IV di Rho, comprende unicamente le tredici parrocchie cittadine.
La grandezza di Busto, evidentemente, non è cosa remota, e un dato particolarmente interessante ce lo dimostra: il più antico documento in cui compare il nome della località è più recente rispetto a quelli di altri abitati della zona.
Infatti, fra tutti i documenti ad oggi conosciuti, il nome di Busto Arsizio viene citato per la prima volta in un atto dell’anno 1053, ben più tardi rispetto a Vico Seprio/Castelseprio (715), Peveranza (721), Cairate (737), Legnano (789), Saronno (796), Cislago (807), Lomazzo e Rovate (852) Marnate (892), Carnago e Castiglione Olona (898), Varese e Busto Garolfo (922), Parabiago (963), Sesto Calende (966), Samarate e Lonate Pozzolo (973), Gallarate (974), Solbiate Olona e Solbiate Arno (1017), Castellanza e Fagnano Olona (1045), Gorla Maggiore e Gorla Minore (1046).
Il documento del 1053, in cui compare per la prima volta il nome di “BVSTI”, è un atto di donazione disposto da tale AVGVSTVS LANTERIVS e da sua moglie VVIDA (Guida) a favore dei canonici della basilica di S. Ambrogio a Milano. Tra i beni oggetto della donazione, disseminati in varie località, vi erano i praedia (terre) posseduti in BVSTI, verosimilmente Busto Arsizio, essendo ritenuto non credibile che il termine possa essere riferito alle località di Bustes Carulfi (Busto Garolfo), Busticava (Buscate) o a Bosto.
Il testo dell’atto di donazione non è in formato cartaceo, ma è scolpito sui due lati di una grande lapide marmorea, in origine lapide sepolcrale del benefattore, da diversi secoli conservata in S. Ambrogio.
Su una faccia della pietra è riportato l’elenco dei beni donati ai canonici, sull’altra quello dei beni donati ai monaci benedettini. Entrambi erano officianti in S. Ambrogio, ma spesso in contrasto tra loro tant’è che, come pare, a causa di questa rivalità la Basilica dispone di ben due campanili, quello dei monaci e quello dei canonici.

Della lapide in S. Ambrogio si sono occupati in passato illustri storici, quali Giovan Pietro Puricelli (Ambrosianæ Mediolani Basilicæ ac Monasterii hodie Cistertiensis Monumenta, volumen primum, 1645), Serviliano Latuada (Descrizione di Milano ornata con molti disegni in rame delle Fabbriche più cospicue che si trovano in questa metropoli, tomo quarto, 1751), Giulio Ferrario (Monumenti sacri e profani dell’Imperiale e Reale Basilica di Sant’Ambrogio in Milano, 1824), Giorgio Giulini (Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della Città e campagna di Milano né secoli bassi, vol. II, 1854) e Vincenzo Forcella (Iscrizioni delle chiese e degli altri edifici di Milano dal secolo VIII ai giorni nostri, vol. III, 1890). Questi storici hanno potuto vedere la lapide quando ancora si trovava nella parete destra della cappella del Sacramento, con la parte riguardante Busto rivolta verso la parete e dunque non leggibile.
Oggi la lapide si trova in altro punto della basilica, incastonata in un’apertura della parete perimetrale in modo da poterne leggere entrambe le facciate. Quella su cui è scolpito il nome di “BVSTI” è rivolta all’esterno, ed è protetta da una robusta grata di ferro.
La frase in cui è citata Busto è la seguente:
“Idem vero Lanterius cum Vvida sua uxore contulit ad canonicam huius ipsus ecclesiae sancti Ambrosii tota praedia quae hubuerunt in Comazo, Iuvate, Vigunzuni, Clariani, Muirago, Qnto, Busti, Ugobaido, Lourago…”
La donazione era stata disposta con la clausola che non fosse consentito ad alcun arcivescovo o abate infeudare, vendere o cambiare tali proprietà:
“ita ut nulli unquam archiepiscopo aut abbati liceat ex eis omnibus alicui aliquid inferare vel per libellum aut cambium seu quovis modo alineare”.
L’altra condizione posta dai coniugi ai monaci era quella che “unde ipsi ppetuo sup hoc sepulchru cicendelu accendant“(che sul loro sepolcro tenessero accesa perpetuamente una lampada), e col resto si comprassero le camicie ai religiosi, affinché cantassero l’ufficio per l’anima dei testatori.

Ma chi erano questi Lanterio e Guida? Erano di Busto?

Lanterio “clarvs homo” (uomo importante) probabilmente era un valvassore senza prole. Quanto alla moglie, il Giulini nel 1854 scriveva “Roperga, detta anche Guida, moglie di Nanterio della città di Milano”.
I due coniugi, come da loro volontà, furono ricordati in S. Ambrogio per diversi secoli. I monaci cisterciensi, subentrati ai benedettini nella basilica, celebravano ogni giorno la prima messa per Lanterio e Guida. Sotto un portico presso la cappella di S. Satiro furono anche realizzati dei loro ritratti a tempera, oggi perduti.
Tuttavia, secondo il Puricelli, Lanterio non era di Milano ma apparteneva ai nobili di Cologno, perché tra i lasciti vi era anche un praedium a Colonia; probabilmente si sbagliava, perché non aveva considerato, come invece fece il Giulini, che l’anniversario funebre dei nobili di Cologno si celebrava in S. Ambrogio il 24 ottobre, anziché il 2 gennaio, data della morte di Lanterio.
Di sicuro il milanese Lanterio non poteva immaginare, mentre disponeva dei propri beni, che così facendo sarebbe entrato di diritto nella storia di Busto Arsizio.

Roberto Albé

 

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