Lo spoglio delle schedeLo spoglio delle schede

Due volte vittorioso – Luigi Christopher Veggetti vince il Premio GhigginiArte giovani di pittura e scultura. Con 38 voti viene così proclamato dalla giuria allargata composta da 70 membri del 'mestiere'. Va a lui anche il giudizio positivo della Commissione dello Spazio Oberdan di Castelseprio che lo invita a realizzare una personale nella loro sede. "Veggetti mi è stato segnalato da Ettore Ceriani dopo che l'aveva visto tra i finalisti. Una segnalazione che vedeva concorde il critico e l'intera commissione dello spazio di Castelseprio che ha trovato nel giovane un'interessante verve artistica" ci dice Emilio Ghiggini, promotore del Premio. E a pochi giorni di distanza anche la giuria decreta la stessa preferenza. Segno che forse chi lavora dietro le quinte dell'arte, in quella parte fatta di critici, ma anche di pubblico ha una comune linea di pensiero. Veggetti ha quella componente d'immediatezza che piace al fruitore, una visione della realtà che probabilmente viene restituita con una veridicità vicina alla mentalità comune. Affiancata da un'abile manualità artistica.

Profilo d'artista – Ma qual è il trascorso di Luigi Christopher Veggetti e come affronterà la doppia opportunità di mostrare il suo lavoro? Durante la mattinata degli encomi elettrizzato e soddisfatto ci ha spiegato qualcosa in più sulla sua arte. Ci ha fatto entrare nel suo mondo fatto di colori e scatti reali. "Credo che i miei lavori siano piaciuti perchè con le mie opere vado al di là della realtà, non mi limito a riportarla, ma ne cerco il significato profondo, il sentimento" spiega Christopher "io ho proposto visi e città. Due ambiti che indago soprattutto cercando una parte interiore che si rifletta nell'espressione della persona ritratta o nella velocità di un cammino quotidiano lungo una via, che si percepisce nei quadri, c'è qualcosa che si muove" continua l'artista. Christopher Veggetti è nato a Kinshasa (Congo) nel 1978. Dopo aver conseguito il diploma di grafico pubblicitario presso l'istituto I.T.C.S Gadda di Paderno Dugnano, Milano, ha frequentato il laboratorio del maestro Vanni Saltarelli. Si è specializzato anche nell'uso della tecnica fotografica. "Ho frequentato un corso di fotografia per affinare un pò la tecnica, ma niente di troppo specialistico" dice Christopher "anche adesso vado in giro con la Polaroid e cerco nuovi scorci e prospettive da immortalare, che poi si evolvono nei miei quadri. La foto è l'inizio, poi con la pittura cerco qualcos'altro, l'ipperrealismo non mi ha mai interessato. L'ultimo fine delle mie opere coi visi ad esempio non è ritrarre l'uomo, ma quello che ha dentro".

La consegna del PremioLa consegna del Premio

Riscossione del Premio – "Sono davvero felice di questa doppia possibilità ed ho già un'idea su come fare le mie personali, qui da Ghiggini e allo Spazio Oberdan, alla fine uno si fa sempre un'idea sul futuro" dice il giovane "pensavo di dividere i due temi dedicando una mostra ai miei visi e una alle città, magari suddividendola fra diverse città d'Italia importanti" aggiunge Veggetti. "Non ho ancora opere pronte per le mostre, devo anzi mettermi al lavoro e di corsa, adesso proporrò la mia idea a Ghiggini e poi si comincia". Tenacia e determinazione non mancano di sicuro a questo giovane che con il suo tratto immediato ma corposo riesce davvero a cogliere 'l'anima' della realtà e dei suoi passeggeri quotidiani. Vive nel suo tempo e si guarda intorno con occhio attento, poi pensa ed elabora creando prima di tutto emozioni.

Gli altri riconoscimenti – A fianco di Veggetti medaglia d'argento a Maria Paola Grifone e di bronzo a Francesco Di Luca. Un'arte delicata quella della giovane artista che probabilmente ha coinvolto il pubblico e la giuria proprio per il suo rendere la forma, pura e scarna con un tratto leggero e piacevole. Le sue opere, piccole tavole a china in bianco e nero rendono il movimento attraverso una  colorazione a tratti trasparente, ma netta. Un'indagine diversa ed originale dell'oggetto. Il terzo classificato invece era anche l'unico scultore presente tra i finalisti. Segno che l'arte scultorea, difficile per natura, ma non per forza più di altre, non trova ancora fiducia da parte dei giovani. Ma Di Luca invece la fa sua realizzando personaggi dai volti bizzarri privi di consistenza fisica. Rimango infatti evidenti gli intrecci di lamiera in ferro e terra refrattaria che le compongono, lasciando intendere qualcosa di più profondo nella sua arte, legata forse alla sua percezione dell'uomo e della realtà.