Carlo MattoniCarlo Mattoni

In piena coscienza – Attardati sulla pittura? Se glielo fate notare, si arrabbiano non poco. Il padre Carlo proviene da esperienze abbastanza radicali tra i Sessanta e i Settanta, quando portava avanti discorsi in piena coscienza concettuale, in una Varese, ancora, in quel caso sì, davvero, attardata. E adesso, da qualche anno è tornato alla pratica pittorica, ma per snaturarla, in fondo confonderla. Quanto al figlio Andrea, ventisettenne, anche lui ha affrontato esperienze non da mainstreem, o quanto meno da mainstreem tipicamente giovanili, ma anche lui ha come riferimento la grande tradizione pittorica realista di questo secolo, Lucian Freud, Francis Bacon, fino ai più recenti emuli come Jenny Saville; aggiungendo a questi riferimenti colti, una buona dose di impegno e di denuncia.

Eversivi
– Quanto basta per fare dei due Mattoni, una coppia ad alta gradazione 'eversiva' nel modo di intendere ancora il vecchium medium dei colori sulla tela, a dispetto dell'evidenza. Padre e figlio, per via assolutamente naturale, espongono insieme, nelle Sale

Un'opera di Carlo MattoniUn'opera di Carlo Mattoni

Nicolini a Varese, in una sede che normalmente si presta a presenze più docili e meno feroci. L'iniziativa rientra nel novero delle personali che sostengono il progetto di celebrazione del trentennale dell'Associazione dei Liberi Artisti di cui entrambi fanno parte.

Lavoro sulla memoria
– Il Carlo Mattoni sceglie pochi ma selezionati lavori: alcuni risalgono a due anni fa. La tela si arriccia su se stessa, evocando il tessuto, traccia onnipresente nella storia dell'uomo. Su questo 'elaborato', Mattoni muove da alcune letture filosofiche, sulla digitalizzazione delle immagini e la scomparsa del negativo; il pittore inaugura una serie di lavori su tela, intesi proprio come un omaggio al negativo scomparso. Un autoritratto, un omaggio alla memoria di Primo Levi, alla Bibbia, con l'inserto di una citazione di Gustave Dorè,

Un'opera di Andrea MattoniUn'opera di Andrea Mattoni

fino agli ultimi ancora più netti e chiari nella derivazione iconografica e nell'intendimento: immagini di violenza, di ferite, di abbandono, tratte da internet, proiettate su tela con l'episcopio sgranate ed aggredite con il colore.

E sulla attualità
– Un procedimento è che anche nelle mani del figlio; Anche lui allertato su tematiche nel campo della pittura tradizionale non hanno molta consuetudine. Già da anni, Andrea insiste sull'alienazione prodotta dall'immaginario invasivo e fasullo dei media, attraverso baconiani autoritratti e immagini dirompenti, anche in ironia. In Sala Nicolini porta invece il frutto del suo nuovo lavoro, già presentato, nei giorni scorsi ai Laboratori d'arte di Masnago: cinque serie direttamente ispirate dall'attualità più stretta, dallo scandalo Parmalat, che diventa Armalat, agli incidenti stradali, fino alla tragedia del Tibet. Attardati sulla pittura? Arroccati dentro la pittura, piuttosto, con ancora tanta rabbia da tirar fuori.