La pioggia battente e il freddo inatteso di quest'ultima coda d'inverno non ha frenato la curiosità e la concitata partecipazione dei numerosi visitatori che lo scorso sabato hanno affollato il piccolo scrigno di Via Veratti in occasione di Iliadyssey, singolare mostra di grafica realizzata grazie alla sinergica collaborazione tra il Comune di Bodio Lomnago e la Galleria Xotaris Art Forum di Archanes (Creta), con il patrocinio del Comune di Varese e della Associazione Italiana Ex Libris, oltre che dall'Ambasciata Greca, dalla Provincia di Varese, dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto e dall'Associazione Varese Europa.

Fino al 18 di maggio, dopo Atene e Belgrado, la terza tappa di questa mostra itinerante è proprio la nostra città, a cui seguiranno Formella in provincia di Roma, Helsinki, Minsk e San Pietroburgo: quest'anno infatti ricorre il decennale del concorso Ex Libris della Biblioteca di Bodio Lomnago, che si è resa tramite attiva tra diversi attori e interessi di livello internazionale, proponendo come tema la "Poesia, musica del cuore".

Rimane comunque la valle cretese di Archanes l'alveo da cui questi capolavori hanno avuto la possibilità di diffondersi, di parlare appunto a tutta Europa, come i canti Omerici: per espressa volontà del Direttore della Galleria Xotaris –nonché raffinato collezionista- Christos Giannakos, un piccolo gruppo di artisti provenienti da tutto il mondo si è riunito proprio in questo luogo per omaggiare il leggendario poeta, che ebbe il merito di riunire nei suoi due capolavori una tradizione orale antica di centinaia e centinaia d'anni gettando le basi per i successivi sviluppi della letteratura, della poesia lirica, del teatro e persino della storiografia e della filosofia greca e poi romana… ovvero occidentale! Un bacino inesauribile di immagini divenute vere e proprie icone, di situazioni e di personaggi che incarnano le virtù e i vizi umani per eccellenza; Omero riesce a rappresentare le cose così come fa la vita: non importa se Greci o Troiani, se vinti o vincitori. Il ventaglio delle passioni è narrato

per intero, dall'astuzia di Odisseo, al furore di Achille, allo straziante coraggio di Ettore fino ad Elena entità quasi impalpabile, incolpevole e incondannabile incarnazione della Bellezza, sopra la legge e la morale, forza della Natura a causa di cui uomini e dei si abbandonano alla follia della guerra; uomini, città e imperi sono annientati assieme al loro entusiasmo, ossia ciò che inaspettatamente potrebbe costituire l'unico baluardo di speranza da cui ripartire; entro tali mutamenti storici la bellezza dell'Arte cresce, si sviluppa e diviene l'unica certezza dell'uomo.

É lo stesso anelito per la bellezza della scoperta di cui ci parla Dante nel XXVI Canto dell'Inferno, di cui vittima illustre è proprio Odisseo colpevole di non volersi rassegnare alla propria condizione di mortale, endemicamente in subordine rispetto alle leggi divine. Virgilio, che come tutti sappiamo fa da guida al sommo poeta tra i gironi infernali, fu proprio colui che dall'Iliade prese il là per narrare il mito fondativo di Roma e sancire in tal modo l'inappellabile inevitabilità del suo Impero, invincibile erede del patrimonio culturale ellenico ed esistente perché voluto dal Fato. Ecco quindi che tre pilastri per eccellenza della cultura Occidentale (Omero- Virgilio- Dante) si trovano uniti sotto il segno di Iliade e Odissea, poemi immortali che ancora oggi ci offrono uno spunto per ricordare chi siamo, per ritrovare con un comune sforzo ciò che ci accomuna e unisce, le nostre origini. In questo delicato frangente siamo tutti nuovamente chiamati ad errare e destreggiarci tra le molteplici difficoltà, aprendoci al nuovo, al diverso e al dialogo.

Proprio come un moderno xotaris (viaggiatore,

vagabondo, in antico dialetto cretese!) Giannakos ha viaggiato in tutto il mondo visitando mercati, studi d'arte, gallerie e frequentando artisti col risultato di radunare nella sua collezione di Archanes circa 300 ex libris e opere di libera grafica dai temi più svariati, a lui dedicati ma anche "prove d'artista", pezzi unici risalenti ai primi decenni del secolo scorso. Parte di questa collezione è oggi visitabile presso la sala Veratti grazie al concorso di diversi artisti soprattutto di origine orientale (bulgari, bielorussi, lituani, cechi, ucraini, greci, russi…) tra cui spiccano due italiani, Paolo Rovegno e Maria Maddalena Tuccelli.

Ciò che a mio parere, oltre al tema delle comuni radici, lo spirito di osservazione del visitatore non potrà mancare di cogliere è senza dubbio l'eterogeneità di stile adottato da ogni singolo artista: l'interpretazione è davvero libera, con richiami che vanno dalle affollatissime incisioni di Dürer fino alla sottile ma decisa linea grafica che ricorda non poco i capolavori di grafica jugendstijl, alla crudezza dell'espressionismo mitteleuropeo di inizio secolo, alla delicatezza delle tinte acquose di sapore naïve; forse più appaganti per l'occhio che per un personale sforzo d'interpretazione quei lavori -certamente di esemplare perizia manuale- che completano gli scuri pannelli della sala, dal carattere puramente erotico (un passepartout comunemente accettato, quello dell'origine della vita e della creazione), ma al limite del fumettismo.

Il virtuosismo di questi artisti, che certamente possiedono un retroterra di prim'ordine quanto ad arti grafiche (basti ricordare, solo per citare un esempio, la tradizione cartellonistico- pubblicitaria e propagandistica delle Repubbliche dell'ex Unione Sovietica), ci affascina quindi nella sua capacità di attualizzare tematiche, situazioni e sentimenti antichi di oltre tremila anni, con la consapevolezza di chi, pur nella precarietà della situazione storica non cessa di credere che l'Arte la Bellezza e la Giustizia abbiano ancora la capacità di saldare scopi e idee tanto comuni quanto universali.