Abitare la città 1983Abitare la città, 1983

La poliedrica attività di Ugo La Pietra – nato a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 1938, ma operante a Milano fin dal periodo di studio alla facoltà di Architettura del Politecnico – ha sempre rifuggito definizioni e limiti troppo circoscritti, facendo dello sconfinamento tra diversi media e linguaggi lo strumento di una riflessione ancora oggi molto attuale. Architetto, designer, artista visivo, La Pietra ha sviluppato a partire dall'inizio degli anni Sessanta una ricerca volta a indagare il rapporto tra individuo e ambiente, nelle varie accezioni in cui questo tema può essere declinato. Filo rosso dei suoi cinquant'anni di attività, al centro della monografia presentata alla Fondazione Mudima, è il tema dell'"abitare la città" che, come ha sottolineato Gianluca Ranzi, autore dell'introduzione al volume, è affrontato secondo un approccio che mette insieme la soggettività dell'artista ("l'unicità egotica della creazione") e la pratica di un progetto comune. Questo personale approccio ben emerge dal libro edito da Allemandi che, grazie a un ricco apparato di illustrazioni, di documenti e grazie ai contributi di Marie-Ange Brayer, Gillo Dorfles e Vittorio Fagone mette in luce l'intelligenza critica, la coerenza e l'autenticità al di fuori delle mode dell'indagine artistica di La Pietra.

Copertina del volumeCopertina del volume


Progettare "comportamenti"
. Fin dall'elaborazione della teoria del "Sistema disequilibrante", la ricerca di La Pietra ha cercato di individuare "i gradi di libertà" possibili all'interno delle "strutture organizzate", in modo particolare quelle cittadine, sottolineando e stimolando comportamenti alternativi e creativi. "Abitare" per La Pietra vuol dire "essere ovunque a casa propria", quindi vivere la città non come qualcosa di estraneo, ma come spazio di cui riappropriarsi. Il significato della ricerca di La Pietra sta infatti, come ha evidenziato Ranzi, non tanto nel progetto di opere, quanto nel "progetto di comportamenti", che permettano al cittadino di guardare la realtà in modo più critico e profondo. L'aspetto maieutico, la scala umana messa sempre al centro del lavoro di La Pietra, che si rivolge agli individui e mai alla città delle "masse", sono, come sottolineato da Marco Meneguzzo durante la presentazione del libro, ciò che ha lasciato intatta la sua ricerca anche dopo la fine dell'ideologia del Sessantotto e la rende ancora oggi viva e attuale, come dimostrano i lavori più recenti, tra cui "La città senza morale" e "La Cina è vicina" che intervengono nel dibattito sulla "globalizzazione".

Ugo La Pietra, Abitare la città,
Allemandi, Torino, 2011,
introduzione di Gianluca Ranzi;
contributi di Marie-Ange Brayer, Gillo Dorfles e Vittorio Fagone;
277 pp., 18 Euro