RIMINI STORICA-PARTE PRIMA

Lontana dai suoi 250 stabilimenti balneari compresi nel più vasto arenile della nostra penisola, con oltre mille alberghi e notti illuminate dai bagliori di una infinità di locali, esiste un’altra Rimini, quella per interdici, oltre la ferrovia.

Una Rimini più segreta, ricca di storia e arte raccontata in “RIMINI, le sue anime, i suoi tesori”, da Tommaso Panozzo per Panozzo Editore, pp. 47, Euro 5.

Nell’impianto urbano di tradizione romana nel cuore della città si forma un incrocio tra il cardo e il decumano massimo dove si svolgeva la vita civile e politica degli abitanti di “Ariminum”, colonia romana fondata nel 268 a.C. in seguito alla battaglia di Sentino contro i Galli.

Al capo meridionale della città sorge l’Arco d’Augusto in pietra d’Istria, alto 17 metri costruito nel 27 a.C. e dove l’ampio forcipe centrale è affiancato da due colonne.

Palladio definì il Ponte di Tiberio in pietra d’Istria costruito sul fiume Marecchia tra il 14 e il 21 d.C. “il più bello et il più degno di considerazione, si per la fortezza, come per il compartimento”.

La Domus del Chirurgo riaffiorò nel 1989, dopo oltre un millennio, durante i lavori per la pavimentazione di Piazza Ferrari.

Nel corso degli scavi fu rinvenuta una straordinaria collezione di oltre 150 strumenti chirurgici.

Altro gioiello l’Anfiteatro romano costruito da Adriano nel secondo secolo dopo Cristo, terzo per dimensioni dopo il Colosseo e l’arena di Verona.

La Rimini medievale è rappresentata da tre maestosi edifici che costituiscono il cuore della città: Palazzo Garampi, Palazzo dell’Arengo e Palazzo del Podestà caratterizzato da merlature ghibelline.

Centro di congiunzione tra i tre, la Fontana della Pigna composta da vasche concentriche.

La sonorità prodotta dalle sue quindici cannelle, nel 1512 attirò l’attenzione di Leonardo ispirandogli l’idea di realizzare l’organo ad acqua.

A chiudere la piazza il teatro Galli, già Vittorio Emanuele II°, inaugurato nel 1857 con l’Aroldo di Verdi e riaperto nel 2018 dopo una articolata ristrutturazione a seguito dei bombardamenti del 1943.

Al suo fianco la settecentesca Vecchia Pescheria, mentre a pochi passi sorge la chiesa di Sant’Agostino costruita alla fine del XIII secolo affiancata da un campanile alto 55 metri.

A pochi passi dal centro sorge il Tempio Malatestiano.

Percorso nel tempo da controversie fu definito da Papa Pio II° luogo di “Infedeli adoratori del demonio”, mentre nel corso dell’Ottocento il continuo ripetersi del monogramma “SI” suonò come immortale dichiarazione d’amore del Signore di Rimini per la moglie Isotta.

 

Mauro Bianchini