Continua il cammino tra le vie di Rimini…

Nelle antiche sale della Biblioteca Gambalunga si trova conservata una preziosa copia a stampa “De re militari” dell’umanista Roberto Valturio, trattato sull’arte della guerra dedicato al Signore di Rimini.

La vivacità mondana romagnola trovò compimento tra metà Ottocento e inizio Novecento con il primo stabilimento balneare inaugurato nel 1843 dai conti Baldini.

Trent’anni dopo venne edificato il mitico Kursaal, opera dell’architetto Urbani caratterizzato da terrazzi babilonesi e colonnato neoclassico.

A seguire quale simbolo della più elegante vita mondana, il Grand Hotel progetto dall’architetto svizzero Paolo Somazzi per la Società Milanese Alberghi e Ristoranti che divenne lo scenario di una delle più memorabili scene di Amarcord.

Altri edifici che contraddistinsero Rimini furono le colonie estive, tra queste la Colonia Murri costruita nel 1911, la Colonia Forlivese e la Colonia Novarese.

Una particolare distinzione riguarda la Colonia Bolognese per il caratteristico stile risalente agli anni ’30.

Attenzione specifica va riservata alla Rimini di Fellini.

Aperto nel 1914 il Cinema Fulgor fu ricostruito fedelmente a Cinecittà per Amarcord.

Altro luogo simbolo della città, poco oltre il ponte di Tiberio, è il Borgo San Giuliano, più comunemente detto “E’ Borg”, nel tempo abitato da pescatori e dove sulle pareti delle abitazioni compaiono affreschi di grandi dimensioni che descrivono i personaggi più noti di Amarcord.

A Federico Fellini la sua città natale ha dedicato nel 2020 presso Castel Sismondo un Museo dove sono rappresentati, sia interattivamente, sia con imponenti allestimenti plastici, tutte le opere cinematografiche del Maestro, iniziando da “Lo sceicco bianco” interpretato da un giovane Alberto Sordi sino all’ultima pellicola “La voce della luna” tratto dal romanzo di Ermanno Cavazzoni, con gli stralunati Roberto Benigni e Paolo Villaggio.

“Rimini, le sue anime, i suoi tesori” – Panozzo Editore, pp.47, Euro 5

Mauro Bianchini