Bergamo – La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura il 7 giugno il nuovo ciclo della Biennale delle Orobie, intitolato Pensare come una montagna. Si tratta della seconda direttrice del progetto triennale 2025, con cui il museo rilancia la propria vocazione territoriale portando l’arte contemporanea fuori dalle sedi istituzionali per incontrare paesaggi, comunità e infrastrutture dell’arco orobico.

Cinque sono gli interventi principali previsti, dislocati tra città e valli e firmati da artisti di rilevanza internazionale, in un programma che unisce site-specific, installazioni, performance e pratiche ecologiche.

Cattelan apre con “Seasons”: quattro sculture in città

A Bergamo, dal 7 giugno al 26 ottobre, tra Città Alta e Città Bassa, prende forma Seasons, progetto inedito concepito da Maurizio Cattelan. L’artista padovano presenta quattro nuove sculture disseminate tra la Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione, la GAMeC, l’Oratorio di San Lupo e uno spazio urbano ancora non rivelato. Le opere, che riflettono sul ciclo della vita, la decadenza dei valori e la rappresentazione del potere, utilizzano il simbolismo delle stagioni e l’immagine dell’aquila come filo conduttore. Un’estesa campagna di affissioni e un’installazione visiva presso il Kilometro Rosso amplificano il progetto nel tessuto urbano.

Corpi in movimento e memoria industriale

Negli spazi dell’ex roccatura del Linificio e Canapificio Nazionale a Villa d’Almè, Cecilia Bengolea propone invece Spin and Break Free, performance che intreccia la memoria del lavoro tessile con le danze libere degli anni Trenta. Cinque interpreti della scuola Danzarea di Mozzo, in costumi di lino disegnati con Alberto Allegretti, animano una coreografia che esplora il rapporto tra gesto meccanico e alienazione contemporanea.

Arte mineraria e illusioni ottiche a Dossena

A Dossena, all’interno dell’antico comprensorio minerario della Val Brembana, Julius von Bismarck realizza Landscape Painting (Mine), in mostra dal 7 giugno al 14 settembre. L’intervento sulle pareti di roccia trasforma il volume naturale in una superficie pittorica, invertendo il principio del trompe-l’œil. Il paesaggio diventa così un’immagine ambigua, tra natura e cultura, con implicazioni ecopolitiche.

Pedrini e il cielo come osservatorio del disastro climatico

Al Passo del Vendulo, nel comune di Roncobello, Francesco Pedrini installa Magnitudo, un osservatorio poetico nel cuore di un bosco colpito dal bostrico, insetto che sta decimando gli abeti rossi. Tre dispositivi ottici consentono di scrutare il cielo, trasformando un’area di disboscamento in punto di contemplazione e resistenza.

Un bivacco simbolico per l’arte in alta quota

Chiude il programma Mountain Forgets You, intervento che prefigura la ricostruzione del Bivacco Aldo Frattini a Valbondione, a 2.300 metri di quota lungo l’Alta Via delle Orobie. Progettato da EX. – studio di Andrea Cassi e Michele Versaci – in collaborazione con il CAI di Bergamo, il bivacco diventa presidio simbolico della GAMeC in montagna. Nello Spazio Zero del museo, fino al 14 settembre, sarà possibile seguire il processo progettuale attraverso documenti e materiali di ricerca.

La mostra comprende anche Thermocene, opera audiovisiva di Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore, sviluppata a partire dai bivacchi Corradini e Berrone sulle Alpi piemontesi. Composta da suoni ambientali e onde radio, l’opera evoca una coralità geologica e umana che riflette sull’impronta dell’uomo nel paesaggio.

La montagna come luogo di pensiero e trasformazione

Tutti i progetti concorrono a delineare una riflessione complessa sull’Antropocene, inteso come condizione culturale e politica in cui l’azione dell’uomo produce effetti sistemici e irreversibili. La Biennale delle Orobie invita così a riconoscere la montagna non solo come luogo naturale, ma come campo di sperimentazione e memo