E qui si può fare davvero un giro completo della Storia dell’Arte: qualche resto egizio e greco, frutto delle conquiste napoleoniche, avanzi di vestigia dei Romani di passaggio, frammenti di cattedrali gotiche Middle Ages, trittici in legno e doccioni pietrificati, minacciosi con i loro occhi sporgenti, tutto il ‘400, guizzi di Rinascimento italiano, i Fiamminghi, le corti settecentesche, da Firenze ad Anversa, l’impressionismo francese adagiato placidamente tra fiori puntiformi sulla riva di placidi fiumi e ancora espressionismo, cubismo, futurismo, astrattismo, fino alle opere moderne, sempre più difficili da decifrare, come l’epoca che esse stesse rappresentano.

Stiamo parlando, in sostanza, di gente come Donatello, Veronese, Tintoretto, Rubens, Van Dyck, Rembrandt, Bosch, El Greco, Goya, Delacroix, Manet, Monet, Rodin, Renoir, Sisley, Pissarro, Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Picasso…E ne ho certamente dimenticati parecchi.
Non so se rendo l’idea.
Tutta quest’Arte potrebbe davvero far girare la testa e la suddetta malattia ha persino, com’è noto, un nome: Sindrome di Stendhal.

Affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di quantità smisurate di opere d’arte di straordinaria bellezza.
Così la descrive lo scrittore che ne fu personalmente colpito durante il suo Grand Tour effettuato nelle più belle città italiane, esattamente duecento anni fa, nel 1817: «Ero giunto a quel livello di emozione dove s’incontrano le sensazioni celesti date dalle arti e dai sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, [a Firenze] ebbi un battito del cuore, […], camminavo temendo di cadere.»
Il Musée des Beaux-Arts di Lille è un piccolo attraente Louvre ma, a differenza del fratello maggiore, risulta piacevole e tranquillo, dimenticato dal turismo fagocitante, tutto racchiuso in un maestoso edificio Belle Époque, avvolto da un tappeto di foglie autunnali che ne valorizza senz’altro il contenuto.

E qui a Lille mi innamoro per la seconda volta dell’Arte, all’esatta distanza di venti luminosi anni, ma la passione per l’autunno, oggi, me l’hai insegnata tu.

Ivo Stelluti, Il Viaggiator Curioso.
Lille, France, Domenica 8 Ottobre 2017.