Briosco (MB) – Con “Reagente” di Stefano Cagol si apre, mercoledì 13 maggio, la quinta edizione di “Gli Amici di Alberto Rossini”, la rassegna dedicata al collezionista brianzolo scomprarso nel 2015. L’appuntamento, organizzato dalla Fondazione a lui intitolata e Rossini Art Site, propone come da tradizione, mostre di artisti con i quali il collezionista aveva legami di amicizia.
In “Reagente”, Cagol parte dall’ascolto di una registrazione audio in cui Alberto Rossini narra la sua vicenda di collezionista: una chiacchierata informale, avvenuta con Francesca Guerisoli (curatrice della mostra) e Chiara Mu nel gennaio 2015, pochi mesi prima della sua scomparsa.
Cagol è un artista concettuale che, oltre a realizzare performance e installazioni  impiega largamente il linguaggio video. Nella sua ricerca affronta, spesso anticipando, questioni globali come i cambiamenti climatici, le riserve energetiche, il mutamento dei confini e le pandemie in progetti multiformi e multi sito che fanno propri mezzi sia della natura sia tecnologici e meccanismi di coinvolgimento delle istituzioni e del pubblico.
L’artista coglie alcuni aspetti che lo portano a pensare l’opera partendo da precisi dettagli. In questo caso individua nel numero 19, un riferimento importante che spesso ricorre nei racconti di Rossini a partire dalla nascita, il 19 febbraio. 19 è l’età in cui  inizia la sua collezione,(la prima opera commissionata è il monumento per la lapide del padre) e sempre diciannove sono anche gli anni in cui si ferma la vita del suo secondogenito, Pietro, al quale è intitolata la Fondazione.
Nella tavola degli elementi, questo numero indica un metallo alcalino, il kalium (potassio), di aspetto lucido argenteo che a contatto con l’acqua provoca una fiamma viola e una forte reazione. Fuoco e acqua: due elementi opposti, apparentemente inconciliabili, quali la vita e la morte, che riescono a convivere nella storia di Alberto grazie all’arte, potente reagente, proprio come il kalium.

L’opera
Il video gioca su questo contatto tra opposti, una dimensione alchemica che si relaziona con le parole, il vissuto, il racconto dell’uomo e del collezionista.
Acqua e fuoco sono anche elementi propri della ricerca di Stefano Cagol, che da sempre si rifà a simboli della natura per raccontare quanto stiamo vivendo. In “Reagente”, si “fonderanno” creando inedite visioni ossimoriche, capaci di evocare l’esperienza del collezionista e il suo rapporto con l’arte. Immagini scaturite dal contatto del metallo con l’acqua, realizzate con l’ausilio di dispositivi quali videocamera a infrarossi, microscopio ed endoscopio. Mettendo in atto una traduzione metaforica di suggestioni scientifiche, l’opera si muove su più livelli, intrecciando le nuove immagini simboliche con estratti vocali, trascrizioni delle parole di Alberto e suoni ambientali caratterizzanti, per dare vita a un flusso immersivo ed evocativo, volto a suscitare nello spettatore quella capacità di comprendere e “andare oltre” propria del collezionista.

L’opera potrà essere visionata sino al 13 giugno sui canali web e canali social
www.fpar.it
www.rossiniartsite.com
www.facebook.com/FondazionePietroeAlbertoRossini
www.instagram.com/fondazionerossini
www.instagram.com/rossiniartsite

Ricordiamo che nella sede della Fondazione, a Briosco (MB), è possiible ammirare la collezione di opere disseminata nel parco.

Stefano Cagol – Si forma all’Accademia di Brera, ottiene una borsa di studio post-dottorato del governo del Canada alla Ryerson University di Toronto. E’ vincitore dell’Italian Council 2019 e ha partecipato alla 14° Curitiba Biennale, 2° OFF Biennale Cairo, Manifesta 11 Zurich, 55° Biennale di Venezia, 2° Xinjiang Biennale, Barents Art Triennale 2013 e 1° Biennale di Singapore.

E.F.