Una delle opere in mostraUna delle opere in mostra

Le incisioni di Enrico Della Torre, per la loro peculiare caratteristica, riescono a mescolare insieme le qualità grafiche che sono proprie dell'incisione con quelle che invece sono tipiche della pittura, tanto che nel suo caso può essere ripreso l'antico termine di "peintre-graveur" (pittore-incisore), reso celebre da Adam Bartsch.

A volte le sue incisioni sono infatti acquerellate
, così da rendere le varie stampe dei veri e propri pezzi unici: il colore dell'acquerello può addirittura prendere il sopravvento sui segni dell'incisione, cambiando completamente l'immagine di partenza e acquisendo così un senso nuovo, unico nel suo genere.
Spesso queste modifiche vengono apportate dall'artista perché attraverso di esse riesce a prendere meglio forma l'idea che aveva in mente, riuscendo così a corrispondere con esattezza all'ispirazione di partenza. Altre volte alcune incisioni di prova vengono acquerellate per puro divertimento, per soddisfare la voglia personale dell'artista di sperimentare e di "giocare" con le sue creazioni.

In occasione della presentazione del nuovo volume di Enrico Della Torre
, a cura di Sandro Parmiggiani, è stata allestita una personale alla Galleria San Fedele di Milano, intitolata "Il viaggio dei segni" e costituita da trenta opere, che ripercorrono i suoi sessant'anni di attività, dal 1952 al 2012.
Fin dall'inizio, l'artista ha caratterizzato la sua produzione con un'alternanza di pittura e di incisione, dando ad entrambe le tecniche artistiche pari importanza e applicandosi con la stessa medesima dedizione,

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elaborando così gradualmente un linguaggio proprio, influenzato da questa sua duplice passione.

Enrico Della Torre inventa dunque un suo peculiare linguaggio concettuale e simbolico, costituito da un ideale vocabolario di segni, di forme e colori. In questo modo egli può appropriarsi della realtà che lo circonda descrivendola attraverso questo suo insieme di vocaboli grafici e artistici.

Grazie a questo suo personalissimo linguaggio artistico Enrico Della Corte riesce a proporre delle visioni del mondo molto originali e singolari, dove vengono riprese le sottigliezze che sono intessute nella trama della realtà per farne emergere i dettagli nascosti, i lati segreti della natura, i meandri più reconditi della mente umana, per poi trasformarli e "codificarli" tramite il suo proprio sistema di linguaggio visuale. Il dato oggettivo e naturale viene pertanto trasformato e trasfigurato, in un connubio di realtà e immaginazione.

Anche il titolo "Il viaggio dei segni" è emblematico in tal senso: perché esso ci mostra appunto "il viaggio" che l'artista ha compiuto, ma mostra anche la presenza di un "segno", ossia di un elemento che permane.

Enrico Della Torre
nasce a Pizzighettone, in provincia di Cremona, il 26 giugno 1931. Dopo aver frequentato il

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Liceo e l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, nel 1953 realizza dipinti di matrice informale e incisioni all'acquaforte ispirati ai luoghi familiari della Pianura Padana. Nel 1955 si stabilisce definitivamente a Milano, dove si presenta con una personale alla Galleria dell'Ariete. L'anno seguente vince il secondo premio per la litografia alla Biennale dell'Incisione Italiana a Venezia. Dopo un breve soggiorno a Parigi, ricerca una sintassi pittorica nuova e più strutturata, e realizza, nel 1958, quadri connotati da linee parallele orizzontali con toni chiari; nel 1959 realizza invece quadri ritmati da diagonali nere. Ma, soprattutto a partire dal 1968, la pittura di Della Torre diventa espressione di un mondo popolato da personaggi inediti, da animali, da visioni, di gusto astratto lirico-naturalistico. Nel corso dei primi anni Settanta vive un momento di grande successo di pubblico e di critica, foriero di mostre in Italia e all'estero, cui si aggiunge la partecipazione alla X Quadriennale d'Arte di Roma. Per la sua attività di disegnatore ottiene nel 1971 il primo Premio Soranga e nel 1981 il primo Premio Internazionale Lario a Como. La sua pittura, intanto, matura e rivela atmosfere fantastico-surreali: alterna figurazione e astrazione, o associa i due momenti passando dalla visionarietà di Kubin alla scrittura segnica di Wols.

Decanta in analogie molto libere, liriche, l'originaria vocazione embrionalmente narrativa. Nel 1983 comincia anche ad utilizzare il collage, misurandosi con una tecnica che gli consente di sperimentare in maniera più diretta un ulteriore grado di astrazione dell'immagine. Dopo le grandi retrospettive di Monaco di Baviera e di Ahlen in Vestfalia, nel 1989 il Comune di Milano gli dedica una mostra al Padiglione d'Arte Contemporanea, alla quale fa seguito l'importante rassegna Di segno italiano – Italiensche Zeichnungen 1908 – 1988 nei musei di Francoforte, Berlino, Zurigo. Nel 1994 gli viene conferito il Premio della Triennale di Milano per l'incisione, mentre nel 1997 gli viene dedicata una rassegna antologica presso il Centro Studi Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado nelle Marche. Nel 2000 gli viene dedicato una vasta retrospettiva a Reggio Emilia.

Il viaggio dei segni
Incisioni di Enrico Della Torre.
Dal 26 aprile al 12 maggio 2012
Galleria San Fedele, via Hoepli 3/b, Milano
Orari: da martedì a sabato, dalle 16.00 alle 19.00
Domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero
Info: Tel. 02 86352233 – http://www.sanfedele.net/