Particolare DuomoParticolare Duomo

Una copia per salvare l‘originaleGaetano Monti ne sarebbe felice: la sua statua dedicata alla figura di Sant'Andrea apostolo, scolpita tra il 1810 e il 1811, è stata fedelmente copiata per poter rimanere bene in vista sulla facciata del Duomo. A scolpirla ex novo sul modello del Monti è stato lo Nicola Gagliardi. I lavori sono stati ultimati martedì scorso dallo scultore di San Vittore Olona che dal 1984 è un collaboratore della Veneranda Fabbrica del Duomo. Un lavoro molto importante, durato sei mesi, che ha salvato dalla perdita dell'opera, ormai compromessa dall'inquinamento. "La statua dedicata al protomartire – ha spiegato Gagliardi – è l'opera più significativa del Monti".

Chi era Gateano Monti – Studiò con l'Appiani sotto il Giudici, fu amico di Piermarini e dei poeti Giuseppe Parini, Vincenzo Monti e Ugo Foscolo. Attivo per la Fabbrica del Duomo negli anni 1809-1827. E' autore non solo di Sant'Andrea (1810) ma anche del Profeta Elia sulla finestra gotica destra e per l'altare di Santa Tecla realizzò la statua di San Paolo. A lui e a Benedetto Cacciatori si devono le statue di San Satiro e di Sant'Ambrogio che ornano l'altare di Martino Bassi dedicato a Sant'Agnese e le state di Santa Maria Maddalena e di Santa Marta che ornano l'altare del Pellegrini dedicato al SS. Crocifisso di San Carlo. Su una delle guglie si erge un San Vezio a lui attribuito. In Milano Gateano Monti eseguì i rilievi per l'Arco della Pace. Opere sue appartengono alla Civica Galleria d'Arte Moderna e alla Galleria Borghese di Roma.

Nicola Gagliardi e un suo lavoroNicola Gagliardi e un suo lavoro

Un lavoro realizzato con moderne tecnologie – Tornando alla statua di Sant'Andrea, ricavata da un blocco di marmo del peso originario di 33 quintali fornito dalla cava di Candoglia (Valdossola), misura 220 cm di altezza per 106 di larghezza e una profondità di 66 cm per un peso finale di 16 quintali. Sarà collocata accanto alla seconda porta a sinistra della facciata. "L'opera che ho eseguito – continua Gagliardi – avvalendomi delle attuali tecniche di lavorazione del marmo, permetteranno alla statua di preservarsi meglio nel tempo perché dalla primaria sgrossatura all'abbozzo fino alla definizione e riporto a punto ho utilizzato frese e utensili diamantati anziché punte e scalpelli con mazzuoli che tradizionalmente si utilizzavano, evitando così i microtraumi che influiscono negativamente sulla conservazione del marmo all'aperto".

Perché non insistere nel restauro – Per Gagliardi questa è la 96esima statua che replica per la cattedrale meneghina – che di statue ne vanta 4.300 – in 24 anni di incessante attività. E sebbene l'opinione pubblica milanese non sia così favorevole alla sostituzione degli originali con delle copie, lo scultore spiega i motivi che spingono invece verso questa soluzione: "Il problema principale del restauro è che se si continua solo a mettere strati di resina sulle statue, si mantiene sì la pellicola esterna ma primo o poi collassa l'interno e il marmo si sgretola, con conseguenze gravide di pericoli per i passanti: se cade un braccio di marmo da 30 metri di altezza qualcuno può rimanere seriamente ferito. Quindi o si perde l'opera, della quale a poco a poco scompare anche la fisionomia sbriciolandosi, oppure la possiamo conservare in un museo e sostituirla con una copia esatta". Di esempi ce ne sono molti, come la statua in bronzo di Marco Aurelio in piazza del Campidoglio a Roma il cui originale è conservato nel museo attiguo. "L'unica via è avere un riferimento storico – continua Gagliardi – Fino ai primi del '900 non si usava archiviare le opere con delle fotografie, e dopo gli anni '60 è emerso il problema dell'inquinamento che ha reso necessario catalogare e conservare le immagini per poter garantire la memoria storica". Il Duomo, secondo Gagliardi, è la cattedrale più bella e più ricca di statue in assoluto: "è l'unica cattedrale gotica percorribile sui tetti e contiene più di 4 mila statue fra interno ed esterno. Notre Dame o la cattedrale di Colonia dedicata a Sant'Orsola, per esempio, ne contano poco meno di un terzo".

Duomo di MilanoDuomo di Milano

Monumenti e lapidi dimenticate – A Legnano Gagliardi ha lavorato moltissimo realizzando opere di grande pregio, l'ultima in ordine cronologico è una coppia di statue per l'inaugurazione della nuova scuola dedicata alla memoria di Giuseppe Tirinnanzi. Anni or sono scrisse anche un volume sulla storia delle lapidi e dei monumenti di Legnano insieme all'amico Rondinini: catalogarono circa 130 lapidi disseminate per la città. Negli anni '70 costituì un Comitato Civico per al salvaguardia del Castello Visconteo del quale commenta: "E' importante che il castello diventi sempre più funzionale per il pubblico dato che necessita di investire energie economiche non indifferenti. Ora che ha una pinacoteca occorre pensare a strategie per farlo vivere. Provocatoriamente ho detto una volta: perché non farci una discoteca in cui è d'obbligo abbigliarsi in costume medievale? Avrebbe un sicuro successo e gli introiti andrebbero a pagare gli onerosi costi di gestione. Siamo affamati di cose nuove anche se si tratta alla fine di semplici riedizioni di cose già fatte". Ma a Legnano cosa resta ancora da fare per conservare i monumenti storici? A parte il lavoro di ripulitura della statua del Guerriero da poco ultimata, di cui Gagliardi continua a sottolineare come sia ben più necessario un restauro del basamento anziché della statua in bronzo, lo scultore segnala i busti in bronzo all'interno dell'ospedale: "I mezzi busti dei personaggi illuminati che fecero cospicue donazioni all'ospedale giacciono da tempo abbandonate, urlano quella dignità storica che meritano. Anni fa quando sindaco era Potestio chiesi di istituire una commissioni di arte sacra come esiste per il cimitero monumentale di Milano per valorizzare e catalogare i monumenti funerari, ma alla fine non se ne fece più nulla. Il problema è la mancanza di quell'appetito culturale fa nascere le iniziative".