Mario Dellavedova - "...bramata oro..." a MilanoMario Dellavedova – "…bramata oro…" a Milano

Se l'intento delle due scritte al neon, su tela tessuta a mano, che aprono la personale di Mario Dellavedova (Legnano 1948, vive e lavora fra Villastanza e Taxaco in Messico) in corso presso la Galleria Suzy Shammah con il titolo "…bramata oro…" è di ironica provocazione, eccoci pronti ad accoglierla. "La flusso – nascita di venere spuma- luminosa tra i flutti" recita la prima con esplicito zampillo, quale seme vitale posto a metà frase e "L'artista è una fontana luminosa lattea" l'altra, chissà, più o meno, non necessariamente. Forse Mario Dellavedova tende ad affermare come l'ispirazione sia luce creativa la cui realizzazione porta alla concreta affermazione dell'idea iniziale. Non che il tono di pregnante ironia s'abbassi, con le opere presenti nella seconda sala, ma si va un po' più sul concreto, si entra nell'oggettività storica con richiami al mondo contadino e operaio e al cibo dei poveri per eccellenza: la polenta, che coi tempi che corrono rischia di ritornare unica e fumante al centro di molte tavole. Tant'è, l'intervento eseguito sulla locandina ungherese del film "La classe operaria va in paradiso", si trasforma dopo la marchionizzazione ne "la classe operaia andava in paradiso".
Da qui in poi è la polenta l'assoluta protagonista della mostra. Su una serie di sacchetti, posti su due scaffali appare la scritta "Ricchi sani nord italiani" con fra le parole un trattino tricolore, probabile antitesi alla famelica brama di affastellato federalismo.
Infine accanto a un monocromo realizzato, su tela, con polenta, due uova d'oro recano la didascalia eseguita con chiodi d'argento e diamanti "bramata oro".
Cibo per i poveri, ricchezza per gli speculatori.

Mario Dellavedova – "…bramata oro…"
Milano, Galleia Suzy Shammah
via S.Fermo, via Moscova
Fino al 30 aprile
Orario:da martedì a sabato, dalle 14.00 alle 19.00