di Mauro Bianchini

Ironica, disincantata, insofferente nei confronti dei luoghi comuni, con garbo e senso della misura, se pur cosciente del tempo trascorso non cede a scontate dietrologie.
Apprezza l’avvento delle nuove tecnologie purché il loro utilizzo sia di reale e necessaria utilità.
Con tali caratteristiche la grande Franca Valeri vicina alla soglia dei cento anni firma “La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia)” Einaudi, pp. 118 Euro 16,50, titolo che rimanda ad una raffinata canzone di Bruno Martino “E la chiamano estate”.
Lo spessore culturale caratterizzante del secondo Novecento  è reso dall’autrice con esempi tali da non permettere al lettore cedimenti nostalgici.
Scorrono personaggi indimenticabili come la Signorina Snob, la Signora Cesira,  e l’impiegata milanese sempre in cerca dell’uomo ideale.
I tempi cambiano e la conoscenza  tra uomini e donne con successivo corteggiamento cede il passo alle chat. Del resto, afferma la Valeri, “Sono anni in cui si ride per niente”:
Viene automatico sganciarci dal testo in questione arrivando dritti alla vacua e ridanciana conduttrice Rai della domenica pomeriggio, in declinante compagnia delle due note colleghe in forza alle reti Fininvest, personaggi da codice penale, tale e tanto è stato negli anni il loro deliberato e pianificato impegno finalizzato a ridurre il livello culturale e morale nel nostro paese.
L’autrice non tralascia la fauna politica “Il politico si compiace di continuare a rovinarci la vita anche attraverso l’imitazione”, evidenziando la sboccataggine in voga nella suddetta categoria dove chi riveste una carica pubblica scade, dimentico del suo ruolo istituzionale, a guitto da avanspettacolo.
E di nuovo svincolandoci dal testo come non rammentare l’ex ministro degli interni intento a sputazzare noccioli di ciliegie.
A tale proposito sarebbe interessante conoscere il grado di educazione che vige nella sua famiglia e meglio ancora se in casa propria i noccioli di ciliegia li sputa per terra o fuori dalla finestra.
Il senso della misura a cui dovrebbe attenersi un autore di scheck è specificato in poche righe “Due parole di troppo distruggono un pezzo comico”.
Ecco serviti quanti sentenziano ipocritamente sulle aspettative della vita “Il decadimento fisico non piace a nessuno. I rattoppi lo rendono evidente, come per qualsiasi tessuto” e ancora “Le donne si accaniscono sulla propria faccia, gli uomini sul proprio sesso battaglie perse in partenza”.
Sul suo grande amore, il teatro, afferma “Che cosa è successo al teatro ? che grande personaggio sarebbe stato per Goldoni la Privacy. Profeta è stato Pasolini  vedendo nella televisione la decadenza fatale del teatro”.
Profondamente umane e lucide le considerazioni sull’amicizia “Ma un vecchio senza amici che ce sta a fa? Come direbbe la Signora Cecioni…i miei amici hanno minimo quarant’anni meno di me. E’ una bella amicizia, ti fa sentire necessaria, ed è proprio questo il nocciolo di questa nuova amicizia, che non è l’antico rispetto, ma uno scambio”.
Uno scarto malinconico riguarda lo sfaldamento delle piccole cose quotidiane misurata dalla inesorabile scomparsa dei negozi di vicinato dettato dalla foga da supermercato dove la gente non si conosce e i cassieri, sottostando ai vari contratti di lavoro, scandiscono la vita propria e altrui attraverso il conto della spesa.
Il consiglio rivolto a se stessa, ma che ognuno di noi dovrebbe fare proprio suona così “Non è sugli altri che si deve lavorare, è su se stessi…non si può teorizzare troppo sui modi di vivere, si viene continuamente smentiti”.

PROMEMORIA : i libri si acquistano in libreria.
Franca Valeri – La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia) – Einaudi, pp. 118, Euro 16,50.
In copertina foto di Fiorenzo Niccoli