Davide Azzolin, giovane poeta che ha appena conseguito la maturità classica, ottenendo il massimo dei voti e la lode, al Liceo Classico Ernesto Cairoli di Varese, è protagonista di due puntate di Poetando–Ergasterio, incentrate sulla figura della poetessa statunitense Sylvia Plath.
Nella prima delle due trasmissione a lui dedicate, Azzolin parla del suo “ergasterio poetico” e legge un componimento in lingua inglese intitolato «To her kins, with love», («Ai suoi cari con amore») che propone un suggestivo collegamento fra la Plath e il mondo classico. Di seguito vi proponiamo il testo integrale, accompagnato dalla traduzione.

To her kins, with love

Electra:
The day you died the Dirt ebb’d in the stones:
Thus, leaving mortal Hebes’ halls in peace
Far from the purple patios disappeared:
The day the duplex Ophis slay’d then wan’d,
The day It gaggèd on its ferrous tail
That acid mead you had already spewed,
Those holy honey dews had become blood

Chorus:
How filthy (oh, how filthy!)
Was your nasty hug!
Did not, did not approve
my handsome gorgeous god!
How many (oh, how many!)

Chorus scandalized
The liquid (not white liquid!),
Wickèd you’d libate!
Thou lavish Deity,
Sublime one,
Thou lavish Deity,
Gorgeous god,
Do not recall that batter’d hare!
Down thy eyelid,
Devious one,
Hope you never could think back…
Never the odor, never the blood,
Never the Evil and never the sludge!
Do not remember how many nerves,
Do not remember how many clots:
Some did scream: “She used a net!”,
Some: “Oh, gosh, she had giv’n life,
Her milky breasts he turn’d to red!”.
Never the burdock, never the net,
Never that bosom and never the cubs:
How horrid no-one said.

*

Now stop me, stop me, cease me soon!
May be cursèd my lewd tongue:
You have pass’d away, you died,
The Dirt ebb’d in the stones.
You have pass’d away, all gone;
Far from the patios flown.

Electra:
The day you died the Dark went underground.
It came the time the dead kill’d those who breath’d,
It came Snaketime and awful fatal wings,
The chitons went back clean, but not so white again…
The chitons went back clean…

Chorus:
Never, never white again.

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TRADUZIONE:

Ai suoi cari, con amore

Elettra:
Il giorno che voi moriste il Male si contrasse nelle lapidi:
Così, i simposi terreni più non assillando,
Lontano dalle porpore dell’aula regale scomparve:
Il giorno che il duplice Serpe uccise e poi perì,
Il giorno che si strozzò con la sua stessa coda ferrigna,
Quell’idromele acido avevate già vomitato,
Già eran diventate sangue quelle rugiade di sacro miele.

Coro:
Che indecenza (oh, che indecenza!)
Fu il vostro abbraccio immorale!
Non l’approvò, non l’approvò
Il mio dio bello bellissimo!
Quante (oh, quante!)
Coefore corifee scandalizzò
Il liquido (e non era bianco!),
Che tu, con perfidia, avresti libato!
Tu, divo generoso,
Dio sublime,
Tu, divo generoso,
Dio bellissimo,
Non richiamare al presente quella lepre massacrata!
Abbassa gli occhi,
Tortuoso dio,
Spero che giammai tu possa ripensare a…
Mai a quell’odore, mai a quel sangue,
Mai a quel Male, mai a quel fango!
Non rammentare quanti nervi tesi,
Non rammentare quanti grumi rappresi:
Uno urlò: “Ma lei usò una rete!”,
E un altro: “Oddio, lei gli aveva dato la vita,
E ora il suo petto odoroso di latte lui sporca tutto di rosso!”.
Non ricordare mai la bardana, mai la rete,
Mai quel germoglio e mai quei cuccioli:
Nessuno disse mai l’orrore.

*

No! ora fermami, fermami, bloccami subito!
Maledetta la mia lingua oscena:
Siete andati via, siete morti,
Lo Sporco si contrasse nelle lapidi.
Siete andati via, tutto risolto;
Volati via dai portici aerei.

Elettra:
Il giorno che voi moriste l’Oscuro se ne andò sotterra.
Venne il tempo per i morti di uccidere chi era in vita,
Venne il tempo del Serpente e delle orribili ali fatali,
I chitoni tornarono a essere puliti, ma non più così candidi…
I chitoni furono di nuovo puliti…

Coro:
Sì, ma mai più di nuovo candidi.