Dopo essere sopravvissuti, sul marciapiede di via Torino, al serrato slalom fra gruppi di persone in sosta per ridanciane o vibranti discussioni, fra brusche frenate per sopraggiunti squilli telefonici, fra ripartenze e arresti per frenetica scrittura di SMS, fra dietrofront improvvisi dettati da rivisitazioni di vetrine appena superate, si riacquista la misura di un passo regolare, svoltando in via Della Palla dove, presso la galleria Artespressione, ci attende la titolare Paula Nora Seegy, neo mamma di gemelli e per tale evento illuminata da uno sguardo e da un sorriso radioso.

"Artespressione nasce nel 2009, in un momento abbastanza difficile per l'arte espositiva, che cosa l'ha spinta ad una simile decisione?"
"Artespressione nasce da una passione più che da un progetto: ho semplicemente sentito, al di là delle difficoltà oggettive, che quello era il momento giusto. Mia madre, all'epoca, aveva un'autentica passione per i tessuti e ha creato il brand Nora Lou: erano pochette a porter, borsette in tessuto nate dalla sua creatività. Così, mi son detta che era giusto aprire uno spazio dove permettere anche alla creatività di mia madre di avere libero sfogo; è con questa piccola storia che è nata Artespressione. Poi nel 2011 ho incontrato Matteo Pacini e mi è sembrato naturale dare un curatore stabile alla Galleria: con lui ho messo in atto una serie di scelte espositive che si differenziavano e si differenziano ancora oggi da quelle presenti sulla piazza di Milano e di Lugano da dove provengo. Noi trattiamo giovani artisti emergenti, ma anche artisti con importanti curricula alle spalle, tutti contraddistinti da una ricerca molto personale e approfondita".

"A questo punto la domanda può solo riguardare la collaborazione con Matteo Pacini".
"Credo sia stato prima di tutto un bellissimo incontro di personalità e una grande fortuna; penso sia molto importante per la Galleria avere un curatore che si occupi personalmente, con regolarità e costanza della cura di ogni mostra. Non escludo situazioni dove saltuariamente ci possano essere altre collaborazioni, ma per me Matteo è un importante compagno di viaggio".

"Le sue scelte espositive comprendono pittura, fotografia, scultura. Perché ritenete opportune tali differenziazioni?"
"Perché è quello che sentivo e che volevo, perché io sono così e perché qui si esprime l'arte in tutte le sue forme. Stiamo pensando ad una mostra di ceramica perché è un'altra forma d'arte che mi ha sempre affascinato. Ogni aspetto della creatività che proponiamo è un'occasione sia per Matteo che per me di approfondire le nostre

conoscenze".

"Torniamo ai tessuti e alle borsette".
"Questo mio sentire discende da una tradizione di famiglia: dalla parte di mia madre, terra ligure, i familiari erano commercianti di tessuti. La sua passione nasce dall'infanzia, quando da bambina toccava questi tessuti nel negozio della zia; oggi, io mi ritrovo con gli armadi pieni di tessuti e di stoffe introvabili e mi rendo conto che li colleziono anch'io. La passione per le borsette era la passione di mia madre che io, più da consumatrice che da creatrice, ho ereditato".

"Lei ha una doppia esperienza di nazionalità, un po' svizzera un po' italiana. Quali sono a suo avviso le differenze culturali ed artistiche di questi due paesi?"
"Sono cresciuta a Lugano che è una città che si dà abbastanza da fare per l'arte moderna più che contemporanea, anche se c'è ancora molto da costruire. Ad esempio Zurigo è molto più effervescente, Basilea pur essendo piccola opera ad alti livelli. Milano, Parigi, Mosca, Atene sono città con un numero di abitanti molto più elevato. Di conseguenza i gusti e le possibilità che si mischiano facilmente generano risposte diversificate, numerose e adeguate alla varie necessità".

"Considerate alcune sue scelte espositive si può affermare che lei ha un debole per la cultura francese?"
"…Uhm, ni, mi dedico maggiormente a quella greca. Ci sono artisti ricchi di creatività, sono contenta di poter essere

partecipe della loro cultura, inoltre frequento parecchio Parigi ed è piacevole visitare musei e gallerie d'arte: ho un debole per le fotografie di Bourjac, è un artista che riesce a unire l'atmosfera affascinante della vecchia Parigi a poetici scorci di archeologia industriale".

"A questo punto facciamo un gioco: le dico alcuni nomi di artisti che hanno esposto in Galleria e lei per ognuno di loro esprime un pensiero. Graziano Carotti".
"Ho apprezzato la scultura di Carotti grazie a Matteo; Carotti è un personaggio difficile da penetrare e da scoprire, mi è piaciuta la sua apparente introversione e la sua umanità".

"Alessandro Kokocinski".
"L'arte di Kokocinski è come lui: gioiosa. Sembra all'apparenza avvicinabile ma in realtà è densa di mistero e del suo vissuto esistenziale".

"Sabina Feroci".
"E' stata la prima mostra di questa galleria: un'artista molto determinata e positiva. Il merito della sua mostra è dovuto ad un gallerista di Parigi che me l'ha presentata e subito mi sono innamorata delle sue sculture".

"Louis Bourjac".
"E' molto modesto e molto umano è anche molto francese – sorride divertita – E' estremamente professionale. Fra noi è nata una bellissima amicizia tant'è che abbiamo alcuni progetti nell'immediato futuro".