Valle Olona Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/valle-olona/ L'arte della provincia di Varese. Wed, 13 Dec 2023 08:19:59 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Valle Olona Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/valle-olona/ 32 32 Il Museo Fisogni festeggia il secolo dell’ “A8” https://www.artevarese.com/il-museo-fisogni-festeggia-il-secolo-dell-a8/ https://www.artevarese.com/il-museo-fisogni-festeggia-il-secolo-dell-a8/#respond Thu, 07 Dec 2023 11:07:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72803 Tradate –  Si inaugura l’11 dicembre a Villa Recalcati, la mostra “A8 Cento”, un’esposizione che rientra nell’ambito degli eventi che per tutto il 2024 celebreranno i 100 anni di storia dell’Autostrada A8 “dei Laghi”, considerata fra le prime al mondo, quale collegamento Varese – Milano e inaugurata nel 1924. Tra gli espositori non poteva mancare […]

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Tradate –  Si inaugura l’11 dicembre a Villa Recalcati, la mostra “A8 Cento”, un’esposizione che rientra nell’ambito degli eventi che per tutto il 2024 celebreranno i 100 anni di storia dell’Autostrada A8 “dei Laghi”, considerata fra le prime al mondo, quale collegamento Varese – Milano e inaugurata nel 1924.

Tra gli espositori non poteva mancare il Museo Fisogni che presenta, tra i pezzi più suggestivi in mostra, 11 pompe di benzina antiche provenienti dalla collezione privata che conserva la più grande raccolta al mondo di distributori di carburante storici.

I pezzi allestiti nel percorso sono datati dai primi del ‘900 agli anni ’80 e ripercorrono un secolo di storia della distribuzione della benzina: dai carrelli usati dai farmacisti nel 1910 ai mitici miscelatori per i due tempi.

Una storia, quella del carburante, che si intreccia strettamente con quella dell’Autostrada A8 e dell’evoluzione della viabilità in generale e che testimonia l’evoluzione parallela delle infrastrutture viabilistiche e delle stazioni di servizio, che in pochi decenni passarono dall’essere dei chioschi sulla strada a delle vere e proprie aree strutturate per l’assistenza automobilistica.

La mostra a Villa Recalcati sarà visitabile fino al 1 febbraio dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 17 e il venerdì dalle 9 alle 12.30. Il Museo Fisogni di Tradate è invece visitabile tutti i giorni su prenotazione (www.museo-fisogni.org).

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La pittura “esuberante” di Francesco Paula Palumbo https://www.artevarese.com/la-pittura-esuberante-di-francesco-paula-palumbo/ https://www.artevarese.com/la-pittura-esuberante-di-francesco-paula-palumbo/#respond Fri, 17 Nov 2023 07:58:35 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72522 Cairate –  Le opere pittoriche di Francesco Paula Palumbo arrivano per la prima volta in Lombardia e fanno tappa nella personale allestita al Monastero di Santa Maria Assunta Torinese d’adozione, (Taranto 1917 – Torino 2008) l’artista ha saputo andare oltre le tendenze e le correnti con una pittura esuberante, tridimensionale e allo stesso tempo delicata, leggera […]

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Cairate –  Le opere pittoriche di Francesco Paula Palumbo arrivano per la prima volta in Lombardia e fanno tappa nella personale allestita al Monastero di Santa Maria Assunta Torinese d’adozione, (Taranto 1917 – Torino 2008) l’artista ha saputo andare oltre le tendenze e le correnti con una pittura esuberante, tridimensionale e allo stesso tempo
delicata, leggera e compatta, in cui non si nota traccia di pennello, perché circolare e “olistica”.

Con i suoi intrecci e le fantasiose forme dal disegno deciso e sicuro, le tele si susseguono in un’interpretazione della natura allo stesso tempo geometrica e fiabesca. Una pittura straordinaria che affascina da vicino e da lontano, accompagnando costantemente l’osservatore in un percorso artistico e simbolico senza fine.

Uno stile originale, quello di Paula Palumbo, riconoscibile sempre, un simbolismo universale, più o meno celato, in cui ognuno può ritrovare spunti di riflessione e interpretazione in grado di far emergere vecchie e nuove consapevolezze.

La Mostra, sarà visitabile sino al 26 novembre il sabato e la domenica  dalle 14 alle 17, con ingresso gratuito.

Cenni biografici
Torinese d’adozione, nasce a Taranto il 14 marzo 1917 e muore a Torino il 22 ottobre 2008, inizia la sua carriera artistica negli anni ’30 sotto la sapiente guida del fratello Simone, pittore e scultore diplomato presso l’Accademia albertina di Belle Arti di Torino, collaboratore del celebre pittore e scultore Umberto Mastroianni. Per più di mezzo secolo Francesco Paula Palumbo ha trasferito sulla tela emozioni che solo la natura sa suscitare: paesaggi, fiori e frutta si offrono agli occhi degli spettatori con dovizia di particolari e amorevole cura. Le composizioni si presentano ordinate, quasi geometriche, con colori calibrati e intonati, tali da determinare una piacevole sensazione di equilibrio e rigore. Fantasiose forme dal disegno deciso e sicuro si susseguono, creando esuberanti intrecci che riempiono la superficie in tutte le sue parti senza lasciare nessuno spazio libero, così da suggerire un’ispirazione a tratti fiabesca nella riproduzione di una realtà immediata e quotidiana.

Una natura rivista e ricomposta che esprime l’essenza intima, quasi religiosa, delle forme.
Una visione del mondo allo stesso tempo razionale e ingenua, equilibrata ed esuberante, che costituisce la cifra stilistica di questo artista. Stile assolutamente personale che non deriva da scuole, o meglio, le attraversa e rivisita tutte, per giungere a una sintesi finale sua propria. Un itinerario tormentato, che è valso a Francesco Paula Palumbo molti riconoscimenti di critica e di pubblico.

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Nei sentieri dello storico Parco del Lanza https://www.artevarese.com/nei-sentieri-dello-storico-parco-del-lanza/ https://www.artevarese.com/nei-sentieri-dello-storico-parco-del-lanza/#respond Thu, 09 Nov 2023 10:16:33 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72427 Il “parco valle del Lanza”, è un’area protetta istituita nel 2002 che comprende una porzione di territorio al confine con la svizzera tra le provincie di Varese e Como, nei comuni di Malnate, Vedano Olona, Bizzarone, Solbiate Con Cagno, Valmorea e Rodero. Questo parco è un P.L.I.S cioè un parco di interesse sovracomunale riconosciuto dalla […]

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Il “parco valle del Lanza”, è un’area protetta istituita nel 2002 che comprende una porzione di territorio al confine con la svizzera tra le provincie di Varese e Como, nei comuni di Malnate, Vedano Olona, Bizzarone, Solbiate Con Cagno, Valmorea e Rodero.

Questo parco è un P.L.I.S cioè un parco di interesse sovracomunale riconosciuto dalla Regione Lombardia, istituito per protegge importanti peculiarità vegetazionali delle aree umide e delle sponde del torrente Lanza e del sistema delle cave di estrazione della pietra molera.

E’ conosciuto anche sotto altre denominazioni quali: parco della valle dei mulini, per l’abbondanza di manufatti di varie epoche storiche, o parco delle cave di Molera per l’importante lavorazione di estrazione della gonfolite, ma anche come parco della Valmorea per la storica ferrovia che vi transitava, proveniente da Castellanza e che nel comune di Valmorea aveva il suo termine nazionale, proseguendo poi in Svizzera fino a Mendrisio.

Qui sono inoltre presenti interessanti siti di archeologia industriale come gli oramai fatiscenti filatoi e opifici oltre ad alcuni mulini ad acqua, abbondanti nella valle nei secoli scorsi ed ora in parte ristrutturati e perfettamente funzionanti come il mulino Bernasconi presente dal 1772 e che ancor oggi macina e vende un’ottima farina, e il molino del Trotto sede di interessanti iniziative culturali dell’Ente Parco.

Nella valle del Lanza si scoprono angoli e storie affascinanti, camminando a bordo del fiume tra boschi igrofili in cui predominano salici, ontani, pioppi bianchi e farnie, accompagnati da bellissime specie di odonati, come libellule e damigelle dai colori sgargianti che ne abitano le roggie di derivazione, e se fortunati, anche dalla vista di uccelli e animali di rara bellezza.

Tante storie intorno a questa valle, tra tutte quella dell’estrazione della gonfolite una pietra arenaria localmente detta pietra molera, (utilizzata nella produzione di mole) ma conosciuta e usata già dalle popolazioni celtiche e dal 600 impiegata nella costruzione di palazzi, chiese e mura dei vicini paesi come Castiglione Olona.

Con il Rinascimento la molera viene utilizzata in tutto il ducato di Milano, sia nell’edilizia sacra che civile, come le ville dei visconti e gli argini del naviglio grande e dal 1870 si scopre il suo possibile uso per la realizzazione di macine da mulino e strumenti abrasivi dando così impulso a nuove fabbriche, creando una classe di esperti operai scalpellini e lasciandoci ad oggi cave escavate riconosciute dal 2015 monumento naturale!

Un’altra storia interessante è quella della ferrovia della Valmorea che, costruita a tratti dal 1904, arrivò nel 1926 fino a Mendrisio in svizzera, diventando una via di comunicazione internazionale. Fu poi gradualmente dismessa e alla fine degli anni settanta chiusa nonostante brevi passaggi di treni storici negli ultimi tempi e utilizzata per la presentazione di progetti ambiziosi relativi al suo riutilizzo in chiave turistica.

Da qualche mese una pista ciclabile attraversa una porzione della valle, ma una rete di sentieri ben tenuti e segnalati la percorre per intero.

Paolo Redemagni

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Al Museo Fisogni una nuova raccolta d’arte https://www.artevarese.com/al-museo-fisogni-una-nuova-raccolta-darte/ https://www.artevarese.com/al-museo-fisogni-una-nuova-raccolta-darte/#respond Fri, 29 Sep 2023 07:32:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71832 Tradate – Il Museo Fisogni, che raccoglie la più grande collezione al mondo (certificata dal Guinness World Record) di distributori di benzina antichi, presenta una nuova sezione dedicata alle opere d’arte a tema carburanti. “Una serie di acquisizioni importanti – spiega Nicolò Fisogni, figlio del fondatore Guido – per ampliare il respiro della collezione e […]

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Tradate – Il Museo Fisogni, che raccoglie la più grande collezione al mondo (certificata dal Guinness World Record) di distributori di benzina antichi, presenta una nuova sezione dedicata alle opere d’arte a tema carburanti.

“Una serie di acquisizioni importanti – spiega Nicolò Fisogni, figlio del fondatore Guido – per ampliare il respiro della collezione e valorizzare ulteriormente il Museo con opere di pregio. Possediamo già varie grafiche e pubblicità d’autore, e con l’arrivo di questi nuovi pezzi, ovviamente sul tema dei carburanti, vogliamo offrire ai visitatori un quadro più completo dal punto di vista artistico, che va ad aggiungersi al filone dell’archeologia industriale”.

Il Museo, che fa parte del Circuito Lombardo Musei del Design, conserva già diverse grafiche pubblicitarie d’autore, dai primi del ‘900 agli anni ’80, fra cui spiccano quelle di Marcello Nizzoli per Oliofiat e quelle di Lora Lamm, Giorgio Muggiani e Plinio Codognato per Pirelli. Degni di nota anche i noti loghi Agip e AgipGas, di Luigi Broggini e Federico Seneca, e i distributori di benzina di design: vi sono infatti modelli progettati da Alberto Rosselli, Eliot Noyes, Marcello Nizzoli e Mario Olivieri, e perfino la pompa di Mussolini, attribuita a Marcello Piacentini.

Tra le nuove opere d’arte esposte al Fisogni non mancano nomi noti dell’arte italiana e internazionale com la scultura della serie “Shell – Petit monument à Rotella” di Mimmo Rotella (un altro esemplare è esposto al MoMA di New York), il libro fotografico “Twenty six gasoline stations” di Edward Rusha e la litografia “Mogilgas Blue” di Andy Warhol; tra le opere troviamo anche alcune prove d’artista di Mario Schifano e quadri originali di Mino Maccari e Franco Villoresi.

Un totale di 21 opere di quattordici diversi artisti, tutte incentrate sul tema delle stazioni di servizio e delle compagnie petrolifere.
“Abbiamo scelto opere di importanti artisti del passato, come Warhol, Rotella e Rusha – spiega Fisogni – ma anche pezzi di artisti contemporanei, come Shepard Fairey, Andy Burgess o Dezache, per dimostrare come le stazioni di servizio e il petrolio siano un tema che ancora oggi colpisce e ispira non solo gli appassionati di automobilismo, ma anche artisti, designer e intellettuali”.

Il Museo è aperto tutti i giorni su prenotazione, telefonando al 335 6777118 o inviando una email a fisogni@museo-fisogni.org.  La visita alla collezione è guidata dal fondatore Guido Fisogni, che dal 1961 ha iniziato a collezionare i cosiddetti “petroliana”, oggetti legati al mondo del petrolio provenienti da tutto il mondo. Il Museo inoltre sarà eccezionalmente aperto domenica 1° ottobre dalle 15 alle 18.

Cenni storici

Il Museo Fisogni della stazione di servizio di Tradate (VA) conserva la più grande collezione al mondo di pompe di benzina antiche (dal 1892 ad oggi), certificata dal Guinness World Record nel 2000. Nasce dall’attività di Guido Fisogni, imprenditore oggi in pensione che nel 1961 avviò una società edile nel settore delle stazioni di servizio. La collezione si compone di circa 200 pompe e distributori dal 1892 ad oggi (i più vecchi restaurati e funzionanti) e oltre 6.000 oggetti fra targhe smaltate, gadget, giocattoli e attrezzi, tutti inerenti alle stazioni di servizio e alle società petrolifere. Non manca un ricco archivio di documenti e cartoline. Il Fisogni ricostruisce oltre un secolo di storia dell’automotive, dell’energia e del design e collabora con importanti istituzioni culturali come Triennale Milano e il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Il Museo è oggi conservato nella casa di famiglia a Tradate, Villa Castiglioni Fisogni.

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Giovanni Beluffi, in mostra cinquant’anni per l’Arte https://www.artevarese.com/giovanni-beluffi-in-mostra-cinquantanni-per-larte/ https://www.artevarese.com/giovanni-beluffi-in-mostra-cinquantanni-per-larte/#respond Sat, 16 Sep 2023 07:00:20 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71646 Cairate – Cinquant’anni vissuti nell’arte, con l’arte e per l’arte. Mezzo secolo che l’artista Giovanni Beluffi celebra con un’ampia antologica dal titolo “Dentro la Natura” al Monastero di S. Maria Assunta dal 24 settembre con inaugurazione alle 10.30. Oltre quaranta le opere esposte, realizzate tra il 2008 e il 2023 alcune delle quali di grandi […]

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Cairate – Cinquant’anni vissuti nell’arte, con l’arte e per l’arte. Mezzo secolo che l’artista Giovanni Beluffi celebra con un’ampia antologica dal titolo “Dentro la Natura” al Monastero di S. Maria Assunta dal 24 settembre con inaugurazione alle 10.30.

Oltre quaranta le opere esposte, realizzate tra il 2008 e il 2023 alcune delle quali di grandi dimensioni, sono ispirate alla natura, ai risvolti poetici che emana, dalla quale l’artista Ri-trova suggestivi spunti.

Scrive in catalogo l’assessore alla pubblica Istruzione Cultura e Turismo del Comune di Cairate, Cristina Luoni a proposito dell’opera del pittore: “…Lo stile personale, che da tempo lo caratterizza, rappresenta un’interpretazione fortemente intima  dei ricordi legati al territorio in cui le emozioni, le percezioni e gli stati d’animo dell’artista sono posti  al centro dell’opera. Così, con questa mostra, Giovanni mette in campo non solo la sua arte ma anche il suo talento nel cogliere e reinterpretare ciò che incontra nel suo cammino…”.

 

“…Luogo principale di questa nuova indagine – aggiunge il critico d’arte Luigi Cavadini che presenterà la mostra domenica – è, come sempre, il territorio che si estende dal lago di
Varese alla Valle Olona e privilegia in particolare gli scorci dove l’acqua ha una presenza rilevante. Sono ambiti che Beluffi percepisce come propri, entro cui si crogiola, dove ritrova se stesso nelle situazioni più diverse: vi si può esaltare nella luce che abbaglia, ma anche lasciarsi andare alla malinconia dei grigi, propria di alcuni giorni d’inverno dove i colori sembrano smarrire ogni parvenza di vita. Fondamentali in questo guardare – o, forse, sarebbe meglio dire traguardare – la natura è il senso di interiorizzazione di ciò che l’occhio vede, il cervello elabora, il cuore adotta, filtra e adatta ad una visualizzazione che si ammanta di verdi o di grigi o di azzurri, ma soprattutto si giova di una luce che l’artista legge “dentro” le acque, i boschi, i cieli…”.

La pittura di Beluffi è un’intima rivelazione di un sentire profondo dal tocco delicato, come una carezza. E là, dove la foschia “inebria” gli scorci, dove le luci si fanno soffuse e scure ecco scorgere la pennellata, decisa e dolce, che apre all’immensità di orizzonti sognanti dai quali lo sguardo dell’osservatore è rapito. E’ l’ incontro di sentimenti che si abbandonano lasciandosi trasportare nel sogno di una realtà altra.

In occasione del 50° e per la mostra è stato pubblicato un catalogo a cura del Consorzio
Artigiano L.V.G. di Azzate, nel quale sono pubblicate tutte le opere esposte, alcune delle quali
accompagnate da prose poetiche di Mario Chiodetti.

L’esposizione proseguirà sino al 22 ottobre. Orari settembre: sabato 14.30-18.30; domenica 10-12/14.30-18.30. In ottobre: sabato e domenica 14-17. Il 1° ottobre in occasione della Patronale la mostra sarà visitabile dalle 10 alle 18.

 

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DNA: FIBER. Storie tessili al Monastero di Cairate https://www.artevarese.com/dna-fiber-storie-tessili-al-monastero-di-cairate/ https://www.artevarese.com/dna-fiber-storie-tessili-al-monastero-di-cairate/#respond Wed, 21 Jun 2023 09:12:02 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70707 Cairate – Le sale del Monastero si preparano ad accogliere da sabato (24 giugno al 23 luglio) con inaugurazione alle 17, la mostra “DNA: FIBER ” di Elena Rizzardi a cura di Carla Tocchetti. Un programma originale e articolato che riconduce l’attività della fiber artist all’eredità genetica trasmessale dal nonno, titolare nel ‘900 di una […]

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Cairate – Le sale del Monastero si preparano ad accogliere da sabato (24 giugno al 23 luglio) con inaugurazione alle 17, la mostra “DNA: FIBER ” di Elena Rizzardi a cura di Carla Tocchetti. Un programma originale e articolato che riconduce l’attività della fiber artist all’eredità genetica trasmessale dal nonno, titolare nel ‘900 di una tessitura jacquard a Besnate, la Mazzucchelli.

Affascinata fin da piccola dal colorato universo dei fili e dei tessuti la piccola Elena manifesta presto il desiderio di dipingere, che realizza con l’incoraggiamento della famiglia. Terminati gli studi artistici la sua strada si intreccia nuovamente con il tessile, in un’azienda italiana leader nel settore dell’arredamento, la Saporiti Italia, dove Elena è da anni  interior designer. Nasce così, in parallelo all’attività professionale, la fiorente attività di fiber art, che elegge l’informale materico come propria linea espressiva e orienta la ricerca sul tema del riutilizzo tessile come nuova possibilità narrativa artistica.

L’esposizione di Cairate porta in scena quadri, arazzi, tappeti, pannelli di seta, oggetti rivestiti, in cui confluiscono suggestioni diverse: dai tessuti d’arredamento provenienti da scarti e campionari, a fibre recuperate di vario genere, a stucchi, gessi, e altri componenti di riciclo.
Una particolare sezione realizzata anche in collaborazione con il Museo del Tessile di Busto Arsizio, ricostruisce cent’anni di storia dello jacquard nel varesotto.

Introdotto nell’800 come tecnica rivoluzionaria per il tessuto operato, all’inizio del ‘900 molte famiglie varesotte (come i Mazzucchelli di Besnate) avevano intrapreso una produzione familiare di stoffe jacquard per soddisfare la grande richiesta di questo tipo di tessuto per abbigliamento e arredo. Nacque così anche una generazione di disegnatori tecnici in grado di far funzionare al massimo della potenzialità i telai, che arrivarono persino a rivaleggiare con Lione, storica capitale dello jacquard. Mentre le tessiture più piccole negli anni ’70 hanno dovuto cedere il passo all’evoluzione del distretto tessile, gli studi di disegno per jacquard sono evoluti insieme alla tecnologia e sono molto vitali ancora oggi.

E’ la storia della famiglia Angelo Pianezza di Azzio (VA), giunta alla terza generazione con i due studi di Luigi e Alessandro che oggi collaborano con le aziende del comasco per realizzare tessuti design dalle cravatte alle passerelle fashion: in mostra a Cairate, alcuni storici disegni tecnici di “messa in carta” con campioni di stoffe, soggetti oleografici e quaderni didattici del secolo scorso, oltre a tessuti design realizzati per l’alta moda attuale.
“Una grande opportunità, quella di poter individuare come il talento artistico per il tessile affondi le sue radici in un DNA familiare che appartiene al nostro territorio. Un saper fare manuale e intellettuale che da un secolo trascende l’artigianalità e recepisce tutte le istanze della modernità.

Il programma, organizzato dall’associazione Segreta Isola, è stato patrocinato dalla Provincia di Varese, dal Comune di Cairate, dal Comune di Besnate è realizzato in collaborazione con la Pro Loco Cairate, il Museo del Tessile, Saporiti Italia, Luigi Pianezza Azzio (Varese), e DB color prevede: domenica 25 giugno, 9 luglio e 16 luglio alle 17, laboratori con Elena Rizzardi (gratuiti, posti limitati); sabato 1 luglio alle 17, happening di poesia, fotografia e fiber art con Maria Elena Danelli, Maurizio Gabbana, Rosy Gallace, Salima Martignoni, Elena Rizzardi, Paola Surano e Carla Tocchetti. Domenica 23 luglio sempre alle 17,  finissage con una performance di  live art con l’artista.

La mostra sarà visibile fino al 23 luglio; orari: sabato 14.30-18.30 e domenica 10-12/ 14.30 -18.30); l’ingresso al Monastero è libero.

 

Note biografiche

Elena Rizzardi, classe 1962, besnatese, fin da piccola frequentava la piccola tessitura del nonno, affascinata dal colorato universo dei fili e dei tessuti, e manifestando prestissimo il desiderio di dipingere. La sua famiglia valorizza la sua inclinazione verso l’arte e la incoraggia a partecipare a piccoli laboratori di pittura. Successivamente quando Elena è adolescente, si iscrive al Liceo Artistico.
La sua sperimentazione espressiva inizia con l’uso di oli e acrilici su temi figurativi e astratti, ma ben presto riaffiora l’antica fascinazione per i tessuti, che nel frattempo sono diventati parte della sua attività professionale (Elena Rizzardi infatti lavora come arredatrice di interni presso Saporiti Italia). In anni recenti Elena Rizzardi elegge l’Informale Materico come propria linea espressiva, orientando la ricerca sul tema del riutilizzo artistico come nuova possibilità narrativa. Nelle sue opere, elaborate con una cifra assolutamente personale, confluiscono infatti suggestioni diverse, dai tessuti d’arredamento provenienti da scarti e campionari, a fibre recuperate di vario genere, ma anche stucchi, gessi, e altri componenti di riciclo. Nessun limite neppure alla finalizzazione artistica: la Rizzardi oltre a realizzare pannelli dal microformato al grandissimo, si cimenta anche nella produzione di originali accessori di design e complementi d’arredo, sia in pezzi unici che piccole tirature.
L’attività artistica Elena Rizzardi si è ulteriormente affermata negli ultimi anni a livello nazionale e internazionale con la partecipazione alle Biennali d’Arte a Venezia, Atene, Monreale (PA), Genova. Sue mostre sono state proposte da galleristi internazionali a Londra, Parigi, Zurigo, Praga, Atene, Lisbona, Innsbruck, Stoccarda, Barcellona e Alicante in Spagna e Propiano in Corsica. Fra le numerose mostre sul territorio italiano effettuate in oltre venti anni di attività espositiva si segnalano quelle di Venezia, Roma, Milano, Bologna, Genova, Torino, Bari, Ferrara e Mantova.
Importanti sono i riconoscimenti conseguiti recentemente a Parigi (Premio Picasso – Galleria Espace Thorigny Le Marais) e Barcellona (Concorso Internazionale Luxembourg Art Prize), e in Italia (Genova, Premio speciale SATURA Palazzo Stella; Palermo, premio Vittorio Sgarbi e premio Eccellenze Artistiche; Ferrara, Premio Dante Alighieri; Milano, Libreria Bocca; Terni Umbria Art Festival; Biella, Concorso Modigliani). Sue opere sono inoltre pubblicate nelle antologie ”L’arte al tempo del coronavirus” (Skira), nell’ “Atlante dell’Arte contemporanea 2021” (De Agostini), ne “La Poesia e L’Arte” curato da Salvo Nugnes (Art Factory) e in varie edizioni dell’Agenda degli Artisti (Libreria Bocca 1775 Milano).
Alcune opere di Elena Rizzardi, anche grazie alla collaborazione con Saporiti Italia, sono in collezione presso showroom e residenze private di prestigio anche internazionali, tra cui Singapore, Dubai, Londra, Lisbona, Atene, Ginevra, Lugano e Cannes.
Sito web: http://elenarizzardi.com/

 

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“Quadricromia” https://www.artevarese.com/quadricromia/ https://www.artevarese.com/quadricromia/#respond Mon, 19 Sep 2022 07:00:43 +0000 https://www.artevarese.com/?p=67340 Cavaria con Premezzo (VA) – La Sala Civica di via Ronchetti , si prepara ad accogliere l’esposizione “ QUADRICROMIA”, organizzata dalle Associazioni culturali Blaue Reiter e Keramicos. La mostra, che si inaugurerà domenica 25 settembre alle 11, è una nuova proposta artistica, sempre incentrata sul tema del cromatismo. In particolare gli artisti hanno inserito nella […]

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Cavaria con Premezzo (VA) – La Sala Civica di via Ronchetti , si prepara ad accogliere l’esposizione “ QUADRICROMIA”, organizzata dalle Associazioni culturali Blaue Reiter e Keramicos. La mostra, che si inaugurerà domenica 25 settembre alle 11, è una nuova proposta artistica, sempre incentrata sul tema del cromatismo. In particolare gli artisti hanno inserito nella loro tavolozza il bianco, il giallo, l’arancione e il rosso, nella fattispecie i colori che hanno caratterizzato il recente periodo pandemico. Le opere presentate non hanno comunque un esclusivo riferimento a tale periodo, ma riportano come denominatore comune, l’utilizzo di questi quattro colori che ciascuno ha trattato secondo la propria sensibilità.

Gli artisti che partecipano alla mostra sono: Laura Bertagno, Ivana Bonandini, Marco Carabelli, Giuseppe Catone, Fabio Colombo, Armando Cortese, Mauro Crivelli, Antonella De Laurentis, Vittorio Fieramonti, Maria Luisa Ielo, Nadir Lenzi, Lucia Marchesin, Rolan Marcolini, Ennio Melandri, Sonia Naccache, Marcello Papaleo, Lucia Pisanello, Anna Salerno, Marika Savasto, Claudio Scotti, G.Franco Testa, Massimo Turato, Silvia Turrina, Luisa Vaiana e Antonella Valdemarca.

La mostra potrà essere visitata sino al 9 ottobre nei seguenti orari: venerdì e sabato 16 -19; domenica 10 -12 / 16 -19.

Per informazioni: Armando Cortese – Presidente Ass. Cult. Blaue Reiter odv
Tel. 3477175102; email: armando.cortese@yahoo.it

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Cromaticus, uno spettro in Collegiata https://www.artevarese.com/66783-2/ https://www.artevarese.com/66783-2/#respond Sat, 30 Jul 2022 08:00:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=66783 Castiglione Olona – Alla scoperta dei colori che, 600 anni fa, trasfigurarono gli edifici voluti dal cardinale Branda Castiglioni. E’ il curioso invito volto ai bambini (dai 5 agli 11 anni) e alle famiglie che, per tutto il mese di agosto potranno scoprire e conoscere, divertendosi, una parte di storia dell’arte che riguarda il territorio. […]

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Castiglione Olona – Alla scoperta dei colori che, 600 anni fa, trasfigurarono gli edifici voluti dal cardinale Branda Castiglioni. E’ il curioso invito volto ai bambini (dai 5 agli 11 anni) e alle famiglie che, per tutto il mese di agosto potranno scoprire e conoscere, divertendosi, una parte di storia dell’arte che riguarda il territorio. Un percorso tutto nuovo in otto coloratissimi appuntamenti organizzati al Museo della Collegiata, sempre “aperto per ferie”, anche a Ferragosto.

“Cromaticus, uno spettro in Collegiata”, questo il titolo dell’inedito racconto, a cura di Laura Marazzi, che tutti i giovedì di agosto, sia al mattino sia al pomeriggio, porterà i bambini alla scoperta dei colori che, 600 anni fa, trasfigurarono gli edifici voluti dal cardinale Branda Castiglioni, finendo poi su tutti i libri di storia dell’arte.

Cromaticus è uno spettro che si aggira tra Collegiata, Museo e Battistero. Non è un fantasma, ma un essere straordinario, color arcobaleno. È difficile vederlo perché è timido e vive tra gli affreschi di Masolino. Obscurus, un altro personaggio, invece non è né timido né felice: è nero come la notte, ma vuole provare a diventare colorato grazie alla pittura di Masolino. Si tufferà nell’acqua verdina del Giordano e diventerà forse un po’ verde. Scompiglierà i capelli biondi degli angeli e diventerà forse un po’ giallo. Salirà nel cielo trapunto di stelle e diventerà un po’ blu. Cromaticus lascerà preziosi indizi per Obscurus: polverine colorate dai nomi antichi, come verdeterra, ocra gialla, azzurrite.

I bambini dunque sono invitati ad aiutare Obscurus ad andare a caccia di colori.
Nel laboratorio infatti saranno protagonisti i colori dello spettro cromatico, pronti a girare, secondo la fantasia dei bambini.

Gli appuntamenti si terranno nei giorni di giovedì 4, 11, 18 e 25 agosto nei seguenti orari:: 10.30 e 15,30 (max 10 bambini per turno) con prenotazione obbligatoria scrivendo a: didattica@museocollegiata.it. Il costo del percorso con laboratorio è di 6 euro a bambino (adulti 6 euro; biglietto famiglia per 2 adulti + 2 o più bambini 16 euro). Per gruppi precostituiti (min. 5 bambini) è possibile prenotare il percorso concordando altri giorni e orari.

Infine, tra le news da Castiglione si ricorda che: Mercoledì 10 agosto, in occasione di San Lorenzo, alle 21 sarà celebrata la Santa Messa in Collegiata; per chi vorrà visitare il Museo della colleggiata, domenica 7 agosto sarà aperto con orario continuato (10– 18) mentre lunedì, 15 agosto, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

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Una mostra a ricordo di Guido Giavini https://www.artevarese.com/una-mostra-a-ricordo-di-guido-giavini/ https://www.artevarese.com/una-mostra-a-ricordo-di-guido-giavini/#respond Tue, 21 Jun 2022 08:00:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=66185 Cairate – La mostra che si apre sabato (25 giugno) al monastero è dedicata alla memoria dell’artista Guido Giavini, (deceduto nel 2020 all’età di 92 anni). Voluta dai figli Cristina e Stefano, l’esposizione a sfondo benefico, intende oltre ricordare la figura del padre, sostenere le iniziative dell’Associazione “Amici dei Bambini di Don Crispino” per i […]

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Cairate – La mostra che si apre sabato (25 giugno) al monastero è dedicata alla memoria dell’artista Guido Giavini, (deceduto nel 2020 all’età di 92 anni). Voluta dai figli Cristina e Stefano, l’esposizione a sfondo benefico, intende oltre ricordare la figura del padre, sostenere le iniziative dell’Associazione “Amici dei Bambini di Don Crispino” per i progetti sull’istruzione dei piccoli in Congo.

Guido Giavini proviene da una famiglia dove l’arte scorreva nel sangue. Anche i fratelli amavano dipingere, ognuno seguendo la propria ricerca e il personale stile.

Suo maestro è stato per parecchi anni il pittore e amico Attilio Castiglioni, ma Guido poi, come tutti gli artisti, prende altri percorsi con “formule” diverse.
Agli inizi era interessato al disegno, in particolare bianco e nero, tecnica con la quale amava ritrarre le capanne africane. Poi, pian piano l’arrivo del colore, che approfondisce ed esplora con numerosi studi e ricerche. Non a caso, qualche riga sopra si parlava di “formule”. Numerosi infatti gli esperimenti, “ricette” vere e proprie, che creava con l’uso del del ‘polacroil’ (un mix idrosolubile di colori ad olio e acrilico, perfino acquarellabili).
Con questa particolare tecnica Giavini crea atmosfere nuove; la tavolozza si arricchisce e la materia viene esaltata, si ispessisce, donando all’opera una notevole carica espressiva nonché una vera e propria unicità ai lavori.

Nel corso della sua attività sono diversi i filoni ai quali si è dedicato negli anni: dalle figurazioni ad impatto impressionistico degli anni ’50, ai paesaggi d’impronta astratta dove si inizia ad intravvedere, anche se contenuta, una matericità “d’impasto” del colore (1955-1980) che viene spalmato e mescolato direttamente sulla tela . Giavini presenta paesaggi dove fonde ciò che l’occhio percepisce con il colore. Un terzo filone è quello che l’artista produce intorno agli anni ’70 e il 2000 quando l’astrazione, raggiunge la massima matericità (pittoscultura). La pittura si evolve in fenomeno scultoreo. La tela assume consistenza grazie all’uso del ‘polacroil’ applicato in notevole quantità, fino a formare strati movimentati, chiazze di materiale e di colore che si compenetrano gli uni sugli altri. Ma questo, al nostro Giavini, non basta e la semplice stratificazione, subisce un ulteriore intervento. Guido avverte la necessità di aggredire la materia graffiandola e incidendola. Una straordinaria tecnica dove il colore subisce uno sconvolgimento che permette ai colori sottostanti di riemergere. In questa fase, l’artista non disdegna la sperimentazione manuale pura. Le opere di questo periodo possono essere raccolte nella definizione di “reticolo materico”.
Segue, tra gli anni 1995 e 2010 la serie delle acque e degli ori. E’ una nuova fase, predominata dai toni dell’azzurro e del bianco dove spesso la presenza dell’oro simula situazioni impetuose ed instabili. Il ciclo viene associato ad una dimensione onirica anche se le composizioni si presentano più astratte delle precedenti.

Nell’ultimo periodo, tra il 2006-2012 si collocano i “Bassorilievi pittorici”: Giavini apre una nuova prospettiva artistica, applicando alla tela tradizionale un drappo (solitamente di raso o cotone) modellato ad onde e pieghe che vengono irrigidite mediante complessi procedimenti chimici dove il quadro risulta tridimensionale. Pur restando un’opera completamente astratta, si delinea un altro livello percettivo del quadro, più emotiva e fantasiosa soprattutto da parte dell’osservatore.

La mostra sarà dunque occasione di ripercorrere  l’opera di questo artista, che, per chi l’ha conosciuto appariva tranquillo, paziente ma che in realtà nascondeva un animo tumultuoso, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da inventare, da sperimentare. Lo studio approfondito del colore va oltre al rapporto con la luce e con la superficie del dipinto. Una ricerca, quella di Giavini, concentrata non solo sulla percezione cromatica ma anche su quanto la stessa si definisce sulla materia, sulla forma e sull’impatto con l’osservatore.

L’esposizione a sfondo benefico, che si svolgerà nel fine settimana, potrà essere visitata il sabato dalle 14.30 alle 18.30 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30. L’ingresso alla mostra, allestita al 1° piano, è da via Pontida ( parcheggio).

 

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La valle Olona terra di ville https://www.artevarese.com/la-valle-olona-terra-di-ville/ https://www.artevarese.com/la-valle-olona-terra-di-ville/#respond Sun, 12 Jun 2022 07:00:48 +0000 https://www.artevarese.com/?p=66005 Da Olgiate occorre passare l’Olona e risalire l’opposto pendio e da qui, dopo aver percorso “un ameno viale”, nell’Ottocento si giungeva a Gorla Minore e alle proprietà dei marchesi Terzaghi in seguito passate a un ramo secondogenito dei conti Durini. Si può ipotizzare che proprio in occasione delle nozze, avvenute nel 1763, fra Maria Teresa […]

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Da Olgiate occorre passare l’Olona e risalire l’opposto pendio e da qui, dopo aver percorso “un ameno viale”, nell’Ottocento si giungeva a Gorla Minore e alle proprietà dei marchesi Terzaghi in seguito passate a un ramo secondogenito dei conti Durini. Si può ipotizzare che proprio in occasione delle nozze, avvenute nel 1763, fra Maria Teresa Terzaghi e il capitano Carlo, rampollo dell’autorevole famiglia milanese, sia stata data alla dimora, denominata “la Magna”, una veste confacente al rango acquisito.

Gorla Minore, Villa Durini ora sede municipale

Ma di questa sistemazione e degli abbellimenti oggi non molto si può apprezzare perché l’edificio, sapientemente articolato e reso caratteristico da un portico di inconsueta leggerezza che apre sulla corte nobile, subì “riforme” nel tardo Ottocento ad opera del conte-architetto Emilio Alemagna. Fu questa figura molto ambita dalla nobiltà lombarda per la costruzione o l’adattamento delle ville di sua proprietà in Brianza o nel Varesotto, a dare alla Magna una veste neorococò valendosi anche dell’intervento del legnanese Mosè Turri per le pitture murali intonate a codesto gusto. Sempre a Emilio Alemagna, allievo del Balzaretto per i giardini, spetta la sistemazione dell’ombroso e vasto parco dove, quasi sul ciglio della valle, si impone oggi un edificio scolastico di severa eleganza voluto dal Comune di Gorla diventato proprietario del possedimento.

Gorla Minore, salone in villa Durini nel 1907

Come sede degli uffici municipali la villa ha visto ancora adattamenti tanto che oggi è impossibile ammirare quegli interni sontuosamente arredati visibili in un volume pubblicato nel 1907 e dedicato alle “Ville e castelli di Lombardia e laghi”. Dei conti Durini resta però ancora sulla facciata verso il parco, entro una fastosa cornice, lo stemma gentilizio con l’aquila coronata, la croce e la Corona Ferrea, insegna trionfale e pia della città di Monza di cui i Durini erano feudatari.

Gorla Maggiore, Palazzo Terzaghi, fregio neoclassico

Anche la casa da nobile a Gorla Maggiore dei Terzaghi, signori del borgo dal 1650 grazie alle ambizioni di monsignor Carlo Giacomo, canonico del Duomo di Milano, ha subito trasformazioni non lievi col trascorrere dei secoli e per i passaggi di proprietà. Abbattuto il muro di cinta che con un breve giardino antistante la divideva dalla piazza del paese, essa si presenta oggi, diventata ormai sede municipale, con l’aspetto semplice e austero datole nell’Ottocento. Che i proprietari, siano essi stati i Terzaghi, o il cavalier Negroni Prati o il conte Casati, tenessero a questa casa e alla sua veste onorevole lo provano però i fregi affrescati di gusto neoclassico (dunque del tempo di quando era ancora dei Terzaghi proprietari fino al 1868) ricomparsi in alcune sale grazie a un sapiente intervento di restauro compiuto qualche anno fa.

Fagnano Olona, Villa Benigno Bossi

Affrontando la discesa che s’avvia dal piazzale di casa Terzaghi e della chiesa dell’Assunta e attraversando ancora l’Olona si risale poi verso Fagnano “che ha pagine nella storia” secondo la “Grande Illustrazione” e che va fiera del castello, antemurale di Castelseprio ai tempi delle lotte fra Torriani e Visconti ai quali alla fine appartenne. Non distante da esso e congiunto al paese da uno scenografico e paesaggistico viale (almeno tanto tempo fa), nella località detta “Castellaccio” – e l’appellativo dice che anche questa era luogo di difesa – si incontra un edificio fatto sistemare dal possidente Benigno Bossi dopo averlo ereditato dalla madre, una Visconti del ramo di Orago. L’architetto che vi intervenne alla metà del Settecento seppe opportunamente sfruttare la sua collocazione e dal corpo centrale alleggerito da una colta serliana dispose le ali rivolte da una parte verso il viale e il borgo e dall’altra sulla valle dell’Olona e sull’ampio panorama prealpino.

Affiancata da una cappella dedicata all’Immacolata dipinta in un affresco da Biagio Bellotti, la villa di Benigno Bossi-Visconti si intona perfettamente a quel piacere rustico, ma non dimesso, tipico delle ville suburbane dove i milanesi del tempo che fu andavano per godere la salubrità dell’aria, la frescura nei mesi dell’estate e la piacevolezza dei “cannocchiali” su quella Lombardia proprio “in pace” per citare Manzoni.

Giuseppe Pacciarotti

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