Artisti Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/artisti-arte/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 18 Jan 2024 11:42:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Artisti Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/artisti-arte/ 32 32 Il Giappone a Gallarate con Yoshiko Kubota https://www.artevarese.com/il-giappone-a-gallarate-con-yoshiko-kubota/ https://www.artevarese.com/il-giappone-a-gallarate-con-yoshiko-kubota/#respond Fri, 12 Jan 2024 18:09:02 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73135 L’artista Yoshiko Kubota, performer di punta del famoso ed itinerante Festival dell’Oriente, sarà ospite nello storico Colorificio Checchi di Gallarate per una serie di incontri e workshop che illustreranno l’antica arte giapponese: dal Kintsugi, alla calligrafia e disegni su carta di riso, sino ad arrivare alle illustrazioni in stile Manga. Il primo evento è Incontro […]

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L’artista Yoshiko Kubota, performer di punta del famoso ed itinerante Festival dell’Oriente, sarà ospite nello storico Colorificio Checchi di Gallarate per una serie di incontri e workshop che illustreranno l’antica arte giapponese: dal Kintsugi, alla calligrafia e disegni su carta di riso, sino ad arrivare alle illustrazioni in stile Manga.

Il primo evento è Incontro d’artista con dimostrazione e si terrà il 20 gennaio presso lo show room Checchi di Via Da Vinci a Gallarate, all’interno dell’ex cotonificio Bellora, per toccare con mano il Kintsugi.

 Il kintsugi (金継ぎ AFI: [kʲĩnt͡sɨᵝɡʲi]), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente “riparare con l’oro”, è una tecnica di restauro ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare tazze in ceramica per la cerimonia del tè, Cha no yu.
Le linee di rottura, unite con lacca urushi, sono lasciate visibili, evidenziate con polvere d’oro. Gli oggetti in ceramica riparati con l’arte Kintsugi diventano vere opere d’arte: l’impreziosire con la polvere d’oro accentua la loro bellezza, rendendo la fragilità un punto di forza e perfezione. Ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico e irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.

Febbraio e aprile vedranno l’artista nipponica insegnare tecniche quali la calligrafia giapponese e il disegno su carta di riso e infine divulgare la filosofia alla base dei Manga e mostrare alcune tecniche per disegnare con questo stile molto amato anche in occidente.

Per un viaggio immersivo nel Giappone che divulga i propri segreti, insieme ad un’artista poliedrica e performativa, consultate il sito Checchi colori o prendete nota della locandina allegata.

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Due sculture che non si vedono a Gerusalemme https://www.artevarese.com/due-sculture-che-non-si-vedono-a-gerusalemme/ https://www.artevarese.com/due-sculture-che-non-si-vedono-a-gerusalemme/#respond Fri, 22 Dec 2023 09:00:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72943 Gerusalemme – Sculture invisibili, eppure esistenti, installate in un preciso spazio. Sono le opere che Salvatore Garau, artista visivo di dipinti su tela di grandi dimensioni, ha concepito durante la pandemia: opere immateriali che hanno acceso dibattiti in tutto il mondo e con le quali è riuscito a dare un corpo a un concetto: il […]

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Gerusalemme – Sculture invisibili, eppure esistenti, installate in un preciso spazio. Sono le opere che Salvatore Garau, artista visivo di dipinti su tela di grandi dimensioni, ha concepito durante la pandemia: opere immateriali che hanno acceso dibattiti in tutto il mondo e con le quali è riuscito a dare un corpo a un concetto: il nulla non esiste. Nel vuoto, lo dice anche la scienza, vive l’energia dalla quale tutto è stato generato.

Con quella stessa energia l’artista, di origini sarde, ha creato anche le due ultime sculture “esposte” a Gerusalemme, una sulla Spianata delle Moschee e l’altra davanti al Muro del Pianto, in linea d’aria molto vicine tra loro: invisibili/immateriali, ognuna alta tre metri e simili come due gocce d’acqua anche nel titolo, “Amore, Immenso Amore”.

Il solo titolo rende superflua qualunque spiegazione che inevitabilmente spoglierebbe di forza il significato profondo delle due sculture: una traccia più che sufficiente per “vederle”, lasciando alle persone la libertà di creare una forma col proprio pensiero e la propria immaginazione.

Spiega l’artista: “L’assenza della materia è un atto d’amore verso il non conosciuto e verso il mistero al quale quasi l’intera umanità si affida. Stiamo vivendo un momento in cui le informazioni hanno sovraffollato la nostra esistenza. È necessario pulire dall’eccesso di immagini la mente e la vista, scoprire la forza dell’essenziale e privarci di tutti gli orpelli che appesantiscono la nostra vita. Le due sculture di Gerusalemme, rispettoso canto impalpabile che però possiamo sentire, sono anche la risposta dell’Intelligenza Umana all’Intelligenza Artificiale, prima che questa prenda il totale sopravvento. Le sculture invisibili sono le uniche al mondo che non potranno mai essere copiate dall’AI.”

Le due opere posate a Gerusalemme sono la quarta e la quinta dopo la Sardegna, Milano e New York (2020/2021) delle 7 che Garau allestirà in altrettante piazze del mondo.

Cenni biografici

Salvatore Garau è nato a Santa Giusta (Oristano) nel 1953. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1974. Tre anni dopo entra a far parte del gruppo rock d’avanguardia degli Stormy Six. Tiene concerti nei teatri e festival d’Europa. Dall’inizio degli anni ottanta si dedica a tempo pieno alla ricerca visiva. È del 1984 la sua prima personale allo studio Cannaviello di Milano, cui seguiranno un gran numero di mostre, che lo vedranno impegnato a Lugano, Losanna, Barcellona, San Francisco, Washington, Strasburgo, Londra… Due presenze alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2003 (evento collaterale) e nel 2011. Negli ultimi anni ha tenuto personali nei musei di Saint-Etienne, Cordoba, Brasilia, San Paolo, Montevideo ecc… Nel 2017 Ha scritto e diretto “La Tela”, docu-film girato in un carcere di Alta Sicurezza. Nel 2019 ha girato un corto sulle ultime opere Futuri Affreschi Italiani. I due film sono stati invitati in decine di Film Festival. Nel 2021 le opere immateriali “Io Sono” e “Davanti a Te” vendute all’asta hanno acceso dibattiti in tutto il mondo.

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Azelio Corni, … nel nome del segno https://www.artevarese.com/azelio-corni-nel-nome-del-segno/ https://www.artevarese.com/azelio-corni-nel-nome-del-segno/#respond Mon, 04 Dec 2023 18:14:35 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72754 Busto A. – Lontano da qualsiasi riferimento naturalistico e da facili estetismi, il lavoro pittorico di Azelio Corni si realizza lungo un percorso visivo segnico, grazie una sapiente integrazione di elementi grafici orizzontali e verticali su ampie superfici pittoriche. Superfici che spesso offrono il campo a elementi grafici realizzati come vasti spazi monocromatici in cui […]

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Busto A. – Lontano da qualsiasi riferimento naturalistico e da facili estetismi, il lavoro pittorico di Azelio Corni si realizza lungo un percorso visivo segnico, grazie una sapiente integrazione di elementi grafici orizzontali e verticali su ampie superfici pittoriche. Superfici che spesso offrono il campo a elementi grafici realizzati come vasti spazi monocromatici in cui domina il colore nero.

Elementi pittorici che nella loro forma rimemorano oggetti di natura primitiva e arcaica quali dettagli di storie passate e che per frammenti si fanno presenza, momenti tangibili di una esistenza.
Un mondo immerso da una linearità segnica che coinvolge più superfici pittoriche dentro definite tensioni spaziali.

Ampi teleri in cui le tensioni visive giocate, tra luci e ombre, creano specifiche vibrazioni ottiche. O come in “Dark web” dove gli ampi tracciati grafici costruiscono una serie di aggregazioni geometriche i cui tasselli quadrati, nell’ aggregarsi e disperdersi, sul vasto campo della tela realizzano un vibrante gioco di contrasti.

Teleri spesso semplicemente tracciati attraverso segni grafici monocromatici, stesi in un campo visivo immateriale, la cui trasparenza visiva attenua la dimensione monolitica delle strutture. O alfabeti immaginari come nelle “Bioscritture”, dove i frammenti grafici di un immaginario linguaggio costruiscono superfici cromatiche con un alfabeto appena delineate.

O come nei “Diagrammi” dove sottili linee grafiche compongono e si sovrappongono in forma di contenitori, le cui superfici, trasparenti, sono distribuite, quali semplici tracce lungo l’intera spazialità delle tele.

Oppure come nella serie “Promemoria” dove gli elementi grafici costruiscono immagini di scatole, contenitori aperti/socchiusi, quali metafore di situazioni e di memorie vissute nel tempo, a suggerire potenziali situazioni destinate ad essere elementi d’eredità, da preservare, da conservare.

Un mondo pittorico che nella sua diversità e complessità si fa metafora delle nostre quotidiane esistenze. Un mondo le cui strutture percettive, date dalle relazioni spaziali tra segno, colore, forma, fanno dello spazio inclusivo, un assoluto e nella sua espressività una grammatica segnica tangibile, ben definita.

Un mondo capace d’andare al di là della semplice rappresentazione, della mutevolezza e dinamicità dello spazio pittorico in cui compaiono per farsi luogo di idee e di una precisa funzione estetico/linguistica.

Antonio Maria Pecchini

Cenni Biografici

Azelio Corni è nato nel 1948, si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti in Brera. Insegna Discipline Pittoriche nel Liceo Artistico Statale “Paolo Candiani” in Busto Arsizio e Comunicazione Visiva all’Accademia A.C.M.E di Novara. Per anni ha operato nel campo delle arti visive, partecipando a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’Estero (Stati Uniti, India, Kingdom of Bahrain e Giappone). Le sue opere sono state acquisite da istituzioni pubbliche, private e da Istituti di credito.

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“In Ascolto” di Irene Habegger e Alex Sala https://www.artevarese.com/in-ascolto-di-irene-habegger-e-alex-sala/ https://www.artevarese.com/in-ascolto-di-irene-habegger-e-alex-sala/#respond Sun, 22 Oct 2023 08:00:14 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72108 Milano – Domenica 29 ottobre alle 17 si inaugura a Circuiti Dinamici (via Giovanola) la bipersonale “In Ascolto” di Irene Habegger e Alex Sala, a cura di Sonia Patrizia Catena e Lorenzo Argentino.   Una mostra che si inserisce nel progetto “Nuovi punti di vista DINAMICI” e che vede i due artisti, vincitori dei precedenti […]

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Milano – Domenica 29 ottobre alle 17 si inaugura a Circuiti Dinamici (via Giovanola) la bipersonale “In Ascolto” di Irene Habegger e Alex Sala, a cura di Sonia Patrizia Catena e Lorenzo Argentino.
 
Una mostra che si inserisce nel progetto “Nuovi punti di vista DINAMICI” e che vede i due artisti, vincitori dei precedenti concorsi, condividere lo spazio in un’ottica di comunità, convivenza e condivisione in cui restano visibili le differenze e, al contempo, si definiscono occasioni di incontro e di scambio.
I due artisti, sebbene siano differenti, entrano in ascolto di “paesaggi” naturali o umani: Irene Habegger si confronta soprattutto con spazi e luoghi reali, fragili e di confine; Alex Sala invece descrive il suo corpo come un territorio da esplorare e un luogo dalle infinite possibilità.
La produzione di Irene Habegger (Buenos Aires, 1989) sembra appartenere a un altro tempo – in controtendenza con il paradigma dell’arte contemporanea – sia nell’atto di attenzione verso i suoi soggetti: paesaggi naturali, figure umane e ritratti, sia nella ricerca di un’espressività pittorica che colpisca con la sua materia immaginante. L’artista si misura con la capacità di osservazione della realtà e con l’educazione allo sguardo, un’attitudine ormai rara e superata dal primato della velocità odierna.
Parte fondamentale dell’opera di Alex Sala (Magenta, 1977) sono invece le esperienze di vita vissuta, quelle personali, provate e avvertite sulla propria pelle, nel proprio intimo sentire. L’artista concentra la sua indagine sulla semplicità del quotidiano con i suoi oggetti ed eventi, altresì sulla ricerca interiore come processo del fare artistico. Il suo non è uno studio oggettivo ma un corpo a corpo con se stesso, un piccolo campionario di momenti decisivi, relativi alla sua esistenza, legati da un filo rosso: il suo volto e la sua identità.
La mostra resterà aperta fino al 15 novembre. Orari: da mercoledì a venerdì dalle 17 alle 19 e su appuntamento.

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#rosevolanti: un omaggio ad Alda Merini https://www.artevarese.com/rosevolanti-un-omaggio-ad-alda-merini/ https://www.artevarese.com/rosevolanti-un-omaggio-ad-alda-merini/#respond Thu, 12 Oct 2023 06:00:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72031 Milano – Domenica 15 ottobre l’artista milanese Nadia Nespoli torna al Sun Strac con #rosevolanti, un’iniziativa di arte pubblica aperta a tutti i cittadini. Ispirandosi alla poesia di Alda Merini e richiamando le Rose nell’insalata di Bruno Munari, Nespoli crea un’installazione interattiva inserita nella cornice en plein air del Parco Nord Milano. Con un intervento […]

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Milano – Domenica 15 ottobre l’artista milanese Nadia Nespoli torna al Sun Strac con #rosevolanti, un’iniziativa di arte pubblica aperta a tutti i cittadini. Ispirandosi alla poesia di Alda Merini e richiamando le Rose nell’insalata di Bruno Munari, Nespoli crea un’installazione interattiva inserita nella cornice en plein air del Parco Nord Milano.

Con un intervento installativo e performativo inedito, che coinvolge grandi e bambini, Nespoli trasforma la distesa d’erba che si affaccia sul lago di Niguarda in un grande prato fiorito, collocandovi una scia di centinaia di “rose” a stampa artistica e, disseminate attorno, tante “rose” poetiche.

Il percorso sensoriale coinvolge attivamente i partecipanti nella costruzione dell’opera, che sarà esposta in mostra a Cesano Maderno (MB) tra gennaio e febbraio 2024.
I visitatori, anche di passaggio durante un giro a piedi, in biciclettata o in corsa nel parco, sono infatti invitati non solo ad ammirare l’opera, ma anche a camminare nel prato e firmare la propria “rosa volante”, scegliendone una da portare a casa.

“Ogni rosa è unica”, spiega la curatrice Margherita Zanoletti, – esito del gesto dell’artista che ha immerso la corolla nel colore e, usandola come un timbro, ha impresso la sua impronta sulla carta”. È da dedicare e regalare, appendere e ammirare, immortalare e condividere . È un omaggio alla creatività, all’operatività e al gioco poetico. #rosevolanti copre tutta la giornata di domenica, con due appuntamenti (alle 11 e alle 16) che prevedono una performance artistica. In caso di maltempo l’iniziativa verrà riprogrammata a data da destinarsi.

Rose,
rose volanti,
parole mie
che ve ne volate
nel cielo d’Italia
a cercare chi sempre aspetta l’amore
e ancora non si stanca.
Rose di poesia
che crescete e sbocciate
senza che nessuno si curi mai di voi,
come i puri miracoli
che sempre accadono
con la forza immane del mistero.

Alda Merini

Informazioni utili:

Sun Strac – piazzetta del Lago di Niguarda, Via Ornato ang. Via Aldo Moro Milano
ingresso libero.

Cenni biografici
Nadia Nespoli vive e lavora a Milano. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha all’attivo numerose mostre e installazioni, tra cui La differenza (Milano, 2023); Visible/Invisible (Hangzhou, 2022), Offerte di tempo (Milano, 2022), Animalia (Lodi, 2021), Integration. Expression on a Global Society (Stoccolma, 2019) e Meditazioni per occhi (Milano, 2019). Nel contesto espositivo, Nadia integra proposte di natura interattiva e laboratoriale. Nel 2012 fonda il Laboratorio Artemisia presso la Casa di reclusione di Milano – Bollate.

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Giovanni Beluffi, in mostra cinquant’anni per l’Arte https://www.artevarese.com/giovanni-beluffi-in-mostra-cinquantanni-per-larte/ https://www.artevarese.com/giovanni-beluffi-in-mostra-cinquantanni-per-larte/#respond Sat, 16 Sep 2023 07:00:20 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71646 Cairate – Cinquant’anni vissuti nell’arte, con l’arte e per l’arte. Mezzo secolo che l’artista Giovanni Beluffi celebra con un’ampia antologica dal titolo “Dentro la Natura” al Monastero di S. Maria Assunta dal 24 settembre con inaugurazione alle 10.30. Oltre quaranta le opere esposte, realizzate tra il 2008 e il 2023 alcune delle quali di grandi […]

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Cairate – Cinquant’anni vissuti nell’arte, con l’arte e per l’arte. Mezzo secolo che l’artista Giovanni Beluffi celebra con un’ampia antologica dal titolo “Dentro la Natura” al Monastero di S. Maria Assunta dal 24 settembre con inaugurazione alle 10.30.

Oltre quaranta le opere esposte, realizzate tra il 2008 e il 2023 alcune delle quali di grandi dimensioni, sono ispirate alla natura, ai risvolti poetici che emana, dalla quale l’artista Ri-trova suggestivi spunti.

Scrive in catalogo l’assessore alla pubblica Istruzione Cultura e Turismo del Comune di Cairate, Cristina Luoni a proposito dell’opera del pittore: “…Lo stile personale, che da tempo lo caratterizza, rappresenta un’interpretazione fortemente intima  dei ricordi legati al territorio in cui le emozioni, le percezioni e gli stati d’animo dell’artista sono posti  al centro dell’opera. Così, con questa mostra, Giovanni mette in campo non solo la sua arte ma anche il suo talento nel cogliere e reinterpretare ciò che incontra nel suo cammino…”.

 

“…Luogo principale di questa nuova indagine – aggiunge il critico d’arte Luigi Cavadini che presenterà la mostra domenica – è, come sempre, il territorio che si estende dal lago di
Varese alla Valle Olona e privilegia in particolare gli scorci dove l’acqua ha una presenza rilevante. Sono ambiti che Beluffi percepisce come propri, entro cui si crogiola, dove ritrova se stesso nelle situazioni più diverse: vi si può esaltare nella luce che abbaglia, ma anche lasciarsi andare alla malinconia dei grigi, propria di alcuni giorni d’inverno dove i colori sembrano smarrire ogni parvenza di vita. Fondamentali in questo guardare – o, forse, sarebbe meglio dire traguardare – la natura è il senso di interiorizzazione di ciò che l’occhio vede, il cervello elabora, il cuore adotta, filtra e adatta ad una visualizzazione che si ammanta di verdi o di grigi o di azzurri, ma soprattutto si giova di una luce che l’artista legge “dentro” le acque, i boschi, i cieli…”.

La pittura di Beluffi è un’intima rivelazione di un sentire profondo dal tocco delicato, come una carezza. E là, dove la foschia “inebria” gli scorci, dove le luci si fanno soffuse e scure ecco scorgere la pennellata, decisa e dolce, che apre all’immensità di orizzonti sognanti dai quali lo sguardo dell’osservatore è rapito. E’ l’ incontro di sentimenti che si abbandonano lasciandosi trasportare nel sogno di una realtà altra.

In occasione del 50° e per la mostra è stato pubblicato un catalogo a cura del Consorzio
Artigiano L.V.G. di Azzate, nel quale sono pubblicate tutte le opere esposte, alcune delle quali
accompagnate da prose poetiche di Mario Chiodetti.

L’esposizione proseguirà sino al 22 ottobre. Orari settembre: sabato 14.30-18.30; domenica 10-12/14.30-18.30. In ottobre: sabato e domenica 14-17. Il 1° ottobre in occasione della Patronale la mostra sarà visitabile dalle 10 alle 18.

 

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L’ AI artist Mauro Martino, nuova opera a Malpensa https://www.artevarese.com/l-ai-artist-mauro-martino-nuova-opera-a-malpensa/ https://www.artevarese.com/l-ai-artist-mauro-martino-nuova-opera-a-malpensa/#respond Mon, 04 Sep 2023 18:00:14 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71500 Malpensa – Nuovo appuntamento nel programma espositivo di arte digitale prodotto e curato da MEET Digital Culture per Sea.  Giovedì 14 settembre, alle 16 al Terminal 1, verrà inaugurata “Milano Fabbrica di Futuro“, l’installazione diamica, audiovisiva di Mauro Martino, uno degli AI artist (artista con l’intelligenza artificiale) più rappresentativi a livello internazionale. L’opera sarà presentata […]

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Malpensa – Nuovo appuntamento nel programma espositivo di arte digitale prodotto e curato da MEET Digital Culture per Sea.  Giovedì 14 settembre, alle 16 al Terminal 1, verrà inaugurata “Milano Fabbrica di Futuro“, l’installazione diamica, audiovisiva di Mauro Martino, uno degli AI artist (artista con l’intelligenza artificiale) più rappresentativi a livello internazionale.

L’opera sarà presentata in anteprima giovedì 7 settembre durante il noto e prestigioso Ars Electronica Festival 2023 di Linz in un’iniziativa realizzata con il supporto del Ministero della Cultura. Mauro Martino terrà nel Deep Space di Linz un talk nel quale racconterà il senso del suo lavoro, la  ricerca e il suo punto di vista sui sistemi creativi basati sull’Intelligenza Artificiale.

“Milano Fabbrica di Futuro” fa parte della serie Nice To Meet You,  prodotto e curato da MEET Digital Culture Center,  primo Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale nato a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo.

“Progettata appositamente per lo spazio espositivo dell’aeroporto, si avvale di avanzati sistemi di Intelligenza Artificiale per generare un’opera audiovisiva “letteraria”, basata su testi di diversa natura» – precisa Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente di MEET. «Sono stati selezionati dall’autore e incorporati nel processo creativo attraverso tecniche di machine learning e AI. Le immagini audiovisive derivano dai racconti di figure eminenti della cultura storica e contemporanea che citano o descrivono Milano. L’artista guida l’intero processo e la sua direzione artistica definisce la visione e il ritmo dell’opera,  arricchita dal sound concept di Philip Abussi, che ha utilizzato una nuovissima risorsa d’Intelligenza Artificiale per accompagnare le suggestive rappresentazioni visive”.

A ispirare il lavoro di Martino è l’opera letteraria I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Spiega l’artista: “L’immagine del Duomo come gran macchina racchiude in sé il senso dell’ininterrotto flusso di creatività, tecnica e immaginazione che caratterizza la progettualità milanese: cantiere infinito di ideazione ed esecuzione, nel quale non conta il punto di arrivo ma il rinnovamento continuo, nel segno di una futuribilità aperta, capace di vivificare la memoria per mezzo di un illimitato gioco di ricambi ed invenzioni”.

Il progetto “Milano Fabbrica di Futuro” vuole, quindi, rappresentare il perpetuo fermento culturale, economico, artistico e architettonico del capoluogo lombardo che presenta da diversi punti di vista e temi:economia, industria, architettura,cultura, spettacolo, moda e design, mostrando, nelle trasformazioni dell’antico nel contemporaneo, diverse esperienze produttive: dalle macchine volanti di Leonardo a quelle inutili di Munari; dai primi esempi di illuminazione pubblica alle lampade di Castiglioni; dalle acque affioranti a quelle sommerse dei Navigli; dal Duomo alla Torre Velasca e al Bosco Verticale; da Carlo Emilio Gadda a Giorgio Strehler a Mila Shön.

 

Cenni biografici

Mauro Martino ricopre il ruolo di Principal Research Scientist e Manager al MIT-IBM Watson AI Lab a Cambridge, MA, USA, istituzione leader nella ricerca sull’intelligenza artificiale. Ha al suo attivo numerosi brevetti e ha co-firmato oltre 40 pubblicazioni scientifiche.

I suoi lavori di generative AI e di visualizzazione dei dati sono apparsi su media prestigiosi come la BBC, Scientific American, The New York Times, The Washington Post, Süddeutsche Zeitung, Der Spiegel, Le Figaro, Corriere della Sera, National Geographic, Popular Science e Wired. Riconosciuto come un eminente artista a livello internazionale, le sue opere sono state esibite globalmente in location prestigiose come la Biennale di Venezia, la Serpentine Gallery di Londra, il Ludwig Museum di Budapest, il GAFTA di San Francisco, il Lincoln Center di New York e lo ZKM | Center for Art and Media di Karlsruhe, Germania. Inoltre, le sue creazioni sono parte della collezione permanente dell’Ars Electronica di Linz.

Martino ha anche ottenuto numerosi riconoscimenti come designer. Tra i premi da lui ricevuti figurano la medaglia d’oro al Vizzies Visualization Challenge 2017 della National Science Foundation, il Webby Award, l’Innovation by Design Award di Fast Company e l’Information is Beautiful Award. Il suo progetto artistico, AIPortraits (2018/2019), ha avuto l’onore di essere la prima applicazione generativa basata su GAN a ottenere fama virale a livello globale, raggiungendo oltre 8 milioni di utenti unici al giorno.

Al di fuori del suo lavoro di ricerca, è Professor of Practice alla Northeastern University, dove da anni guida il corso su Intelligenza Artificiale per la Creatività e il Design. Annualmente, Martino condivide la sua expertise tenendo workshop e conferenze su IA e creatività in istituzioni rinomate, tra cui il MIT e l’Università di Harvard.

 

 

 

 

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Foon Sham, nelle sue opere l’anima e i sussurri del legno https://www.artevarese.com/foon-sham-nelle-sue-opere-lanima-e-i-sussurri-del-legno/ https://www.artevarese.com/foon-sham-nelle-sue-opere-lanima-e-i-sussurri-del-legno/#respond Mon, 28 Aug 2023 09:28:37 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71411 Venezia – Ruota sul proprio asse la misura necessaria affinché la forma di “Ductile II” (2023) collocata ai Giardini della Marinaressa possa esprimere a pieno la propria sinuosa eleganza. Il suo creatore, Foon Sham, da oltre trent’anni crea sculture affidandosi al calore e alla duttilità del legno. L’insieme di tasselli che compongono l’opera testimoniano, oltre […]

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Venezia – Ruota sul proprio asse la misura necessaria affinché la forma di “Ductile II” (2023) collocata ai Giardini della Marinaressa possa esprimere a pieno la propria sinuosa eleganza.

Il suo creatore, Foon Sham, da oltre trent’anni crea sculture affidandosi al calore e alla duttilità del legno. L’insieme di tasselli che compongono l’opera testimoniano, oltre alla linfa creativa dell’artista, anche una pluridecennale sapienza artigianale.

Se in apparenza “Ductile II” può rimandare ad una struttura architettonica, in realtà la sua forma e le componenti che ne determinano la struttura conducono ad una possibile collocazione fiabesca, a un luogo dove personaggi fantastici possono trovare conforto e riparo al suo interno e dove la cadenza del vento, penetrando negli spazi di cui è composta l’opera, affini magiche sonorità.

Il visitatore a sua volta percorrendo a 360 gradi la forma di “Ductile II” ne scoprirà i segreti formali e magnetici.
Accostandosi ai tasselli ne coglierà, se avrà la pazienza di rimanere a lungo accanto ad essi, la successione di luci e ombre cadenzate dal trascorre delle ore diurne e ponendo le dita nelle fessure percepirà l’anima del legno e i suoi sussurri arrivando a concepire una intensa e intima comunione con la materia.

Foon Sham – “Ductile II” – Venezia – Giardini della Marinaressa, Riva dei Sette Martiri. Fino al 26 novembre 2023. Orario: lunedì-domenica 7-20.30.

Mauro Bianchini

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“Crescere per rimanere bambini” https://www.artevarese.com/crescere-per-rimanere-bambini/ https://www.artevarese.com/crescere-per-rimanere-bambini/#respond Sun, 06 Aug 2023 18:21:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71207 Eccolo il Francesco Marelli in una fotografia spuntata fuori da un libro rimasto chiuso per chissà quanto tempo. Sul retro una data: “18 aprile 1997” e l’indicazione di un luogo: “Civate”, raggiunto – mi ricordo – dopo un lungo cammino con i cagnareschi allievi dell’Artistico in gita “culturale”. É lì e già ha indosso qualcosa […]

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Eccolo il Francesco Marelli in una fotografia spuntata fuori da un libro rimasto chiuso per chissà quanto tempo. Sul retro una data: “18 aprile 1997” e l’indicazione di un luogo: “Civate”, raggiunto – mi ricordo – dopo un lungo cammino con i cagnareschi allievi dell’Artistico in gita “culturale”. É lì e già ha indosso qualcosa di rosso, la barba è però ancora nera e non lunga come ora, sempre il suo sguardo che trasmette simpatia e limpidità di pensiero.

Da quanti anni conosco Francesco Marelli? Da tanti e forse è davvero arrivato il momento di scrivere, per quel che son capace, di lui e dei lavori che crea per i quali mi è sempre venuto da ripetere solo, ma con la più schietta semplicità: “che belli!” o “che bellezza!”.

Non so in quale casella degli odierni, svariati fare artistici si possa sistemare Francesco, né mi interessa saperlo. So solo che ogni sua opera è per me una sorpresa repentina e insolita, una fantasia divagante, un “gioco” di apparente semplicità che diventa subito complesso, al quale siamo invitati, fors’anche trascinati, a partecipare per trovarvi rimembranze, emozioni e suggestioni perdute o, forse, mai vissute.

Sono opere trasgressive? Si forse, “ma con juicio” direbbe Manzoni, perché queste invenzioni di qualità hanno un punto di partenza semplice, conosciuto, ma da questo, che diventa la sua forza, Marelli sa trarre, perfetto creatore-artigiano, forme affondate in un mondo immaginario che vuole far breccia a chi sta davanti per fare intendere un universo autentico e semplice nel quale vale la pena di vivere.

Ho sempre pensato che Marelli sarebbe piaciuto alla congrega degli Scapigliati che vi avrebbero trovato la stessa vena trasgressiva e alternativa che li distingueva dai paludati maestri di Brera, l’Accademia che Francesco ha doverosamente frequentato venendo giù col pullman della Stie da San Lorenzo di Parabiago fino ai palazzoni della grande città. Invece della “Milano da bere” a lui piaceva però l’universo pittoresco e ancora umano delle ultime case di ringhiera e delle osterie affacciate sulle acque pigre dei Navigli dove poteva ascoltare i canti in dialetto, ora nostalgici, ora ironici, intonati da qualche vecchietto. Se ne appropriò con giovanile ardore e diventò un novello Barbapedana, anche lui con lo sguardo bonariamente familiare e il cappello duro tipo Borsalino. Anche in questo campo Francesco si è rivelato impareggiabile e ascoltare le canzoni della ligéra come le sa proporre è vivere serate incomparabili, di quelle che non si vorrebbe finissero mai.

Davvero un artista a tutto tondo Marelli bravo, come gli Scapigliati di cui sopra, a frequentare diverse espressioni artistiche (io aggiungerei almeno la poesia…) sempre vivendole senza pregiudizi e sempre con fresca immaginazione. Ogni sua mostra è stata, ed è, come una scossa elettrica, una nuova, imprevista sollecitazione. Fu già così quando variava sul tema delle macchine da tortura che comunque non facevano paura, ed è così quando, con un lavorio su stoffe, fili e tessuti sapientemente e amorevolmente connessi, trasforma in forme e oggetti dell’immaginario le spolette, le fusarole e le navette in uso tempo fa nelle tessiture del suo paese. La sua accesa creatività non si ferma proprio mai e le forme di questi oggetti senza apparente significato diventano altro, addirittura vascelli, anche se Wagner qui non c’entra. Infatti Marelli con arguto sorriso li rappresenta come fossero barconi del Naviglio mentre il nero fantasma (o tre addirittura) vi ondeggia sopra come in una pantomima di attori improvvisati.

Fili, stoffe e tessuti impalpabili sono, soprattutto dopo il recente soggiorno in India da dove ha riportato tinte accese e fresche, i protagonisti degli ultimi lavori ispirati dai “giacigli”, possesso prezioso e geloso dell’uomo che li srotola per stendersi, sentirsi più libero e leggero e, in agognata solitudine, far correre i pensieri. Hanno colori vividi, “offerti dalle erbe e piante. Il giallo della curcuma domina sopra gli altri. Il rosso della cipolla, del sambuco o dei cavoli…” specifica puntuale Francesco.

Chi su uno di questi non vorrebbe sdraiarsi? Mi metto in coda, ma vorrei essere il primo.

Giuseppe Pacciarotti

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L’omaggio di Piccaia a Fibonacci prosegue nelle scuole https://www.artevarese.com/lomaggio-di-piccaia-a-fibonacci-prosegue-nelle-scuole/ https://www.artevarese.com/lomaggio-di-piccaia-a-fibonacci-prosegue-nelle-scuole/#respond Wed, 22 Feb 2023 15:18:06 +0000 https://www.artevarese.com/?p=69195 Agrate Conturbia – La mostra diffusa dell’artista Giorgio Piccaia dal titolo Piccaia/Fibonacci (Essere Persona, Essere Natura) iniziata lo scorso mese di novembre a Pisa, continua il suo percorso attraverso quattro scuole locali. Gli ormai famosi Rotoli Piccaia/Fibonacci infatti rivestono le balconate dei vani scala del Liceo Scientifico “Ulisse Dini”, degli Istituti d’Istruzione Superiore Galilei-Pacinotti e […]

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Agrate Conturbia – La mostra diffusa dell’artista Giorgio Piccaia dal titolo Piccaia/Fibonacci (Essere Persona, Essere Natura) iniziata lo scorso mese di novembre a Pisa, continua il suo percorso attraverso quattro scuole locali.

Gli ormai famosi Rotoli Piccaia/Fibonacci infatti rivestono le balconate dei vani scala del Liceo Scientifico “Ulisse Dini”, degli Istituti d’Istruzione Superiore Galilei-Pacinotti e dell’Istituto Comprensivo Statale “Leonardo Fibonacci” dove, a maggio, l’artista incontrerà gli studenti di alcune sezioni. Previsto anche, in altri istituti superiori cittadini, un convegno (data da definirsi), sempre alla presenza di Piccaia, durante il quale gli allievi potranno interagire e confrontarsi con le università di Pisa.

La partecipazione di Piccaia all’iniziativa pisana nasce dall’invito a dell’assessore al turismo Paolo Pesciatini a partecipare, ai festeggiamenti degli 850 anni della nascita di Leonardo Pisano detto Fibonacci (Pisa, 1170 circa – 1242). Prende corpo così la mostra diffusa Essere Persona, Essere Natura, a cura di Melania Rocca, a Palazzo Gambacorti (sede del Municipio), Archivio di Stato, ArtInGenio Museum/Officine oltre a 21 “rotoli” posizionati tra le facciate e le mura storiche di Pisa. Due tele sono ancora visibili a Pisa; si tratta di Verde Fibonacci e Fibonacci Fuoco.

I “Rotoli”, opere di grande formato, sono tutti pezzi unici e originali; i numeri della sequenza sono dipinti con vari colori in cerchio cinque alla volta, a rappresentare il fiore Non ti scordar di me (Myosotis), simbolo del ricordo, della memoria, dell’amore e della speranza.

Piccaia da anni usa i numeri della Sequenza del matematico pisano nei suoi lavori, una sequenza infinita come infinita è la Natura. “Sequenza che tende alla Sezione aurea, avanzando l’ipotesi di un “costante accrescimento naturale”.

 

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