Il logo del VamiIl logo del Vami

Settimana scorsa abbiamo gettato uno sguardo sul Vami, l'associazione di volontari che si occupa della divulgazione del patrimonio culturale dei musei. Questa settimana approfondiamo l'argomento, direttamente a colloquio con il presidente della sezione varesina. Che rileva non solo le soddisfazioni, ma anche qualche amarezza.

I motivi che spingono a far parte del V.A.M.I?
"Ho conosciuto per caso quest'associazione tramite un amico che ne era membro. Sono andato alle riunioni e ho trovato persone gentili e simpatiche, allora ho deciso di farne parte. Esistono in realtà molti tipi di volontariato quelli un po' tristi (come quello che ho svolto per anni all'ospedale e che ora svolgo dagli anziani al Molina) e altri meno tristi, ma comunque molto utili, come quello dei volontari associati musei italiani. Quindi il primo motivo dev'essere la voglia di aiutare gli altri".

Gli obiettivi?
"L'obbiettivo finale dovrebbe essere quello di fare un percorso diverso dal solito volontariato, cooperare in un settore particolare, com'è quello artistico, per fare qualcosa per coloro che hanno "accesso zero" al museo. Intendo portatori di handicap principalmente, ma anche ora sto generalizzando, perché molto diverso è l'approccio di persone con problemi fisici rispetto ai disabili mentali, individui che hanno solitamente una gran voglia di scoprire, per i quali è molto importante e utile un contatto con l'arte. Il nostro interesse è stato più volte rivolto ai non vedenti".

Avete realizzato qualche progetto per loro?
"Vantiamo il primato in Italia in questo settore. Fu la Trivulzio, fondatrice del V.A.M.I a realizzare per prima percorsi tattili per non vedenti. Questo è una sperimentazione che troviamo oltre che da noi, solo in qualche parte del mondo più evoluto, in Inghilterra, USA e in particolare in Spagna, a Madrid, dove esiste un Museo per non vedenti con riproduzioni tridimensionali delle maggiori opere d'arte internazionali".

Gilberto VanniniGilberto Vannini

E qui da a Varese?
"A Varese avevamo parlato ci un possibile percorso all'interno di Villa Mirabello. In una riunione con la conservatrice Daria Banchieri e il direttore Alberto Pedroli si era ipotizzato un percorso tattile, ma è rimasta solo l'idea…"

Sbaglio o non collaborate più con il museo archeologico? "Non sbaglia, e mi dispiace molto questa cosa. È stata la nostra prima "casa" e dopo vent'anni… spero che sia solo una questione di tempo".

Vedo che non vuole dire molto a riguardo...
"Ora è tutto un caos, non andiamo più lì e non c'è molto da aggiungere. L'attuale conservatrice preferisce avere guide laureate; qualcuno di noi ha la laurea, ma il nostro ruolo è differente da quello della guida tradizionale. Per alcuni versi la Banchieri ha ragione, per altri no. Mi rattrista sentire ricordi di persone che erano state con noi a Villa Mirabello.."

Non più a Villa Mirabello ma in tanti altri posti
"Certo, come non nominare Villa Cagnola, posto splendido dove collaboriamo con enorme soddisfazione. Tra l'altro la collezione stimola tutti noi ad un continuo aggiornamento. Infatti facciamo spesso riunioni tra i soci durante le quali vengono esposte le varie "scoperte" fatte in merito ad opere o artisti. Cerchiamo anche cose particolari, magari i legami di famiglie e dinastie, che incuriosiscono sempre molto il pubblico.
Poi siamo al Museo Baroffio del Sacro Monte, dove abbiamo anche percorsi per disabili, a Villa Recalcati, dove collaboriamo in occasione di eventi cultrali o mostre ed infine al Castello di Masnago.

Per far parte del VAMI?– Basta recarsi in una delle nostre sedi, mentre siamo in servizio, oppure venire ogni ultimo mercoledì del mese a Villa Recalcati; lì ci riuniamo per divedere i compiti del periodo successivo. Uno viene, vede cosa facciamo e, se ha voglia di fare, perché c'è da lavorare, può iscriversi senza alcun problema. Abbiamo anche materiale sul quale prepararsi e studiare, alcune dispense le ho realizzate io, per esempio quelle su Villa Cagnola.

Attualmente siete molti?– A dir la verità siamo diminuiti, ora siamo poco meno di una quarantina, ma il problema rimane l'età. In effetti molti membri (compreso io) non sono più giovanissimi e quindi subentrano tutta una serie di problemi sugli spostamenti e la disponibilità.
Quindi non posso che concludere consigliando a chi ama il bello e ha voglia di comunicare agli altri queste bellezze di venire a conoscerci e scoprire questo gruppo di amici che si da molto da fare senza scordare di divertirsi".