Un'opera dell'artistaUn'opera dell'artista

L'artista – La Galleria Bambaia di Busto Arsizio ospita le opere di un grande artista come Valentino Vago. Per lui è la terza esposizione che lo vede ospite del gallerista Gianluigi Rebesco e l'ennesima che va ad arricchire la sua notevole carriera artistica. Nato a Barlassina (MI) nel 1931, si forma all'Accademia di Belle Arti di Brera e, conclusi gli studi, nel 1955 espone alla VI Quadriennale d'Arte di Roma. Nel 1960 tiene la sua prima personale al Salone Annunciata di Milano, presentato da Guido Ballo, suo professore al Liceo e all'Accademia. Da quel momento si andrà affermando come uno dei più significativi artisti della pittura italiana degli ultimi decenni. E' stato fino a oggi presentato in oltre novanta mostre personali e importanti collettive in Italia e all'estero. Milano gli ha dedicato due grandi mostre: nel 1980 a Palazzo Reale e al Pac nel 1983. Dal 1979 si è dedicato, con continuità, anche alla pittura murale, diventando uno dei più autorevoli artisti internazionali. Ha affrescato ambienti pubblici e privati sia in Italia che all'estero, dipingendo soprattutto numerose chiese nel milanese. L'ultima nel 2008 a Doha, in Qatar, è la prima chiesa cattolica nella penisola islamica.

Il percorso – La mostra comprende 30 opere, da "colori nella luce" del 1960 a "il mio cielo" del 2008, tracciando un percorso "sul filo della luce". Non a caso il testo di Elena Pontiggia in catalogo si intitola "Autoritratto di luce" e riflette perfettamente il senso della mostra: dagli anni '60 ad oggi la pittura di Vago ha conosciuto un'evoluzione significativa che dai primi risultati informali è approdata ad una nuova dimensione estetica e spirituale, di cui la luce è componente essenziale. Il tentativo intrapreso dalla sua pittura di "andare oltre" è testimoniato sin dalle opere d'esordio, attraverso campiture di colore giustapposte che, secondo modalità che richiamano Rotchko, rimandano a una dimensione atemporale entro cui lo spettatore dialoga con una realtà trascendente. Ma accade che lentamente il colore perde la sua consistenza e si stempera, permettendo alla luce di renderlo sospeso, aleggiante, vagante.

Un'altra operaUn'altra opera

Ritratti – La luce che entra nel colore, nella materia, configura uno spazio metafisico entro cui lo spettatore è invitato a perdersi e poi ritrovarsi, in cerca di una risposta ai quesiti esistenziali. Non più di un paio di tonalità leggere di colore abitano la tela, dando vita a una pittura lieve e immateriale. Solo piccoli segni sottili attraversano questo spazio rarefatto e vagano sperduti nelle distese di colore. Il miglior ritratto dell'uomo contemporaneo che si interroga sul senso dell'esistenza, ma anche dell'artista stesso e di tutti noi…nella luce.

Speranza – La bellezza di queste opere risiede, infatti, nelle limpide atmosfere dove la luce costante e diffusa crea paesaggi dell'altrove, luoghi di meditazione che lasciano spazio alla speranza. "I dipinti di Vago comunicano un sentimento di serenità anche quando esprimono un senso di solitudine e quando quei piccoli lievi segni vanno alla deriva senza una meta apparente" commenta Elena Pontiggia. Autoritratto dell'artista o paesaggio di un mondo altro, comunque la si guardi la pittura di Vago racchiude orizzonti astratti e contemplativi che lasciano il margine alla speranza che un senso ultimo ci sia.

 

Valentino Vago – "Autoritratto nella luce"- opere 1960-2008
Personale di pittura
24 gennaio – 22 marzo 2009
Galleria Bambaia, via Carlo Porta 2 (angolo Corso Europa)
Orari: feriali 17.00-19.30, festivi 16.00-19.30. lunedì chiuso.
Inaugurazione: sabato 24 gennaio 2009, ore 18.00. Saranno presenti l'artista e Elena Pontiggia