Land of TourismLand of Tourism

Ragionando – Si è ragionato anche di turismo culturale o meglio di 'grandi eventi come fattore di attrazione turistica. Le grandi mostre d'arte, rassegne' nel corso della giornata dedicata ai futuri possibili della Land of Tourism. E il gruppo di lavoro chiamato a fornire indicazioni in proposito è risultato il più numeroso tra quelli all'opera a Villa Ponti. Con un limite, in linea con un trend dimostrato da tutta la giornata. Pochi, anzi uno solo gli amministratori pubblici di più alto livello, presenti ai lavori. Il solo sindaco di Malnate, uno su più di 140 presenti. Non è stata la sola lacuna evidente: mancavano i responsabili dei maggiori attori o registi in campo culturale artistico del territorio. Non i grandi musei, non le associazioni più importanti, non i rappresentanti del Baff od altro. In maggioranza rappresentanti delle associazioni albergatori, ristoratori, di agenzie di viaggio e di proloco. Indispensabili come contorno rispetto allo scatto di reni culturale, ma non certo gli operatori principali.

Oltre i mondiali
– "Varese deve specializzarsi – esordisce in mattinata il sindaco Fontana – può farlo con il turismo religioso, culturale, sportivo e congressuale. Bisogna riqualificare la città con appalti internazional". E il pensiero va ai futuri lavori pubblici. Il quadro  generale che emerge dalle relazioni preliminari non apre orizzonti inediti: fa i conti in tasca al turismo degli ultimi anni, in crescita, sulla scia del lavoro di semina dell'accordo di programma Varese Land of Tourism tra Camera di Commercio e Villa Recalcati, ma  ribadisce le criticità di un luogo che si trova costretto ad inseguire la propria identità combattendo contro il tempo: critici collegamenti con Malpensa, lo scarso appeal delle città, la frantumazione dei progetti, la difficoltà a trovare una ragione sociale comune. La difficoltà di trovare nella sua storia e nel suo presente quell'elemento assolutamente distintivo del territorio che possa fare da passepartout nel mondo.

I partecipantiI partecipanti

L'incubazione dei temi – Nella 'stanza della cultura', Alberto Bramanti, docente alla Bocconi e e il direttore Matteo Inzaghi, hanno invitato i presenti ad individuare dieci priorità di interesse: sulla convergenza dei più gettonati, con faticosa sintesi, si è arrivati ad enucleare alcune esigenze primarie: una cabina di regia complessiva, una catena di comando essenziale, le necessità di non disperdere in mille rivoli i pochi finanziamenti a disposizione e almeno tre direttrice principali di lavoro su cui insistere nel campo della cultura: il sistema paesaggistico patrimoniale, il potenziamento dei circuiti museali, il rafforzamento di eventi culturali ad ampio respiro e spalmati nel tempo.

Patrimonio, circuiti, festival
– In altri termini: potenziare il circuito che ha come tappe il Sacro Monte, la civiltà delle ville varesine, le emergenze religiose di Santa Caterina del Sasso e quelle archeologiche del Seprio; dare concretezza di strumenti promozionali, organizzativi e scientifici a quella rete diffusa sul territorio di piccole e grandi realtà museali (ne esistono a vari livelli, il circuito museale della Valcuvia o il Simarch, ad esempio), puntare su quegli eventi già consolidati sul territorio, proprio perché legati al territorio, il Premio Chiara e il Baff, su tutti.

I relatoriI relatori

No ai voli pindarici – Una sintesi realistica che ha sconfessato voli pindarici, il grande o il grandissimo evento, ma anche l'appuntamento una tantum: la notte bianca, ad esempio, è stata di fatto estromessa da qualsiasi  orizzonte di discussione. Piuttosto, da più parti, è emersa l'esigenza forte di un regista di centrocampo, di un manager di esperienza a capo di una catena di comando  possibilmente agile e snella che sia in grado di gestire risorse e coordinare attori del territorio, mediando tra le risorse messe a disposizione del pubblico e la necessità di coinvolgere il privato, e coordinare l'oneroso lavoro di marketing complessivo. Isolando ma non eliminando il 'municipalismo' congenito di questa zona, una sua connaturata tendenza al campanilismo inevitabile in una provincia policentrica come la nostra.

Quelli che l'arte – Luci ed ombre infine nei giudizi dei partecipanti al termine dei lavori. Positiva la collaborazione tra Protocollo Intesa e Camera di Commercio; "Ma ci vorrebbe una maggiore scrematura tra i partecipanti. E' stata troppo sentita la mancanza di rappresentanze forti" commenta Chiara Palumbo, consulente dell'assessorato al Marketing di Villa Recalcati – "chi poi, praticamente, deve lavorare sul campo. Direttori dei musei, sindaci e altri". Una considerazione che condivide Corrado Roi, assessore alla cultura di Laveno: "Il tavolo era troppo variegato, poco specifico – dichiara il celebre disegnatore di Dylan Dog – si sono trattati dei temi senza le condizioni essenziali". Anche per Veronica Longoni – rappresentante di Varese Europea – "il gruppo era troppo eterogeneo, mancava di esperti del territorio". Continua Longoni: "Questa giornata ha avuto senso e riscontro positivo se considerata come inizio di un percorso che segue una linea dei grandi eventi. Non lasciando indietro le realtà minori, ma coinvolgendole dopo che si è chiaro il fine. Un buon inizio per un gruppo che potrebbe per esempio trovarsi a cadenza mensile per portare avanti un progetto comune. A capo di questo ci potrebbe essere una figura di Varese Europea, che già coordina più di 30 comuni. Il tutto senza sostituirsi alla Provincia. Ci vuole una collaborazione forte".