I nuovi lavori - ph. a. LavitI nuovi lavori – ph. a. Lavit

Nero, nero – Per il suo settantesimo compleanno si regala una mostra dal titolo "Schwarz e Négher". Tedesco e dialetto, nero e nero. Occorre essere uno un po' come Silvio Monti per giocare, sempre e comunque anche linguisticamente; oppure essere Silvio Monti in persona e allora il tutto viene più naturale. Se la regala, come un ultimo sberleffo, per l'appuntamento con l'anagrafe, che da scaramantico non vuole nemmeno nominare. Ghiggini, da tempo, volto a santificare le feste e gli amici, non ci ha pensato su, e la cosa si è fatta con una discreta velocità e, si immagina, con un certo divertimento poco sotto il patafisico.

L'ossessione dei media – I fondamenti della mostra, dieci nuove opere virate al nero, affondano nel lavoro di qualche anno fa: da quando ha cominciato, per spregio al solito delle belle e compite maniere, a lavorare sui cartoni applicandovi con una sorta di collage improvvisato e insieme scientifico, quasi un decoupage in realtà, di ritagli di giornali, di quotidiani e riviste, meglio se femminili, scegliendo un basso profilo cromatico se non per gli incisi grafici dati con estrema rapidità e agilità da gran disegnatore. Era l'ultima tappa di un gioco a rimpiattino con il sistema dei media, "Media-mente-Monti", era lo slogan ipotizzato per quella serie di lavori, che a sua volta rincorreva negli anni quella sua vocazione pop che già lo rimarcava negli anni Sessanta e Settanta.

L'artista tra le sue teste in ceramica - ph. A. LavitL'artista tra le sue teste
in ceramica – ph. A. Lavit

Art Attack – Le ultime opere suggellano un ulteriore passo avanti. Fedele da tempo ad una precisa filosofia – "ormai il mio è un divertimento archeologico ed antropologico" – Silvio Monti  continua ad utilizzare la carta del quotidiano, ma questa volta impastandola di 'abbondante colla vinilica', direbbero dalle parti di Art Attack, per modellarne meglio le parvenze. Ma sempre avendo timone e rotta fissi su quel viso ancestrale, primitivo, primordiale che nasce così, per istinto, dalla sua istintiva gestualità.

Vecchio ma non così tanto
– Ma con una certezza in più. "Qualche tempo fa ho visto sulla copertina di una rivista archeologica l'effige di una scultura,  vecchia di 7000 anni, forse l'opera più antica mai conosciuta, ritrovata nel parmense. Ho pensato che qualcuno mi avesse copiato" racconta. Di anni, Monti ne compie settanta e non 7070. L'ipotesi del plagio cade, rimane in piedi invece quella vocazione a semplificare, estremizzare per difetto, immagini iconiche e archetipiche, a consumare quella immagine misteriosa, un po' asessuata come la Grande Madre neolitica del Po, fino ad esaurirne le possibilità. Senza cedere ai clichèt, senza uccidersi all'alba di ripetitività.
In occasione della mostra, una sorta di giornale – va da sé – viene edito da Emilio Ghiggini con che raccoglie testimonianze più o meno recenti sull'artista, a partire dal sua ultimo pigmalione, l'insospettabile Marinellia Pirelli.

M. M. M. – SCHWARZ e NÉGHER -The seventy years'art by Silvio Monti
Galleria GHIGGINI 1822, Via Albuzzi, 17 – 21100 Varese
Inaugurazione: venerdì 23 maggio 2008 alle ore 18.00
23 maggio a- 15 giugno 2008
Orario: da martedì a sabato, 10-12,30/16-19,15; domenica 16-19
Catalogo digitale su www.ghiggini.it
info: 0332-284025
galleria@ghiggini.it