Allo Stagno, opera esposta a LodiAllo Stagno, opera esposta a Lodi

Uno studio popolato di sculture che occupano interamente lo spazio, abbracciate dagli sguardi dolci delle figure femminili disegnate o dipinte dal padre Franco. Sara Tardonato è figlia d'arte, quello studio è stato quello del padre, le sue radici sono profondamente legate a quello spazio creativo e familiare. La gentile stretta di mano denota una forza ed una energia non comuni, ciò determina subito la consapevolezza di parlare con una scultrice: una giovane coraggiosa che crede nella sua arte.

Perché la scelta della scultura e non della pittura come ci si poteva aspettare?
"Ho iniziato a dipingere molto presto, a sedici anni in modo autonomo e indipendente rispetto alle scuole che poi avrei frequentato, il Liceo artistico e poi l'Accademia di Belle Arti. Ho capito quasi subito che la scultura mi dava più spazio di ricerca: come accade spesso quando vi è già un artista in famiglia, nel mio caso mio padre che aveva già fatto il suo percorso artistico privilegiando la pittura, ciò diventava un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi che desideravo realizzare. La pittura per me rappresentava un legame troppo forte, che non mi permetteva di sperimentare liberamente. Invece, già da subito, sentivo la plasticità della materia, la fatica e la fisicità della scultura che si avvicinavano al mio sentire con più immediatezza e semplicità".

Citazioni, sculturaCitazioni, scultura

Ci può fare già un primo bilancio della sua carriera?
"Sì, ora mi rendo conto che la mia prima esposizione l'ho fatta nel 1990, avevo ventitre anni e quindi il prossimo anno sono già vent'anni che mi dedico alla scultura con gli inizi caratterizzati dalla pittura, della quale però non ho perso l'elemento del colore. Infatti, le mie prime opere scultoree le ho realizzate in terracotta policroma con un particolare interesse verso la figura umana. Riflettendo, la figura umana mi ha accompagnata per tutti i primi dieci anni nel corso dei quali mi sono dedicata interamente al lavoro in studio, alla ricerca e all'apprendimento di tutte le tecniche inerenti alla scultura in terracotta, da quelle antiche, come il bucchero toscano alle più moderne, come il Raku. La ceramica mi ha dato la possibilità di vestire le mie creazioni del colore e quindi di ritrovarlo come elemento pittorico prestato alla scultura".

Una raccolta di  opere – L'evoluzione della ricerca di Sara Tardonato è tutta rappresentata nello studio che ci ospita: ci sono innumerevoli opere di piccole e medie dimensioni oppure i bozzetti di lavori poi realizzati in dimensioni più grandi in occasione di mostre personali, o collettive che negli anni via via si sono succedute numerose e con successo in spazi espositivi importanti. Si parte da "Storia", che è la scultura realizzata dall'artista per la sua prima mostra nella quale c'è già tutta la poetica della scultrice. Si notano dei cicli, nei quali un tema, un interesse particolare è stato affrontato per coglierne l'essenza, il sentimento interiore, ma anche collettivo di un aspetto della realtà. Così negli anni hanno preso vita figure come i musicisti, i clochard, sperimentazioni come i rilievi bassi dove il modellato si perde nel colore, la serie dedicata alla coppia, all'elemento sacro e religioso, alle donne legate, alla forte volontà di dare alla propria scultura una definizione spaziale intrinseca, ossia creare dei paesaggi, delle architetture nelle quali le figure acquistano un valore ulteriore rispetto a quello spaziale in cui l'opera sarà collocata. E' una continua ricerca per superare il limite della materia.

part. opera di Magentapart. opera di Magenta

Cambiamento è la parola chiave – La ricerca di Sara Tardonato è una lotta per superare il limite della materia ed è significativo come spiegando una sua creazione, ove una figura femminile cinta da quella maschile il cui sguardo è rivolto verso un muro, dice: "Non può un muro ostacolare la volontà". In questa affermazione stà l'essenza anche dell'artista. Con la sua costante e fedele ricerca Sara non ha paura di affrontare i limiti della materia, ma li supera sfruttandone tutte le potenzialità. Una svolta determinante per il suo percorso artistico, ci racconta,  è stato l'incontro dieci anni fa con un'esperienza espositiva "NaturArte", nella quale doveva misurarsi con lo spazio esterno: la natura, un parco, o un chiostro. Pertanto la sfida era creare una scultura-installazione nell'ambito di un contesto reale e spaziale ampio. La prima opera esposta Apollo e Dafne, realizzata in ferro e altri materiali diversi e mai usati prima, è stata una prova colta con entusiasmo e vinta negli anni successivi. "Ho cominciato così a creare le mie prime sculture-installazioni, il limite della terracotta l'ho superato ed ho cercato e trovato un nuovo linguaggio e nuovi materiali per esprimermi. L'insegnamento mi ha permesso anche di poter scegliere un tipo di collezionismo museale, che non è limitativo della creatività anzi la stimola. Chiuso o per lo meno accantonato il ciclo della figura ho iniziato ad esprimermi con un linguaggio simbolico, il più possibile semplice e diretto".

'Energia''Energia'

Lodi e Magenta – L'opera è concepita entro un spazio, spesse volte, naturale e architettonico e richiede l'utilizzo di materiali come il ferro, il rame, il tessuto, la rete, senza dimenticare però la ceramica e la terracotta, che in qualche modo diventano elemento prezioso nella forma della stessa. S'incontrano le serie dei fiori, creati a volte in rame, a volte con rete e tessuto, dei Tulipa, ove intorno ad una corolla di petali bianchi emerge la figura di un bimbo in terracotta grezza, riflesso del divenire madre di Gianlorenzo, ed infine "Energia" l'ultima opera creata in studio che come ci dice Sara: "E' la prima probabilmente di un nuovo ciclo". L'esposizione di Lodi, in realtà può rappresentare il coronamento e un nuovo punto di partenza per l'artista varesina, in quanto una suo opera "Stagno" è stata scelta insieme ad altre, tra cui una di Floriano Bodini e Nino Cassani per formare il nucleo iniziale della Collezione di Arte contemporanea della Provincia di Lodi che si è costituito in questi dieci anni di NatarArte, percorsi artistici nel territorio lombardo.

L'inaugurazione della Collezione avverrà sabato 9 maggio a Lodi nella prestigiosa sede dell'ex-Convento di San Domenico: molti gli artisti partecipanti che hanno dato vita in questi anni all'iniziativa culturale e artistica organizzata della provincia di Lodi col patrocinio della Regione e il coordinamento del progetto di Mario Quadraroli. La mostra di Magenta è dedicata ai 150° anniversario della Storica Battaglia con una particolare attenzione al "rosso" che ha reso la città protagonista non solo nella costruzione dell'Unità d'Italia, ma anche nell'arte. La Tardonato partecipa con un'opera-installazione dal titolo "Rosso di sera", realizzata con elementi di legno trattato, ferro, bambù e tessuto non tessuto dall'immediata lettura simbolica e formale.

Magenta e il suo "rosso" nell'arte contemporanea
03 maggio – 26 luglio 2009
Casa "Brocca"Via Mazenta 11/13 –
Magenta (Mi)
NaturaArte – Percorsi artistici nel territorio lombardo
Collezione di Arte Contemporanea della Provincia di Lodi
Dal 9 al 15 maggio
Ex-Convento di San Domenico
Via Fanfulla – Lodi