Cappella prima del restauroCappella prima del restauro

A un anno dalla fine – 10 agosto 2008: festa di San Lorenzo e inaugurazione di fine restauro delle pitture della cupola centrale e della cappella dedicata alla Beata Vergine del Rosario. A un anno di distanza dalla conclusione siamo andati a vedere l'interno: le pareti risplendono dei colori che le illuminavano anticamente. Don Sergio, nuovo curato della parrocchia, ci ha poi forniti di un piccolo volume recante la storia della chiesa e dei restauri, che lo stesso don Eligio, ex parroco, realizzò nel 2008.

Volumetto storico – "La luce dell'arte che illumina la fede". Questo il titolo dato al libretto, a sottolineare da un  lato il ritrovato splendore delle decorazioni e delle pitture della chiesa, grazie al restauro conservativo del Laboratorio San Gregorio di Busto Arsizio e della Soprintendenza, dall'altro la caratteristica del ciclo di affreschi, in particolare quelli della Cappella del Rosario: la luce. La luminosità, la luce ebbero nel progetto dei pittori della chiesa, soprattutto di Biagio Bellotti, autore degli affreschi della cappella, la funzione di coinvolgere ed illuminare il cammino del fedele.

Cappella dopo il restauroCappella dopo il restauro

Rimozione di interventi posticci – Sulle pareti e la volta della cappella, suddivisi in quattro cicli sovrapposti, si dispiega l'arte pittorica di un artista come il Bellotti (probabilmente appartenente alla famiglia dei Bellotti che dipinsero la cupola di Santa Maria in piazza a Busto) che, negli anni del lavoro olgiatese (1784-1786) raggiunse un alto grado di perfezione in fatto di cromie, levità del tratto e uso sapiente dei giochi di luce. Peculiarità salienti alterate dalla mano del comasco Torildo Conconi che vi intervenne, tra il 1943 ed il 1946, anni nei quali fu attivo sui soffitti delle cupole della navata centrale, stravolgendo il lavoro del Bellotti. E' grazie al paziente lavoro dei restauratori se oggi i finti marmi della cappella ridipinti e annacquati dal Conconi sono tornati alle tonalità brillanti di un tempo e se dalle lesene delle pareti sono state rimossi i rilievi in gesso dorati applicati dall'artista novecentesco. Sono stati eliminati anche gli interventi dannosi compiuti sempre dall'artista di Como sui monocromi delle pareti della cappella, il cui ideatore, non esecutore, fu probabilmente ancora il Bellotti.

San RoccoSan Rocco

I santi Rocco e Sebastiano – Ristabilito l'equilibrio cromatico degli affreschi della cupola, raffiguranti l'Assunzione della Vergine e la Trinità, i restauratori hanno poi compiuto un'interessante scoperta di cui avevamo già dato notizia: sotto tre strati di intonaco, lungo le spalle dell'arco di ingresso alla cappella, sono state rinvenute le rappresentazioni di San Rocco e San Sebastiano, reminiscenza dell'antica chiesa cinquecentesca, quindi munita già all'epoca di una cappella dedicata alla Madonna. 

Sulle volte della navata –
Al centro dell'aula, sui soffitti delle cupole centrali che sovrastano la navata principale, il Laboratorio San Gregorio ha infine reso leggibile gli affreschi realizzati dal Conconi negli anni Quaranta del secolo scorso, rimuovendo le polveri e il fumo delle candele che in tanti anni si erano depositati sulle superfici dei dipinti. Appare dunque nuovamente lucente anche questa porzione di edificio che ha alle spalle secoli di storia: la chiesa infatti prima di diventare parrocchiale fu nel V secolo una delle pievi più importanti della Lombardia, nel XIII secolo una splendida chiesa romanica e, nel Settecento, un edificio con una facciata in stile neoclassico di cui non permane, però, alcun ricordo dopo che, tra 1948 e 1953, fu rimpiazzata dall'enorme pronao e dal frontone curvilineo che ancora oggi accolgono il fedele all'ingresso della chiesa.