Crocefisso ligneoCrocefisso ligneo

L'inizio della festa – Sono passati quattro mesi da quando i parrocchiani della Chiesa di S.Maria Vergine a San Macario, frazione di Samarate, hanno lasciato la loro chiesa in mano ai restauratori. Sabato 24 alle 20.45 è previsto un concerto, organizzato dal Gruppo Corale San Macario con la partecipazione del Coro San Zenone (Crenna), della Corale Santa Croce (Busto Arsizio) e la Schola Cantorum Sant'Ambrosio (Lonate Pozzolo). "Il momento di festa è l'occasione per condividere la gioia di poter rientrare nella nostra chiesa", spiega Don Giampietro Corbetta. Ad oggi l'edificio è stato stabilizzato solo dal punto di vista strutturale, "sono state risanate le pareti e sistemato il riscaldamento sotto la pavimentazione", specifica Michele Barbaduomo, responsabile della società bustese Laboratorio Sangregorio. Restauro opere d'arte. E' lo stesso restauratore a ricordare i lavori di recupero di beni artistici all'interno dell'edificio, dai paliotti a singoli dipinti, annunciando che in futuro saranno da considerare i necessari interventi anche alle decorazioni pittoriche della chiesa.

Paliotto d'altare 'Presentazione al Tempio'Paliotto d'altare
'Presentazione al Tempio'

Intrecci d'arte – Nei mesi primaverili di quest'anno i restauratori hanno dedicato la loro attenzione allo stendardo processionale della parrocchia di San Macario. L'opera datata a fine XVII secolo, raffigurante la Vergine Addolorata e San Macario, è stata restaurata dal Consorzio Artigiano "Tela di Penelope" di Prato (www.teladipenelope.com). Diversi invece gli impegni conservativi portati a compimento dal Laboratorio Sangregorio negli ultimi due anni: il restauro del Crocifisso ligneo policromo, l'intervento su tre Paliotti d'altare in lamina metallica di proprietà della Parrocchia di San Macario di Samarate e il restauro dei dipinti, San Francesco e 'L'angelo custode e le anime del purgatorio' attribuito al pittore Biagio Bellotti.

I gioielli risplendono – Il primo intervento, diretto dalla Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici di Milano da Isabella Marelli, risale ai mesi di maggio e giugno del 2007. Erano pessime le condizioni di conservazione del Crocifisso ligneo policromo conservato nella cantina della scuola materna di San Macario, di proprietà della stessa Parrocchia. L'opera datata XVII secolo, ha subito l'attacco xilofago che ha pregiudicato lo stato di salute e portato alla totale perdita di un dito del piede del Cristo. La cromia che caratterizzava l'opera si era persa in diversi punti e si stava sollevando altre zone. L'intera superficie pittorica presentava ovunque la presenza di un consistente strato di sporco grasso che ha annerito e stravolto la reale leggibilità dei toni. L'intervento ha avuto inizio con il consolidamento degli strati materici costituenti l'opera, la verifica di mancate ridipinture e la rimozione dello sporco depositato. E' stata rilevata inoltre la presenza di sangue originale al di sotto di quello

San FrancescoSan Francesco

posticcio (solo sotto la ferita del costato); risultavano invece tutte aggiunte le altre gocce sparse sul corpo di Cristo: i restauratori hanno così optato, in accordo con la funzionaria della Soprintendenza Dott.sa Isabella Marelli, di mantenere tutte le colature non originali per non stravolgere la lettura dell'opera ormai resasi naturale nel tempo. E' stato ricostruito, mediante l'utilizzo di un impasto a base di segatura di legno addizionata a colla vinilica. Il Crocifisso è stato salvato dal degrado del tempo e ha trovato nuova collocazione nella Cappella Madonna della Tenerezza nel Nuovo Centro Parrocchiale di via XXII Marzo in San Macario.  

Arte tra presente e passato – Appena concluso l'intervento al Crocifisso, il Laboratorio Sangregorio si dedica a tre paliotti d'altare in lamina metallica datati XVII-XIX secolo. Due sono molto simili tra loro per dimensioni, soggetto e fattura, si distinguono solo per il soggetto centrale: simbolo di Maria Vergine e una corona. Il terzo invece è più complesso riportando al centro il momento della 'Presentazione di Gesù al Tempio'. Tutte e tre le opere presentavano un generale stato di forte ossidazione delle lamine metalliche e uno strato consistente di polvere. Dopo aver eseguito i tasselli esplicativi di pulitura, i restauratori sono passati alla fase di pulitura vera e propria mediante una miscela appropriata. In contemporanea a questo triplice lavoro si colloca il restauro del dipinto raffigurante San Francesco conservato nell'ufficio parrocchiale dell'Oratorio di San Macario. In questo caso lo stato di conservazione non è propriamente negativo, considerando però la presenza di una cospicua ed uniforme stesura di vernice. Dalla pulitura della superficie pittorica si è passati alla rimozione dello strato di vernice ingiallita e le polveri per ridonare così all'opera la reale leggibilità dei toni. La cornice dorata è stata consolidata  e le lacune presenti sono state portate a livello con stuccature a gesso e colla.

L'Angelo custode e le anime del purgatorioL'Angelo custode e le
 anime del purgatorio

Legno, metallo e ora tela – L'ultimo intervento in ordine di tempo, eseguito tra febbraio e luglio dello scorso anno, riguarda il dipinto 'L'Angelo custode e le anime del purgatorio' attribuito a Biagio Bellotti, conservato nella penitenzieria della chiesa. Il problema principale dell'opera era la presenza di un telaio ligneo non coevo a questa, che provocandone la scorretta tensione ha portato ad un allentamento generale del supporto. La superficie pittorica presentava una spessa ridipintura probabilmente eseguita durante il precedente restauro (Eugenio Sartori 1977, riportato sul retro della tela), oltre a staccature tra preparazione e tela, polvere, ragnatele e sollevamenti di scaglie sparse sull'intera superficie. Contorna l'opera una cornice dorata coperta da una ridipintura a porporina, opera dell'ultimo restauro. Staccato il dipinto dalla cornice, sono iniziati gli studi e gli interventi veri e propri, partendo dal consolidamento della pellicola pittorica. E' stato asportato lo sporco e gli strati sovrammessi; sul retro sono state volte diverse operazioni di restauro e pulitura. L'intervento sulla cornice è consistito nella rimozione totale degli strati di finto oro, riportando alla luce lo strato di doratura in foglia.