Vittorio SgarbiVittorio Sgarbi

La preoccupazione monta – L'Unesco ma non solo. Il livello di interesse intorno al progetto varesino per il Sacro Monte sta lentamente crescendo di misura e di intensità. Un interesse venato di preoccupazione nelle ultime ora sta montando in ambienti che non sono più quelli del perimetro varesino. La rassegna stampa che ha accompagnato sin qui il progetto è arrivata non solo negli uffici dell'Unesco ma anche sul tavolo della Direzione Generale per i beni architettonici, storico artistici ed etnoantropologici nelle sedi romane del Ministero dei Beni Culturali. Non è in gioco tanto la liceità teologica dell'idea, quella verrà semmai in un secondo momento, ma la legittimità stessa di andare ad intaccare un bene vincolato. E il Sacro Monte lo è. Non tanto per la Via Sacra, ma in quanto valore paesaggistico-culturale in senso lato. Questo il criterio dell'Unesco, per dire; in questo ambito si fissano i paletti del Codice Urbani. E il via libera annunciato dal Parco Campo dei Fiori non è un passo amministrativo che lasci tranquilli. Lo stesso sindaco Fontana incontrerà a breve Gino Famiglietti, di recente nominato dal ministro Rutelli Direttore generale del settore cultura per la Lombardia. Un incontro esplorativo, commenta il sindaco "proprio per capire se c'è la disponibilità del Ministero e dello stesso Unesco".

Altri perplessi – Ma intanto il fronte del no o quanto meno dei perplessi si allarga; alla lista si aggiungono anche Vittorio Sgarbi e Carlo Bertelli che nell'ipotetico confronto tra il progetto Panza e le riserve espresse per primo dall'architetto Guglielmo Mozzoni, non hanno dubbi al momento da che parte stare. "Il mio parere è assolutamente negativo – ha dichiarato tranchant Sgarbi raggiunto telefonicamente – i Sacri Monti sono sacri, appunti, e quello di cui si è parlato mi pare proprio una insensatezza. Un bel progetto, ma non da fare lì. Lo si faccia da un'altra parte".
Un'unità storica precisa, una spettacolarizzazione devozionale e artistica che non deve subire alcuna aggiunta. Anche Carlo Bertelli, storico e critico d'arte, già soprintendente ai beni artistici e storici di Milano e direttore della Pinacoteca di Brera, nonché autore tra i più prolifici degli ultimi decenni, includendo anche gli studi su Masolino e sulla Collegiata di Castiglione Olona, non ha molti dubbi in merito all'ipotesi di modificare la nozione attuale di Sacro Monte.

Carlo BertelliCarlo Bertelli

L'entità precisa – Uno che di polemiche sul Sacro Monte ha già vissuto, è proprio Bertelli le cui prese di posizione in qualità di sovrintendente si ricordano ancora oggi: e se per Sgarbi l'intervento del pittore siciliano "cercava in qualche modo di armonizzarsi nel contesto", la divergenza di Bertelli fu ben più dura: "Mi battei, invano, contro l'innesto del Guttuso – ricorda oggi –  e invano mi battei contro la collocazione dell'opera di Bodini davanti al santuario. Oggi è tempo, credo, di capire meglio il passato".
"I Sacri Monti – continua Bertelli – costituiscono un'entità storica precisa. Una manifestazione devozionale e di spettacolarizzazione che costituiscono un capitolo importantissimo nella storia dell'arte e religiosa del Nord Italia. La volontà di integrazione con altre forme di arte pensando di rendere più attuale il loro messaggio, sarebbe solo un torto". Il sasso nello stagno lanciato da Mozzoni sta facendo breccia. "Mi sembra molto pertinente – chiosa Sgarbi – il suo monito alla conservazione dell'esistente".

Prima regola, il rispetto – Il professore e l'ex onorevole sono tra quanti in questi giorni si stanno muovendo, cercando di capire di più e meglio. Bertelli, in particolare, ha avuto modo nelle ultime ore di parlare della questione a Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale Superiore, ma anche direttore del Laboratorio Interdisciplinare per la Ricerca, progettazione e gestione del Patrimonio culturale. "Ed anche lui – anticipa Bertelli – mi pare sia convinto che l'unità del sito vada preservata e rispettata". Cosa intenda per capire meglio il passato è chiaro. "Significa renderlo attuale in tante forme: anche facilitandone l'accesso, anche studiando manifestazioni adatte, ma soprattutto rispettandolo. Questa è la lezione che dobbiamo apprendere. Qualunque aggiunta significa mancare di rispetto a quello che abbiamo ereditato".
E sempre in merito alla valorizzazione senza forzature l'assessore Sgarbi annuncia che è già costituito un comitato di studiosi in vista di una mostra dedicata proprio alla cultura dei Sacri Monti; un appuntamento itinerante che toccherà Milano, Varese e Varallo. Il Morazzone sarà in prima fila, con grande soddisfazione del sindaco Fontana.