La Madonna restaurataLa Madonna restaurata

Lavori conclusi – E' lì, anche in bella evidenza. Non proprio fuori posto, ma quasi. Forse è solo la nostra abitudine a vederla lassù, come in ascesi. Adesso è al nostro livello. Davanti a noi, da poterla toccare. E' l'oggetto dotato di un diffuso e comune grado di devozione cultuale. La Madonna Nera con in grembo il Bambino è ritornata al Santuario. Fresca di restauro la statua è stata riesposta nella chiesa del Sacro Monte e tra due settimane tornerà nella sua collocazione originaria. Un lungo lavoro di recupero e consolidamento diretto da Piero Lotti ha ridonato luce nuova all'antico manufatto ligneo risalente alla fine del 1200. Una prima fase del restauro è stata dedicata all'isolamento e all'abbattimento dei batteri che avevano col tempo invaso il legno. Un procedimento indispensabile per preservare la materia lignea. Poi, in seguito, l'attenzione si è concentrata sui numerosi strati di colore emersi dalle indagini stratigrafiche. Il lavoro del tecnico, delicato, a quel punto ha dovuto incrociarsi con i pareri vincolanti della Soprintendenza e certamente della Curia stessa. Fino a che punto insistere nel 'levare'? Non certo fino alla stesura originaria; intervento troppo rischioso, che avrebbe messo a repentaglio l'integrità dell'opera. Via dunque, le stesure ultime, novecentesche, che hanno portato in dote problemi conservativi, e consolidamento delle parti attualmente visibili.

Tradizione intatta – Come garantito fin dall'inizio dei lavori, la Madonna ha conservato il suo colorito scuro; l'abito rosso e il manto blu con i profili in oro hanno riacquistato una antica e preziosa antica luce. Il pellegrino che in questi giorni dovesse avvicinare il prezioso e pregiato legno, lo vedrebbe nella sua forma originale. Senza il celebre terzo braccio, l'espediente tecnico escogitato nel corso del XVII secolo quando si presentò l'esigenza di rivestire la scultura con un manto pregiato. E a proposito di manto e della nuova vestizione della Vergine, oggetto anche questo di divergenti vedute tra l'estetico e il devozionale, si è deciso di ricoprire il manufatto con la nuova preziosa veste, velo compreso, con anima d'oro, fatta realizzare nel corso del 2007 da artigiani specializzati di Turate. Il manto sin qui indissolubilmente legato all'icona sarà probabilmente deposto, con tutti i suoi significati e la sua storia ancora conservati nelle pieghe, nel vicino Museo Baroffio.