Sala Nevera a SaronnoSala Nevera a Saronno

Premiati artisti di varie provenienze – Trentotto su centoquattro. Tante le opere arrivate all'attenzione della giiuria del Premio Nevera di Saranno,  composta dal critico d'arte Antonio d'Amico, dall'artista Emma Vitti, dal gallerista Andrea Palmieri, da Fiorella Bianchi dell'Ufficio Cultura del Comune di Saronno, da Licia Casoli e Daniela Nasi. Meno di quaranta appunto quelle prescelte: opere di pittori provenienti da Saronno, ma anche dalla intera provincia di Varese, da quella di Como e di Monza con una buona rappresentanza del territorio prealpino.

Il flop della sezione giovani – Quello che ha sorpreso maggiormente i giurati è stata la scarsa partecipazione dei giovani sotto i 25 anni, per i quali quest'anno era stata appositamente istituita una sezione. Tra l'altro, delle poche iscritte al concorso, solo 13, nessuna ha avuto il privilegio d'essere premiata: "i giovani mancavano completamente di originalità espressiva, tecnica e di contenuti", spiega Fiorella Bianchi.

I senior, i migliori – Al contrario quest'anno la giuria ha rilevato un netto miglioramento negli autori di età superiore ai 25 anni, tanto che la scelta dei dipinti da mettere in mostra non è stata complicata e tanto meno lo è stata la selezione delle tre opere vincenti e di una quarta opera, alla quale è stato conferito comunque un premio, anche se fuori regolamento.

Vince il malessere contemporaneo – Nel giro di tre ore e mezzo i giurati si sono unanimemente espressi a favore di un contenuto particolarmente trattato nell'edizione 2009: tra i temi classici della figura umana, del paesaggio e di qualche opera informale è prevalso quello della sofferenza e del malessere della società contemporanea: i quadri si distinguono per colori cupi, forme disgregate, immagini della fine di un'era e del mondo presente, attraverso l'uso di materiali diversi, come sabbia, legno e gesso, che, aggiungendosi e mescolandosi ai tradizionali colori acrilici e a olio, creano delle sovrapposizioni dall'effetto tridimensionale, è così che parano per esempio della "Fine di un amore".