Vi sono poeti nei confronti dei quali è doveroso mettersi in guardia e attendere, tra un verso e l’altro, lo spiraglio giusto per affinare quella confidenza indispensabile all’innamoramento.
Tale condizione ci permette di condividere piaghe e gioie espresse nei versi.
Patrizia Cavalli ne “La vita meravigliosa” (Giulio Einaudi Editore, pp.114, Euro 11) ci confida la sua salita in Paradiso “Ah come mi piaceva questo andare facile, sicuro, senza dover competere!” per poi subito dopo arrivare all’autoironia “Avere il whisky in casa è un gran vantaggio, in quattro sorsi passi dal peggio al meglio”.
L’amore a volte è anche fatica e disincanto “Con altro peso allora calpesterò la mattonella sconnessa, amata strada verso la tua stanza, con un suono leggero ti avvisava. Ma tu protetta da questa dolce ripetizione continuavi a leggere, rimandavi a più tardi ogni emozione”.
E’ sufficiente uno sguardo a Patrizia Cavalli (Todi 1947-Roma 2022) per eternizzare anche i soffi della quotidianità “Lemme lemme se ne andava stancamente pedalava, avrà visto la mia sciarpa rosa ardente?”.
Arrivati a pagina 50 ci siamo cascati, era lì la trappola “…io spero troppo e troppo spesso spero ma è uno sperare fatto di inconsistenza, giro la testa e mi ricala il nero”.
Tutto si stringe in un’unica parola, mai pronunciata ma della quale si intuisce cadenza e significato “Che esiste solo quando è pronunciata” ed è in tale frangente che la poetessa dichiara la sua fatica di esistere: “Condannata a essere umana” e in simile contingenza i sensi si dipanano verso altre intimità conferendo forma alle ombre e al silenzio.
Sulla vita di Patrizia Cavalli, da poco è stato realizzato da Annalena Benini e Francesco Piccolo il documentario “Le mie poesie non cambieranno il mondo”.

Patrizia Cavalli – La vita meravigliosa, Giulio Einaudi Editore, pp.114, Euro 11.

Mauro Bianchini