Alfredo Chighine, Forme contrapposte, 1954, olio su telaAlfredo Chighine, Forme contrapposte,
1954, olio su tela

L'identikit del Museo – "Omnia Vincit Humilitas" (L'umiltà tutto vince) – recita lo stemma di Lissone comune brianzolo conosciuto per la produzione artigianale del mobile e per la vivacità imprenditoriale nel campo dell'arredo. Ed è proprio con l'umiltà – e con una buona dose di tenacia – che nel 2000 prende vita il Museo d'arte contemporanea della città: una struttura d'ispirazione razionalista edificata nei pressi della stazione ferroviaria, sull'area di un vecchio complesso industriale mobiliero. Una nascita necessaria e funzionale a sancire l'importanza dello storico Premio Lissone che, avviato nel 1946 dalla Famiglia Artistica Lissonese, nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta ha confermato la sua rilevanza nel panorama delle manifestazioni artistiche nazionali, arricchendo il patrimonio locale con numerosi rappresentanti del secondo dopoguerra, come Emilio Vedova, Piero Dorazio, Renato Birolli. Valerio Adami, Ennio Morlotti, Mario Schifano e Mauro Reggiani. Una parte di questa cospicua collezione è dedicata alla vita e all'opera di Gino Meloni, grande pittore e scultore di adozione lissonese, nonché ispiratore e fondatore della manifestazione, cui si aggiungono le opere di giovani artisti emergenti, vincitori delle ultime otto edizioni del Premio (affiancato oggi dal Premio Lissone Design), nuovamente istituto nel 2002 dopo trent'anni di lungo silenzio. Per l'occasione il Museo presenta al pubblico il catalogo completo della raccolta museale e due singolari nuclei di acquisizioni: i "taglieri d'artista", donati dagli eredi dell'architetto e designer Ico Parisi (Palermo, 1913 – Como, 1996), ed una selezione di opere appartenenti alla collezione dell'imprenditore e mecenate dell'arte Walter Fontana (Crescenzago, 1919 – Briosco, 1992).

Le nuove acquisizioni – Una scelta che riflette l'amore di questi due personaggi per l'arte ma che, allo stesso

Georges Mathieu, Artins, 1969, olio su telaGeorges Mathieu, Artins, 1969, olio su tela

tempo, porta alla luce una delle rare peculiarità della scena artistica italiana: la capacità di instaurare proficui rapporti di collaborazione tra pubblico e privato. Fra i taglieri da cucina della collezione Parisi spicca senza dubbio quello di Enrico Baj, che marchia la tavola di legno con una di quelle famose medaglie al valore con cui amava effigiare la sua caricaturale serie di Generali. Un'ironia ruvida e tagliente, pronta a mettere alla berlina il lato più arrogante e brutale dell'umanità. Tra le opere della collezione Fontana troviamo invece quattordici artisti di fama nazionale e internazionale, come lo scultore varesino Floriano Bodini, allievo di Francesco Messina ed esponente, nella seconda metà degli anni Cinquanta, del gruppo del Realismo Esistenziale. In mostra il bronzetto intitolato Pontefice, appartenente alla serie di Papi e di Vescovi, che lo storico dell'arte Carlo Pirovano definì, nel 1999, «personaggi multipli interattivi e contrastanti» in cui l'artista «introduce la valenza espressiva dell' "irrealtà profetica", quel quid misterico che oltre la spietata cronistoria delle miserie umane registra la speranza estrema di una rivalutazione, di un riscatto». Accanto a lui alcuni rappresentanti dell'informale italiano – come Alfredo Chighine, Piero Dorazio e Gianni Dova – e il francese Georges Mathieu, figura di spicco dell'astrattismo lirico, che nelle sue tele crea mutevoli tramature cromatiche ispirate all'arte calligrafica orientale. Eccolo l'identikit del Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, luogo di conservazione ma anche distretto culturale e punto di riferimento per la cittadinanza, e per la stessa storia dell'arte.

Dieci anni di Museo a Lissone. Una collezione che cresce
Fino al 27 marzo
Museo d'arte contemporanea
viale Padania 6, Lissone
tel. 039 2145174 – 039 7397368
museo@comune.lissone.mb.it
Ingresso libero