Artevarese intervista Antonio MignozziArtevarese intervista
Antonio Mignozzi

Una ricca antologia di tele di Antonio Mignozzi è visibile alla Galleria Palmieri di Busto fino al 5 maggio.
La meditazione sulle Avanguardie, da sola, conferma nell'artista la possibilità di creare immagini perfettamente bidimensionali, in base a due assi fondamentali, verticale e orizzontale. Di qui l'uso di prospettive oblique, che rovesciano quella classica in una specie di piano inclinato, e l'uso di una griglia a scacchiera su cui è possibile impostare un discorso di pure relazioni tra colori diversi.

La ricerca di Antonio Mignozzi si nutre di astrazione e, insieme, di fedeltà al dato naturale. Il suo è un genuino interesse verso tutto ciò che si può definire messaggio umano, dalle incisioni di antichi Menhir o Dolmen fino alle tracce che si possono trovare in una cella di un carcere del XXI secolo.
La serie di lavori in mostra riprende e ripropone la tecnica dell'affresco su tela: i colori freddi e le incisioni prendono corpo nel materiale fresco, ancora duttile.