Palazzo Leone da PeregoPalazzo Leone da Perego

I nuovi ospiti – Palazzo Leone da Perego e il Castello Visconteo di Legnano si preparano a cambiare scenografia. Una nuova triade di esposizioni curate da Flavio Arensi animeranno la stagione autunnale. In scena due grandi maestri del '900 Sebastian Matta e Aligi Sassu, con loro per continuare le mostre dedicate a giovani e promettenti artisti, il fotografo Enrico Savi. Ad ottobre il Palazzo in centro città si prepara ad accogliere le opere del cileno, un grande esponente del surrealismo internazionale scomparso nel 2002 a Civitavecchia. La mostra Sebastian Matta. L'entrée est à la sortie (1950-2000), presenterà venti sculture e trenta dipinti di grande dimensione, molti dei quali inediti, in grado di raccontare, dagli esordi (con una tela del 1949) fino alle ultime realizzazioni del 2002, il mondo di uno dei più importanti artisti del Novecento. Curata da Flavio Arensi e Alberto Zanchetta, da un progetto di Germana Ferrari Matta, l'esposizione mette in luce le diverse tematiche dell'opera dell'artista cileno (1911-2002), proponendo sale tematiche ma anche costruendo suggestioni di immagini e colori. Per la prima volta verrà esposta anche una grande tela di dieci metri (Vivre le verbe vie, 1969). Attivo e capace di stupire fino alla fine Sebastian Matta aveva alcuni giorni prima della morte inaugurato personalmente a Roma una mostra, Sin titulo, composta da una cinquantina di tele e dieci sculture.

Un'opera di MattaUn’opera di Matta

Il grande surrealista – Nato a Santiago del Cile, dopo gli studi in architettura, nel 1934 Matta si trasferì a Parigi dove si dedicò alla pittura. Lavorò con Le Corbusier, e prese contatto a Madrid con intellettuali spagnoli, fra cui i poeti Rafael Alberti e Federico Garcia Lorca. Nel 1936 si trasferì a Londra dove si unì a Walter Gropius e Moholy-Nagy, ed ebbe modo di conoscere anche lo scultore britannico Henry Moore. A Parigi conobbe André Breton e Salvador Dalì nel 1937 e dal 1938 iniziò aderì al surrealismo, eseguendo una pittura attenta alla dimensione onirica, inconscia, concitata. Cominciò allora a partecipare ad importanti eventi come l'Esposizione Internazionale del Surrealismo alla Galleria di Belle Arti di Parigi. Realizzo' i suoi primi oli surrealisti che prima chiamò Morfologie Psicologiche e poi Inscape. Conobbe Duchamp a Parigi e nel 1939 mantenne contatti con Pablo Neruda. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale riparò a New York assieme a Yves Tanguy. Qui ebbe contatti con gli altri surrealisti, con i dadaisti ed esercitò una forte influenza su molti giovani artisti, tra i quali Pollock, Rothko e Gorky.

L'evoluzione e la maturità – Influenzò la nascita dell'Espressionismo astratto e ne fu a sua volta influenzato. Alla fine degli anni '50 Matta era già un artista universale, con opere esposte in importanti musei di Londra, New York, Venezia, Chicago, Roma, Washington e Parigi. Nel 1971 la rivista francese Connaissance des Arts lo collocò fra i dieci migliori pittori contemporanei del mondo. Nel 1985 il Centro Georges Pompidou di Parigi gli consacro' una grande retrospettiva. Nel 1990 tornò a Parigi passando dei periodi in Italia a Tarquinia, dove installò uno studio, una scuola di ceramica e una sala di esposizioni. Dopo aver lasciato il Cile nel 1934, Matta vi fece ritorno solo in occasione della vittoria elettorale di Salvador Allende e dell'Unidad Popular. Il pittore decise allora di diventare cittadino francese. Tra le sue mostre più importanti, vanno ricordate le retrospettive tenute al Museum of Modern Art di New York nel 1957 e al centro Pompidou a Parigi nel 1985.

Un'opera di SassuUn’opera di Sassu

Il rosso di Sassu – Oltre all' antologica di Matta, a Legnano arriva un altro grande ospite: dal 24 ottobre 2009 al 7 gennaio 2010 sarà ospitata nel Castello Visconteo la personale di Aligi Sassu, intitolata Uomini rossi proporrà oltre cento disegni inediti del grande maestro milanese (1912-2000). A ottant'anni dalla loro realizzazione verrà esposto un corpo considerevole degli Uomini rossi, il ciclo pittorico più importante di Sassu, che mette in crisi la visione novecentista dell'uomo e, nel contempo, ricerca le radici della sua identità. Considerati da molti il prodromo della Transavanguardia, queste opere, dipinte quando Sassu era appena ventenne, segnano un momento di grande forza nella sua carriera ma anche uno dei più interessanti risultati artistici dell'epoca. La mostra è curata da Flavio Arensi e Gabriele Francesco Sassone, in collaborazione con Vicente Urbina Sassu della Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares (Mallorca – Milano).

Fotografia emergente – Il trio si chiude con un giovane fotografo milanese Enrico Savi (1976) che, dal 24 ottobre 2009 al 7 gennaio 2010, presenterà diciotto immagini nella mostra dal titolo Luoghi dell'immaginario, curata da Flavio Arensi e Laura Luppi, che ruotano attorno a tre temi principali: Alberi, Cantieri e De-costruzioni. Gli scatti riprodotti su supporti di diverso formato sono ottenuti grazie a una particolare tecnica che l'artista adatta a una macchina fotografica interamente di plastica, Holga, donando allo spettatore un'insolita percezione della realtà.