La verve e la spumeggiante simpatia di Marina De Juli ha incantato per due ore circa di spettacolo il pubblico attento e divertito del Cinema Teatro Nuovo di Varese.
Una presenza quella dell’attrice di origine varesina, ma milanese di adozione, non nuova nella città giardino, ma per la prima volta trovatasi a calcare in palcoscenico di una struttura teatrale. Si perché Marina De Juli, abituata al contatto diretto con la gente e i suoi fans ha sempre girato finora la provincia in spazi alternativi per promuovere le sue opere e offrire agli appassionati un assaggio delle sue performance attoriali.

Appassionata e appassionante la De Juli al Nuovo di Varese ha presentato il suo cavallo di battaglia, “Johanna Padana”, tratto dal celebre spettacolo di Dario Fo, rivisto e riadattato, su proposta dello stesso Fo, al femminile, anzi si può dire riadattato proprio su Marina De Juli, che ne ha fatto uno spettacolo divertente, godibile dall’inizio alla fine, ma anche con qualche spunto di riflessione, che ha strappato applausi e risate a scena aperta.

In un monologo comico, grottesco e a volte drammatico, si racconta la storia di una donna qualunque, nata tra le valli bergamasche, che, fuggita dalla grinfie dei Lanzichenecchi, si traveste da uomo e si imbarca verso il nuovo mondo e suo malgrado diventa cronista della colonizzazione spagnola.

Spontaneità e immediatezza le caratteristiche che fanno di Marina un “animale da palcoscenico” come si suol dire, fa capriole, balla, canta, tra parole, versi, dialetti e lingue inventate, coinvolgendo il pubblico per quasi due ore.
Il tentativo di trasformare Johan Padan in Johanna è riuscito.

<<Ero alla ricerca di un testo da rappresentare legato alle giullarate, al teatro di narrazione – spiega Maria De Juli – quando Dario Fo mi ha proposto di elaborare una versione al femminile del suo famoso “Johan Padan a la descovèrta de le Americhe”. Mettere mano in un testo d’autore, modificarlo, mantenendo al tempo stesso il suo linguaggio, un insieme di dialetti reinventati per creare una lingua franca, mi ha entusiasmata ma anche spaventata. Poi, mi sono fatta coraggio e ho detto: proviamo! La storia è ambientata tra il XV e XVI secolo, durante i viaggio di Cristoforo Colombo verso il nuovo mondo ma non è concentrata su questi viaggi bensì sull’incontro-scontro di due culture: quella europea cattolica e quella degli indios dell’America centrale. . La storia di Johanna è quella di un viaggio attraverso culture, popoli, territori, visti con sensibilità e curiosità femminile. E’ un viaggio tra gente qualunque che forse non interessa alla storia ufficiale ma che fa la storia. Buon viaggio>>.

 

Magistrale riadattamento al femminile del testo di Dario Fo, portato in scena dall’attrice varesina al Teatro Nuovo, che ha incantato e divertito  il pubblico varesino