L'asse Zurigo-Milano ha sempre rappresentato una via privilegiata di aggiornamento, dibattito e scambio culturale. Nel linguaggio grafico di molti progettisti svizzeri che hanno lavorato a Milano – si pensi solo a Max Huber e a Lora Lamm, a cui sono dedicate le mostre in corso al m.a.x.museo e due vetrine allestite per l'occasione dalla Rinascente di Milano – la critica ha spesso individuato un connubio tra la razionalità e funzionalità di matrice svizzera e il colore e l'impostazione dinamica, libera da "griglie rigide" propria dello stile italiano. Il saggio di Carlo Vinti pubblicato nel catalogo della mostra Lora Lamm. Grafica a Milano 1953-1963 (edito da Silvana Editoriale), approfondisce questi temi sottolineando come questa interpretazione abbia una sua "efficacia rappresentativa", ma nasconda un panorama molto più complesso. Il contesto italiano degli anni Trenta e Quaranta è infatti tutt'altro che arretrato: le pagine di "Campo Grafico" e gli uffici dello studio di grafica di Antonio Boggeri sono ad esempio due aggiornati luoghi di dibattito e di assimilazione delle novità moderniste.

Svizzera e Italia dialogano quindi già da questi anni su un terreno comune accresciuto dal reciproco interesse: se i lavori esposti nel padiglione svizzero alla Triennale del 1936 sono esempio di una professionalità a cui si mirava anche in Italia, riviste come "Typographische Monatsblätter" o "Graphis" guardano con attenzione al lavoro dei grafici italiani.

Negli anni Cinquanta, quando Lora Lamm giunge a Milano, la città oltre a essere ricca di stimoli culturali offre interessanti opportunità di lavoro. L'Ufficio Pubblicità della Rinascente, dove Lamm è assunta nel 1954, è una importante "fucina creativa", che traduce in immagini e slogan la politica dei grandi magazzini milanesi. Una politica che si può definire "culturale", perché indirizzata a diffondere la cultura del Good Design, attraverso un premio come il Compasso d'Oro o le mostre dedicate ai prodotti di paesi esteri come Giappone, Stati Uniti e Messico. L'Ufficio pubblicità, dove Lora Lamm sviluppa il suo linguaggio femminile, vivace, elegante e di grande leggerezza, è un ambiente aperto al confronto internazionale (attraverso contatti diretti e mediati tramite riviste come "The New Yorker", "Fortune" o "Vogue").
Per la pluralità di stimoli e di riferimenti si può parlare quindi dello stile di Lora Lamm più che come punto d'incontro tra progettualità svizzera e fantasia italiana, come di una "terza via": una strada "personalissima" come ha scritto Vinti, "non richiudibile in stereotipi nazionali" e "fedele a un'immagine di impresa in grado di coniugare buon gusto e commercio, pubblicità e Good Design".

Lora Lamm. Grafica a Milano 1953-1963
a cura di L. Lamm e N. Ossanna Cavadini
Chiasso (CH), m.a.x.museo
Dal 25 maggio al 21 luglio 2013
Fino al 1 luglio
La Rinascente dedica a Lora Lamm e Max Huber due vetrine su via Santa Redegonda.
All'interno del grande magazzino è possibile inoltre vedere la video-intervista a Lora Lamm realizzata in occasione della mostra