Dopo aver inutilmente suonato il corno Olifante per richiamare l'esercito di Carlo, Roldan soccombe a Roncisvalle. Ora giace a terra, con la fedele spada Durlindana, con il cavallo Vegliantin, compagno di molte battaglie, sotto la collegiata, a 1057 metri di altezza, sui Pirenei. 

Ma non è il leggendario paladino di Carlo, bensì una splendida opera scultorea di Mario Bassi, che l'ha collocata qui, in questo mitico luogo, punto di passaggio obbligato del Cammino verso Santiago di Compostela. Ora il pellegrino può contemplare la morte del Paladino, che la fantasia di Mario Bassi ha immaginato fin da quando, per la prima volta, è transitato nei luoghi della leggendaria battaglia di Roncisvalle.

Perché l'Artista trae spesso ispirazione dagli eroici personaggi della storia del Medioevo, epoca a lui profondamente congegnale. Ed ecco re Teodorico lanciato nella sua ultima insensata corsa a cavallo, verso la morte, così come canta il Poeta Carducci: Teodorico di Verona,/ dove vai tanto di fret- ta?/ Tornerem, sacra corona,/ a la casa che ci aspetta?/ Mala bestia è questa mia,/ mal cavallo mi toccò… Nell'opera dell'Artista, il cavallo galoppa impetuoso e il movimento selvaggio è sottolineato dal mantello di Teodorico, gonfio di vento. Ma un altro personag- gio ha ispirato la fantasia appassionata dello scultore: l'imperatore Federico I Barbarossa, ritratto nel momento tragico del suo annegamento nel fiume Saleph, in Cilicia, nel corso della III Crociata. 

Anche in quest'opera è presente il corsiero del monarca, destinato anch'esso ad essere travolto dalle acque irruenti. Perché il cavallo è un'altra grande passione dell'Artista, che lo rappresenta accanto ai suoi personaggi. Sono animali di grande forza e potenza, come i focosi destrieri dei Cavalieri dell'Apocalisse, un'opera di imponente monu- mentalità e di grande impegno, che può essere ammirata ancora in via di formazione solo nel laboratorio dell'Artista. Nel suo lavoro, lo scultore, che realizza opere in una grande gamma di materiali (vetroresina, ferro , legno, bronzo), si avvale dell'ausilio del fedele Giorgio, che condivide con lui le fatiche e il fervore della creazione. 

La scultura di Mario Bassi è, a pieno titolo, classica, perché guarda, per naturalismo, monumentalità, armonia, all'arte romana antica e al Rinascimento; senza ignorare il primitivismo e la commozione lirica di Arturo Martini, perché, come l'opera del grande maestro del Novecento, è ricca di istinto e cultura.