La Chiesa di San CarloLa Chiesa di San Carlo

Nel segno della tradizione – Castello Cabiaglio borgo della Valcuvia, riserva ancora novità artistiche. L'intervento sull'altare ligneo nell'oratorio di San Carlo, che ha impegnato la restauratrice varesina Rossella Bernasconi, è giunto al termine. Sabato 1 agosto alle 18.00 è prevista la scoperta dell'antico gioiello, la descrizione delle sistemazioni svolte e la presentazione di una ricerca storica ricca e dettagliata: il volume pubblicato da Diego Rossi, 'Oratorio di San Carlo: la Chiesa per il paese'. La descrizione dell'evento e dell'impegno svolto nelle parole di Rossi, membro del Gruppo Culturale Ronchelli e della restauratrice Bernasconi.

Diego Rossi perchè una ricerca sull'Oratorio di San Carlo?
"Da sempre è tra gli obbiettivi del Gruppo Culturale Ronchelli, la conservazione, valorizzazione e celebrazione del patrimonio del nostro paese. L'Oratorio di San Carlo è sempre stato un punto di riferimento primario per l'associazione che in questo ambiente propone le diverse manifestazioni culturali mantenendo viva la memoria di un luogo dimenticato da decenni. Il nostro impegno si è mosso in due direzioni: artistica con il recupero dell'altare ligneo del XVII secolo, storica con la ricostruzione delle vicende del luogo completamente dimenticate".

Come si è sviluppata la ricerca storica?
"Un lavoro che ha avuto inizio un paio di anni fa. Inizialmente nei vari archivi, soprattutto quello della Diocesi di Como a cui fa capo Castello Cabiaglio; accanto a questo l'archivio pastorale e comunale del nostro paese. Qualche documento è stato recuperato anche a Varese, pochissimi a Milano. Abbiamo raccolto più di 350 documenti".

Un'immagine dell'altareUn'immagine dell'altare

Com'è strutturata la pubblicazione?
"Il volume è suddiviso in tre parti: una prima sezione riporta l'intera ricerca storica sotto forma di testo discorsivo, narrativo ricavato dai documenti stessi. La parte che ha richiesto molto tempo e dedizione, è stata la ricerca dei documenti e la riproposizione dell'intero repertorio, con brevi riassunti di ogni testimonianza. Una sezione fotografica è dedicata all'edificio e alle opere d'arte e arredi sacri conservate all'interno".

Quali sono le documentazioni più antiche riguardanti oratorio?
"Due sono le motivazioni che hanno dato vita al luogo sacro. L'edificio risale agli anni Trenta del XVII secolo, periodo in cui ne fu ordinata la costruzione da parte del notaio Luigi Leoni, figura di rilievo di Castello Cabiaglio; il suo intento era quello di ringraziare la figura di Carlo Borromeo. Il figlio di Leoni aveva infatti ricevuto la grazia di fronte ad un'immagine di San Carlo; da qui deriva la dedicazione del luogo al santo. Anche la popolazione civile del paese ha voluto ringraziare al termine della peste che ha colpito queste zone ma che a Castello Cabiaglio non causò vittime. L'oratorio diventa nel tempo punto di riferimento scolastico in quanto il cappellano riceve l'ordine di svolgere l'insegnamento: ai bambini benestanti a pagamento, a quelli meno abbienti gratuitamente. Nel 1905, dopo vari trascorsi, l'edificio viene regalato dal comune, a cui era passato dopo l'Unità d'Italia, in mano alla Chiesa".

Un libro e un intervento di restauro hanno interessato l'edificio. In passato altri interventi di restauro hanno interessato l'edificio?
"Si, risale allo scorso anno il rifacimento della copertura. Oggi si è deciso di dedicare fondi ed energie all'altare, ma non sarà l'ultimo intervento. Necessitano di sistemazione le decorazioni sia ad affresco che a tempera delle pareti interne, così come andrebbero risanate le lesene".

Angelo dopo il restauroAngelo dopo il restauro

Rossella Bernasconi, in cosa è consistito il suo intervento di restauro
"I problemi che interessavano l'opera erano principalmente dovuti all'attacco di insetti xilofagi e nella parte bassa, che poggia a terra, di umidità. L'intervento di restauro è stato quindi di pulitura delle superfici e di consolidamento di alcune parti. L'altare ligneo conservato nell'oratorio di San Carlo risale al 1646. Si tratta di un'incorniciatura della tela, oggi situata per motivi conservativi nella Chiesa Parrocchiale (quella visibile a San Carlo è una copia fotografica realizzata a grandezza reale su tela), raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e con alcuni Santi eseguita nel 1646 da Luigi Miradori detto il Genovesino. L'altare è in noce intagliato, e presenta una coloritura marrone".

Quali particolarità ha portato alla luce il suo lavoro?
"Nella parte alta dell'altare sono conservati due angioletti che si pensava essere realizzati in legno come il resto dell'opera. Attraverso lo studio delle due figure, si è invece scoperto essere realizzate in terracotta, poi dipinte con coloritura marrone".

'Oratorio di San Carlo:
la chiesa per il paese'

volume a cura di Diego Rossi
presenta la serata Silvano Colombo
interviene Rossella Bernasconi
sabato 1 agosto 2009
alle ore 18.00
presso l'Oratorio di San Carlo
Piazza IV Novembre
Castello Cabiaglio (VA)