Un particolare della volta affrescata della chiesa di San SilvesUn particolare della volta affrescata della chiesa
di San Silvestro in Càpite

Dopo aver ricordato i celebri affreschi di Masolino da Panicale nella chiesa di San Clemente e dopo aver recensito la bella mostra dedicata al Guercino, allestita a Palazzo Barberini, torniamo a Roma. Almeno virtualmente, per vedere (o ri-vedere) una grandiosa opera di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone.

Ma andiamo con ordine: oggi considerata chiesa di riferimento della lingua e del clero inglese, si potrebbe quasi dire "anglo-nazionale", la basilica romana di San Silvestro in Capite è situata tra Campo Marzio e il Quirinale. Fondata da papa Stefano II nell'VIII secolo e restaurata nel 1210 da Innocenzo III, che fece aggiungere il campanile romanico, San Silvestro è oggi sede di un monastero di benedettini inglesi.
Nel 1690 San Silvestro venne rimaneggiata in forme

La VisitazioneLa Visitazione

barocche dall'architetto Giovanni Antonio de Rossi. La chiesa è una vera pinacoteca, conservando opere di Giacinto Brandi, Ludovico Gimignani, Francesco Trevisani, Camillo Rusconi, Giuseppe Bartolomeo Chiari, Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone e una tela con San Francesco di Orazio Gentileschi.

Formatosi a Roma nell'ambito di Ventura Salimbeni ed accostatosi poi al Cavalier d'Arpino, Morazzone dipinse nella Città Eterna diverse opere; perdute quelle in Laterano e nella Basilica di San Pietro, restano oggi i due affreschi in San Silvestro in Capite. Nella cappella laterale di Nostra Signora si trovano due affreschi del Morazzone: la Visitazione e l'Adorazione dei Magi.
Ed è tutto un incrocio di sguardi, fronti alte e sgombre, braccia possenti che appartengono a corpi massici e statuari. La forza del Morazzone si stempera nel chiarore degli affreschi ma, insieme, si evidenzia soprattutto nel gruppo di personaggi che segue i Magi. Sul fondo, le montagne bianche e aguzze, fredde di gelo e ricoperte di vegetazione perenne che sa di resina di pini.
Il cielo porta altra neve.
Un chiarore ed un impasto di colori freddi che sa di Prealpi.