Riccardo BrogginiRiccardo Broggini

Il rilancio della Biennale – E' stato il vicesindaco Gianpaolo Ermolli, a margine della presentazione del progetto legato al Sacro Monte, a ribadire un'ulteriore intenzione del Comune. Quella di gettare le basi per una Biennale d'arte sacra varesina, che troverebbe giovamento tanto più nel caso si dovesse a fare della montagna sacra l'epicentro dell'opera di artisti di fama mondiale.

La riapertura del castello – La presenza al tavolo di Monsignor Stucchi e di Riccardo Broggini, referenti della Fondazione Paolo VI, ha dato ulteriore fondamento al progetto che vede legata la possibile iniziativa espositiva al conferimento di una nuova sede per la Fondazione medesima, identificata con il Castello Manfredi in viale Aguggiari, acquisito negli anni scorsi dalla giunta Fumagalli e, per lungo tempo, rimasto senza una vera e propria destinazione d'uso. I buoni rapporti tra Ermolli e Broggini non sono estranei a questa futura soluzione.

Il lascito misterioso
– Al Castello dovrebbe entrare, questa forse la novità, il lascito Macchi: un punto questo su cui l'ex sfidante di Fumagalli alla fine degli anni Novanta conta molto. "Come Fondazione, in realtà, ci siamo mossi preventivamente – racconta Broggini – acquistando uno stabile proprio all'inizio della Via Sacra. Ma pensare ad un suo utilizzo, comporta per noi interventi importanti. Sicuramente meno di quanti ne

Particolare del Castello ManfrediParticolare del Castello Manfredi

occorrano per il Castello Manfredi, che sarebbe ideale".
Del lascito Macchi, si è già detto, non si conosce molto se non di riflesso rispetto ad altre parti dell'eredità del Monsignore varesino. "Esiste un elenco ma non è possibile ancora diffonderlo – rivela ancora Broggini – di certo contiene pitture, sculture, libri antichi provenienti dal Vaticano, reperti di numismatica. Beni ancora imballati che ci auguriamo una commissione di esperti possa valutare". Lascia intendere, il vicepresidente della Fondazione, erede universale del lascito, che probabilmente solo le opere ritenute di valore storico, artistico o religioso saranno conservate ed esposte. Per le altre il destino potrebbe essere la cessione sul mercato.

La Fondazione ombrello – Ma l'accelerazione di questi giorni, se di vera accelerazione si tratta, potrebbe definire in tempi brevi anche questo aspetto. Intanto, sempre per voce di Ermolli si ribadisce l'intenzione di dar vita ad un Fondazione Santa Maria del Monte, di nuovo strettamente collegata alla Fondazione Paolo VI. Il nuovo organismo diventerà la cabina di comando per tutte le iniziative legate al Sacro Monte e la realizzazione della Biennale di arte sacra. Resta da capire come e se verranno assorbite in questo progetto futuribile le iniziative sin qui svolte, all'insegna delle celebrazioni del Quattrocentesimo anno della montagna sacra.