Raimondo FassaRaimondo Fassa

Una nuova Fondazione ad hoc, disgiunta da quella quella già operativa, per dare alla futura Gam maggior snellezza e continuità operativa. La sicurezza di una programmazione che contamini scelte di approfondimento più elitarie con operazioni che sappiano attirare intelligentemente bacini di utenza via via più consistenti. La stabilità di un decoro espositivo rispettoso di norme e standard adeguati. La garanzia, infine, che lo staff professionale sin qui creato in viale Milano non verrà depauperato.

Nella prima commissione cultura dell'anno, l'assessore alla partita Raimondo Fassa ha voluto mettere in chiaro alcuni punti rimasti in sospeso negli ultimi mesi e sopratutto negli ultimi giorni alla luce delle dichiarazioni del presidente della Commissione, Alessandro Petrone, in una recente conferenza stampa .

Nessun commento, in verità, sulle affermazioni forti di Petrone e che molto avevano inquietato. Ma un doveroso chiarimento sui meriti e sui metodi con i quali l'amministrazione intende affrontare il rush finale che ha come obiettivo la consegna alla città di una struttura spettacolare, ambiziosa, ancorché necessitante di garanzie e solide basi giuridiche, economiche e scientifiche per procedere.

Dalle pesate parole di Fassa emerge quello che al momento è ancora solo lo scheletro di una nuova entità giuridica, in sostanza, una nuova fondazione di forma privatistica, ma di contenuto e finalità pubbliche, all'interno della quale troverebbero spazio un comitato di gestione di "forte responsabilità pubblica", emanazione di maggioranze e minoranze politiche.

L'altro contrafforte potrebbe essere, sempre secondo lo schema su cui sta lavorando l'assessore, su mandato del sindaco Mucci, un comitato scientifico ristretto a non più di tre figure: il direttore della Gam e altre due professionalità di alto profilo scientifico, regolarmente retribuite. A loro il compito di definire una programmazione che incroci quelli che nei documenti circolanti in comune sono più o meno definiti "problematiche dell'arte contemporanea" e affondi.

Mostre più contenute, di approfondimento di una esperienza artistica ancora in corso, destinate più agli addetti ai lavori, i primi. Mostre di alto profilo, di grandi nomi e dai grandi numeri, possibilmente, le seconde; senza tuttavia inseguire le ricette miracolistiche in corso d'opera negli ultimi anni, altrove. A meno che, ipotizza l'assessore, "non si presenti un main sponsor istituzionale o di altro genere disposto ad investire cifre più che importanti". Difficile al momento preventirlo. Non a caso il modello citato è Lissone, sede di un premio altrettanto storico e di una galleria di recente costituzione. Un modello pragmatico, non roboante.

Più facile al contrario immaginare, una soluzione più performante al tessuto socio-economico del gallaratese. Uno sponsor di più ridotte dimensioni che per il singolo evento possa anche trovare posto nel comitato di gestione. Ipotesi, ripete Fassa, tutte ancora in fase di studio. Quello che è certo è che la nuova Fondazione ad hoc per la Gam "garantirà per certo il corretto funzionamento del museo a regime, la giusta valorizzazione del proprio patrimonio, di cui un buon 5% è costituito da capolavori individuali e storici, la sua attività didattica, la presenza di uno staff qualificato, e la realizzazione di mostre di approfondimento".

Mancano meno di 12 mesi alla prevista inaugurazione del museo intitolato a Silvio Zanella. A febbraio ci sarà una visita a disposizione della commissione.  L'architetto Darko Pandakovic illustrerà nel dettaglio il progetto architettonico. Di pari passo l'assessore Fassa avrà a breve contatti milanesi, con Vittorio Sgarbi e l'assessore regionale Zanello. Obiettivo, tra gli altri: fare della Gam la locomotiva per l'arte contemporanea nel nord-ovest dell'Insubria.