Varese – Per la prima volta un’opera della collezione permanente del Museo di Arte Moderna e Contemporanea del Castello di Masnago viene rivisitata da street artist di fama internazionale e ne nasce una mostra. L’esposizione promossa dall’Associazione Wg Art, si svolge nell’ambito del progetto TIME TO START, un grande evento performativo che coinvolge per il quarto anno la città inserendosi anche nel programma della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI Associazione Italiana Musei d’arte Contemporanea Italiani.

Si tratta dell’opera “Tamar di Giuda” di Francesco Hayez, uno dei massimi esponenti della pittura italiana dell’Ottocento. L’opera è forse il dipinto più importante, sia dal punto di vista storico che pittorico, conservato presso il Museo. Donata al Comune di Varese da Massimo Vita nel 1971, è da considerarsi uno dei massimi capolavori della prima maturità artistica del pittore veneziano. Il quadro rappresenta Tamar, il personaggio biblico che nel libro della Genesi sposò i primi due figli di Giuda: Onan e Er, che per diversi motivi caddero in disgrazia agli occhi del Signore che li fece morire. Giuda incolpò Tamar e non volle darle in sposo, come voleva la tradizione ebraica, Sela, il terzo figlio. Tamar escogitò allora uno stratagemma: si travestì da prostituta e senza essere riconosciuta (si era velata il volto) sedusse Giuda che, per unirsi a lei, le promise un capretto del suo gregge e le lasciò in pegno il suo sigillo, il cordone e il bastone. Quando Giuda venne informato che sua nuora si era prostituita ed era rimasta incinta, la condannò al rogo: la donna inviò allora al suocero gli oggetti che le aveva lasciato e gli mandò a dire che l’uomo con cui si era prostituita era il proprietario di quelle cose. Giuda riconobbe il sigillo e gli altri oggetti e  il suo peccato, cioè di non aver dato in marito a Tamar il suo terzo figlio. Hayez preferì non raccontare per intero la vicenda, affidata solo al richiamo offerto dal bastone e dall’anello che Tamar regge con la mano sinistra, ma decise di concentrarsi sul fascino della figura isolata, la cui malinconica bellezza sembra volersi nascondere sotto l’ampio mantello.

L’associazione Wg Art ha invitato 10 artisti: Francisco Bosoletti, David De La Mano, Iconosaik, Kraser, La Fille Bertha, Marco Oggian, Pax Paloscia, SeaCreative, Theic e Ufocinque, a realizzare un’opera inedita reinterpretando il mito e il quadro di Hayez in chiave moderna in un percorso espositivo lungo le sale del Museo

Per questa edizione l’organizzazione ha scelto di non presentare le opere in giro per la città, come le precedenti annualità, ma di esporle solo all’interno degli spazi museali del Castello, in modo tale da ricreare un rapporto più stretto con l’opera originale. La mostra sarà visitabile fino al 29 ottobre.