Mantova – “Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà”, è la grande mostra ospitata nelle sale di villa giuliesca. L’esposizione curata da Raffaella Morselli con la collaborazione di Cecilia Paolini illustra il percorso dell’artista fiammingo evidenziando quanto le suggestioni intellettuali rinascimentali elaborate negli anni mantovani e italiani siano continuate, evolvendosi, nella pittura della sua maturità, per sedimentarsi come eredità artistica nei suoi allievi.

Le opere esposte  mettono in luce il dialogo con i miti e l’interpretazione di Giulio Romano e, non di meno, la sintonia mai interrotta con il Rinascimento e la favola mitologica: è qui che Rubens tramuta il suo mondo in un linguaggio universale capace di parlare a tutte le corti d’Europa.

L’immaginifica popolazione di divinità e di testi antichi inventati e citati da Giulio Romano furono la palestra ideale per il colto Rubens. Sotto il tetto di Palazzo Te si consumò la conversione dell’artista da fiammingo ad italiano: Rubens è l’uomo nuovo universale, che oltrepassa i confini religiosi, geografici e politici, per inventare un nuovo linguaggio che è, a tutti gli effetti, internazionale. Una lingua figurativa europea, la prima della Storia dell’arte.

Il percorso dell’esposizione, articolato in dodici sezioni approfondisce le tematiche più affascinanti e prolifiche del pensiero rubensiano – dal mito all’idillio della natura, alla sfida del potere, dalla lezione di Giulio alla storia romana e alla filosofia che genera civiltà – presentandole al pubblico attraverso un corpus di oltre cinquanta opere in prestito dai più prestigiosi musei italiani e internazionali, tra cui il Musée du Louvre, il Museo Nacional del Prado, la National Gallery of Denmark e il Royal Museum of Fine Arts di Anversa.

Accanto a una straordinaria selezione di oltre quindici opere di Rubens – tra queste Achille scoperto da Ulisse tra le figlie di Licomede del Prado, Cristo sulla croce del KMSKA e Romolo e Remo allattati dalla lupa dei Musei Capitolini – è esposta una raccolta di incisioni provenienti dall’Istituto della Grafica di Roma e di disegni di Giulio Romano dal Louvre facenti parte della collezione del fiammingo; l’intera serie della decorazione del salone principale della casa di Jacob Jordaens, allievo prediletto del maestro, mutuata dalla camera di Amore e Psiche di Palazzo Te, per la prima volta esposta in Italia; e altre importanti tele di pittori legati all’artista, come il collega Jan Brueghel il Vecchio, e i collaboratori Theodor van Thulden, Sebastian Vrancx e David Teniers (Il Giovane).

La mostra potrà essere visitata sino al 7 gennaio. Orari: 9 – 19.30, martedì escluso. Dal mese di novembre 9-18.30. Aperture serali fino alle 22, visita guidata alla mostra alle 21.00 nei giorni sabato 28/10: Palazzo Te e MACA; sabato 18/11: Palazzo Te; sabato 16/12: Palazzo Te. Info: Tel. +39 0376 367087  biglietteriemusei@comune.mantova.it

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