Milano – Hanno un candore verginale i due giovani, privi di tratti somatici, raffigurati in una delle opere che caratterizzano la personale di Emiliano Ponzi “In principio era la fine” a cura di Maria Vittoria Baravelli in corso da MARCOROSSI artecontemporanea.

Le lontananze prospettiche presenti nei lavori dell’artista, attestano punti focali che risultano fondanti nel contesto della composizione e in alcuni casi arrivano a creare rimandi con la classicità hollywoodiana.

Ammaliante la figura femminile descritta di spalle sopra un ponte con l’abito al vento tesa verso l’orizzonte a definire un parallelo con “Love is a many splendid thing”.
Rigorose e assolute la architetture metropolitane delimitano uno skyline che dal fuori porta agli interni di un ufficio di Wall Street dove sembra di udire quel “preferirei di no” pronunciato dello scrivano Bartleby nel magistrale racconto di Herman Melville.

Pare che il tempo si sia fermano nello scenario di un paesaggio innevato misuratamente animato da bagliori rossi: alcune finestre illuminate, l’abito di una donna il cui procedere tende ad un altrove a noi sconosciuto.

L’idea del grande cinema hollywoodiano anni ’50 percorre le opere di Emiliano Ponzi (Reggio Emilia 1978, vive e lavora a New York) con echi che vanno da Henry King sino a Sayonara e alle magie del sol levante.

Emilano Ponzi – “In principio era la fine” – Milano – MARCOROSSI artecontemporanea, Corso Venezia 29. Fino al 28 ottobre. Orari: lunedì-sabato 11-19

Mauro Bianchini