A. Ortelli, Senza titolo, 2005A. Ortelli, Senza titolo, 2005

La parola nell'arte – Chi vuol conoscere tutto, ma proprio tutto, su come la scrittura sia stata presente nelle espressioni dell'arte del XX secolo deve andare al Mart di Rovereto dove, fino al 6 aprile del prossimo anno, é aperta la mostra "La Parola nell'arte. Ricerche d'avanguardia nel ‘900. Dal futurismo ad oggi". Coordinata da Giorgio Zanchetti, docente dell'università degli Studi di Milano, l'ampia rassegna (più di 700 opere; un catalogo di 750 pagine) ragguaglia sull'inserimento da parte degli artisti nelle loro opere della parola, sia nelle "tradizionali" tele, sia nella luce dei neon e negli schermi dei video, sia nelle più ardue sperimentazioni dei giorni a noi più vicini.

Le proposte delle avanguardie – Il percorso parte, come é giusto che sia, dalle avanguardie, in particolare dal futurismo con le sue parole in libertà, per procedere poi con le rielaborazioni cubo-futuriste dei russi mentre in Occidente dada e surrealismo trasgredivano non solo le forme tradizionali dell'arte. Ma sovvertivano anche ogni possibilità di comprensione dei testi, da loro svincolati dagli strumenti usuali della conoscenza.

P. Gonzato, Senza titolo, 2007P. Gonzato, Senza titolo, 2007

Le esperienze del secondo Novecento – Certo, é ormai facile seguire il percorso della parola nell'arte della prima metà del XX secolo, seguendo l'attività dei vari gruppi d'avanguardia; non così per il secondo Novecento tanto che i curatori hanno pensato di riunire, più che per gruppi, per tagli trasversali le molteplici esperienze. Si possono così vedere entro un percorso alquanto suggestivo le esperienze di Munari, un ponte fra i futuristi e gli artisti del dopoguerra, la "rivoluzione in parole" dei poeti visivi, anticipatori già nei primi anni Sessanta del linguaggio della contestazione, l'uso comportamentale della parola con le emozionanti lavagne di Beuys, le "calligrafie" di Twombly e del nostro Accame, l'"Io sono un santo/io sono una carogna" di Fontana, fino alle immagini pop di Johns, Warhol, Rotella e Schifano.

La parola immagine di tre artisti della nostra terra – Tra le ultime leve sono presenti anche tre artisti che, formatisi nelle scuole della nostra provincia, hanno poi portato avanti le loro ricerche soprattutto a Milano, se non più lontano. É il caso di Andrea Dellavedova, legnanese del 1958, diviso fra Italia e Messico, che gioca con le bottiglie dell'acqua minerale Recoaro componendo parole ispirate da Nietsche. Antonella Ortelli, di Saronno, entro il riquadro preciso del foglio di carta lascia invece una connotazione enigmatica della scrittura manuale mentre Paolo Gonzato, già una promessa quando frequentava il Liceo Artistico di Busto Arsizio, con la sua usuale, provocatoria fantasia fora i fogli di un telegramma di condoglianze, rendendolo del tutto illeggibile.