Nello studio dell'artistaNello studio dell'artista

Il fascino dell'acqua, la materia del paesaggio – L'atelier di Anneliese Gripp a Sesto Calende non è lontano dal fiume, da quel Ticino che unisce Svizzera e Italia, scorrendo da nord a sud, in un flusso lento e continuo, una scelta non casuale per questa donna amante del ritmo lento e constante dello scorrere degli elementi naturali. Siamo andati a curiosare direttamente in atelier il percorso dell'artista, di origini tedesche, che tanto assomiglia ad un fiume in piena: scultrice e pittrice, dalla Germania si è trasferita su queste sponde, dopo essere passata per il Belgio, la Spagna. Da ogni luogo della sua vita Anneliese ha portato qualcosa nella sua arte, esordendo con il paesaggio iberico, il mare e i suoi colori caldi, finendo con un ritorno all'acqua nella pittura più recente, un elemento liquido costante anche in scultura.

All'inizio fu il paesaggio – Il paesaggio prende tutta la prima fase della sua carriera artistica, passa da una rappresentazione pittorica tradizionale, in assenza di prospettiva, ad una vera e propria pittura materica, un passo avanti verso la scultura.
Tele e pennelli si legano poi a doppio filo ai temi esistenziali: cominciano ad apparire delle corde che legano piante, simboli di legami psicologici che tessono nodi e, costringendo, aiutano a fortificare.
Passaggio chiave che farà da ponte tra scultura e pittura è l'apparire dei tagli, una diretta evoluzione delle corde, il gesto simbolico e risolutivo di rottura che libera la forma. Anneliese in questo periodo comincia a concentrarsi su manichini che rielabora dando loro nuove forme e nuova espressività, spezzandoli per farli assomigliare al tremolio dell'acqua, trasformando la rigidità della plastica in elemento quasi liquido, e più umano.

Opere in studioOpere in studio

Sguardo all'interno – Col tempo, in scultura, la Gripp comincia a valorizzare la parte interna dei suoi lavori, la faccia concava dei tronchi e delle statue, ricoprendola in metallo. E' il segno di un senso di protezione interiore, la corazza creata dall'esperienza: non fuori di noi, in superficie e sulla pelle, ma all'interno, perché il mondo fuori non sia allontanato e tenuto ai margini, ma vissuto e percepito, senza che faccia danni alla parte più profonda e fragile di noi.

Anneliese oggi – Il cerchio si chiude adesso attorno all'acqua, elemento essenzialmente vitale, con un ritorno alla pittura che oggi prende nuove vie espressive descrivendo il movimento e la luminosità del grande fiume, il Reno, che la pittrice ha recentemente scoperto.
Dalla terza dimensione di nuovo alla bidimensionalità, al colore, all'emozione che la tavolozza rende vitale ed energica. Anneliese Gripp dimostra quanto un percorso di crescita artistica si possa nutrire della diversità delle tecniche e dell'espressività delle stesse, fedele alla linea della ricerca del proprio senso nel mondo, filosofico, psicologico, esistenziale, in una parola: umano.