Volume di R.PisuVolume di R.Pisu

La copia "virtuosa"Oriente e Occidente, oggi, sono più che mai vicini eppure sono anche tanto diversi, quasi opposti se con Oriente s'identifica la Cina.
Con la civiltà cinese, abbiamo ben poco in comune al contrario di quello che accade con l'India ove molti caratteri culturali, dalla scultura, alla percezione delle arti sono molto più vicini alla nostra sensibilità. Una civiltà, quella cinese a tutto tondo, che facciamo fatica a comprendere fino in fondo perché si definisce grafocentrica, tutta imperniata sulla scrittura fatta di ideogrammi, pittogrammi, il cui significato rimanda alla descrizione profonda della cosa e del concetto cui si riferisce.

Dall'antichità – Ebbene una scrittura antichissima, che è parte integrante della Cina attuale, quella che stiamo imparando a conoscere per la progressiva facilità degli scambi commerciali e culturali in atto. Il Cinese colto si rifà ai testi classici, e il concetto col quale noi identifichiamo un monumento, o un bene culturale, dall'opera pittorica a quella architettonica, è totalmente lontano dalla loro sensibilità. In Occidente non si può prescindere dall'opera materiale, fisica, fatta di marmo, di colore e tela, oppure di un progetto realizzato da un architetto conosciuto, invece, per loro assurge a "patrimonio artistico" con valore storico e culturale ciò che è stato descritto, citato, oppure cantato in un testo scritto considerato classico.

Realtà a confronto – Pertanto, paradossalmente una guida turistica cinese potrebbe guidarci attraverso una visita, questa sì virtuale, tra pagode, statue o altro, le cui vestigia fisiche non esistono più e forse si sono perse nella memoria dei tempi. In Cina è predominante il testo scritto su qualsiasi altra forma di espressione e ciò si è perpetuato nel tempo. Non si studia la storia dell'arte come il susseguirsi ordinato di periodi storico artistici (Rinascimento, Manierismo, Barocco…) né vi è alcun riferimento agli autori delle opere, delle quali, invece, si cerca di rispettarne il più possibile lo spirito. Da ciò dipende la grande facilità e disinvoltura con la quale i Cinesi copiano qualsiasi cosa: lo hanno fatto da sempre, quando gli edifici o i manufatti, che consideravano patrimonio della loro civiltà deperivano, magari dopo un secolo, un secolo e mezzo di vita, perché fatti solitamente di materiale deperibile come il legno.
Per questo motivo i ‘monumenti' cinesi sono stati nei secoli costruiti, e ricostruiti, potremmo dire copiati, e ricopiati sempre nel rispetto dello spirito originale, ma immancabilmente sempre diversi ogni volta.

L'archeologia oggi – Infine, per tale motivo l'archeologia come materia di studio ha preso vitalità solo negli ultimi trenta, quarant'anni in Cina per le evidenti difficoltà di ricostruire il succedersi delle epoche storiche. Una civiltà, che non conosce ancora se stessa completamente e che noi appena percepiamo per la sua intrinseca complessità.