Street Art Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/street-art/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 23 Nov 2023 17:54:56 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Street Art Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/street-art/ 32 32 Efêmero, il grande murales all’Hangar Pirelli Bicocca https://www.artevarese.com/efemero-il-grande-murales-allhangar-pirelli-bicocca/ https://www.artevarese.com/efemero-il-grande-murales-allhangar-pirelli-bicocca/#respond Thu, 23 Nov 2023 17:44:33 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72641 Milano – Efêmero, è il murales che appare sulla grande parete nel retro di Hangar Pirelli Bicocca, dove nel secolo scorso si fabbricavano locomotive e treni, eseguito da OSGEMEOS, letteralmente “i gemelli” pseudonimo dei fratelli Gustavo e Octavio Pandolfo (San Paolo, Brasile 1974) che raffigura un adolescente il cui corpo aderisce all’ultimo vagone di un […]

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Milano – Efêmero, è il murales che appare sulla grande parete nel retro di Hangar Pirelli Bicocca, dove nel secolo scorso si fabbricavano locomotive e treni, eseguito da OSGEMEOS, letteralmente “i gemelli” pseudonimo dei fratelli Gustavo e Octavio Pandolfo (San Paolo, Brasile 1974) che raffigura un adolescente il cui corpo aderisce all’ultimo vagone di un treno metropolitano, fa parte del primo intervento del programma “Outside the Cube”, dedicato alla Street Art.

Le sua condizione pare definire due subordini esistenziali: la nostra da osservatori e la sua che sfrutta la dinamica di un mezzo pubblico.
Il suo gigantismo stabilisce una netto distinguo tra il mondo dipinto e la realtà quotidiana affermando, quale Gulliver metropolitano, una netta unità di misura tra sé e quanto gli sta attorno.

Le palpebre abbassate paiono creare la condizione ideale al fine di rimanere, pur in quella acrobatica posizione, solo con se stesso sicuro di avere riposto nello zainetto, che porta sulla schiena, tutto quanto gli occorre per affrontare il viaggio.

Ma a definire il suo alter ego è proprio quello zainetto a forma di volto e i suoi occhi spalancati verso gli osservatori quale rapporto tra immaginazione e realtà.

La scritta Milano che appare sul vagone, ne definisce l’area di percorrenza e i numeri accanto paiono un rimando alla volubilità della cabala, la cui incidenza a volte, condiziona le cadenze dell’esistenza degli umani.

“Efȇmero” esposizione permanente – Milano – Pirelli Hangar Bicocca, Via Chiese 2. Orari: giovedì-domenica 10,30-20,30

Mauro Bianchini

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“Terra non santa”, la nuova opera di street art di LBS https://www.artevarese.com/terra-non-santa-la-nuova-opera-di-street-art-di-lbs/ https://www.artevarese.com/terra-non-santa-la-nuova-opera-di-street-art-di-lbs/#respond Thu, 23 Nov 2023 09:24:58 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72623 Milano – E’ apparsa qualche giorno fa, il 19 novembre in Via Giovanni Scheiwiller, zona Porta Romana e Fondazione Prada l’opera di street art dell’artista LBS (Bruno Salvatore Latella) dal titolo “Terra non santa” raffigurante la guerra tra Israele e il mondo arabo. Fondatore dell’idea di Globalized Street Art, dopo la performance internazionale “L’arte contro […]

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Milano – E’ apparsa qualche giorno fa, il 19 novembre in Via Giovanni Scheiwiller, zona Porta Romana e Fondazione Prada l’opera di street art dell’artista LBS (Bruno Salvatore Latella) dal titolo “Terra non santa” raffigurante la guerra tra Israele e il mondo arabo.

Fondatore dell’idea di Globalized Street Art, dopo la performance internazionale “L’arte contro la distruzione”, l’artista ha continuato a voler seguire il tema dell’ultima opera per lanciare un grido di pace nei confronti del conflitto arabo-israeliano.

LBS prendendo in considerazione la data del 19 novembre, ha voluto ricordare il giorno in cui ricorre l’evento storico avvenuto nel 1977: il primo incontro di pace tra il leader arabo Anwar Sadat e il leader israeliano Menachem Begin, proprio in territorio di quest’ultimo.
“Terra non Santa” descrive con drammaticità una scena complessa e carica di simbolismo. Nel deserto sconfinato, le montagne imponenti assistono in silenzio al dramma che si svolge al centro del quadro, la distruzione della vita di innocenti causata da un nuovo capitolo conflitto arabo-israeliano.

Al centro dell’opera, due bambini corrono con braccia mutilate, il pianto trasformato in lacrime di sangue. La loro fuga disperata è ostacolata da soldati occidentali, le cui armi d’oro puntate rappresentano un potere immenso, ma allo stesso tempo un peso colmo di responsabilità. Il contrasto tra la fragilità dei bambini e la potenza delle armi sottolinea la disumanità della guerra.

Ai lati opposti del quadro, due figure convergono verso il centro. A sinistra, un soldato occidentale corre armato di un fucile d’oro, simbolo di potere e ricchezza che non risparmia neanche l’atto bellico. A destra, un musulmano in abiti stereotipati tiene in mano una rosa d’oro, un gesto di pace inaspettato nel contesto della guerra. Quest’immagine suggerisce la complessità delle relazioni e la possibilità di speranza anche in mezzo alla discordia: un sogno, un’utopia.

La rosa d’oro, quasi sospesa tra i due mondi in conflitto, simboleggia un gesto di pace fragile e sospetto, evidenziando la necessità di cercare soluzioni pacifiche oltre le differenze culturali e religiose.

 

Cenni biografici
LBS (A.K.A. Bruno Salvatore Latella) – L’artista visionario che sfida le convenzioni.
Entra nel coinvolgente mondo di LBS, un artista visivo nato a Reggio Calabria nel 1999. Da musicista classico ad artista visivo, LBS coniuga in modo unico gli studi umanistici con la sua produzione artistica, trasformando idee e visioni in opere d’arte avvincenti. Situato all’incrocio tra il concettualismo, l’estetismo e l’artivismo, LBS ha rapidamente conquistato notorietà, collezionando premi prestigiosi. La sua street art potente e socialmente critica ha ottenuto riconoscimenti diffusi e apparizioni sui media nazionali. LBS affronta coraggiosamente le problematiche della società, invitando lo spettatore a confrontarsi apertamente con le sfide del mondo contemporaneo. La sua visione unica si fonde con l’artivismo nella “super-società liquida”, esplorando simbolicamente la società contemporanea e la mancanza di sogni e certezze. Con una tecnica che combina fotografia, disegno digitale, progettazione di stampe fine art e pittura, LBS trae ispirazione da diverse correnti artistiche, creando un linguaggio visivo incisivo. Le sue opere comunicano un messaggio concettuale e sociale, con un profilo pedagogico che riflette la sua formazione accademica. LBS è stato protagonista di mostre e pubblicazioni importanti, con una crescita costante nella sua carriera artistica. Preparati a essere rapito da LBS, un artista che usa l’arte come catalizzatore per il cambiamento, richiamando la nostra umanità e offrendo una speranza luminosa per il futuro.

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Dalla strada a Brera e ritorno: la storia di RAVO raccontata questa sera a Gallarate https://www.artevarese.com/dalla-strada-a-brera-e-ritorno-la-storia-di-ravo-raccontata-questa-sera-a-gallarate/ https://www.artevarese.com/dalla-strada-a-brera-e-ritorno-la-storia-di-ravo-raccontata-questa-sera-a-gallarate/#respond Fri, 14 Jan 2022 10:38:21 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64050 Il primo appuntamento 2022 della rassegna INCONTRO D’ARTISTA, ideato dallo storico colorificio Checchi di Gallarate, vede protagonista un giovane e già affermato personaggio, varesino di nascita. Il personaggio Si tratta di Andrea Ravo Mattoni che ha fatto dell’arte di strada il suo primo linguaggio prediletto, partendo in età adolescenziale coi graffiti e le bombolette per […]

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Il primo appuntamento 2022 della rassegna INCONTRO D’ARTISTA, ideato dallo storico colorificio Checchi di Gallarate, vede protagonista un giovane e già affermato personaggio, varesino di nascita.

Il personaggio

Si tratta di Andrea Ravo Mattoni che ha fatto dell’arte di strada il suo primo linguaggio prediletto, partendo in età adolescenziale coi graffiti e le bombolette per giungere oggi, alla soglia dei suoi quarant’anni ad essere conteso dalle maggiori capitali del mondo.

 

Con Macron e Mattarella

 

Lo vediamo fotografato infatti al fianco di personaggi come Mattarella, Macron, Sgarbi e il Principe di Monaco; è difficile trovare Ravo dalle nostre parti perchè ormai, nonostante la pandemia, viaggia da nord a sud del mondo; è infatti appena rientrato dal Brasile e a febbraio sarà di nuovo in partenza.

 

Dalla Street Art all’Accademia

La sua arte pittorica è davvero impressionante, per maestria e bellezza, per capacità – che provengono anche da un DNA che non mente: infatti padre, zio e nonno sono stati pittori e disegnatori noti e affermati. Andrea ha preferito partire dalla strada coi graffiti, per poi frequentare l’Accademia di Brera e tornare in un secondo momento, nelle città con la forza di chi ora ha conoscenze e capacità per creare qualcosa di davvero unico.

Al Lavoro nelle favelas

L’artista

Ravo si definisce un creativo perchè il suo linguaggio figurativo in verità rappresenta un tramite tra le preziosissime opere custodite nei musei, e la strada, dove tutti, indipendentemente dal grado culturale o dalla classe sociale, possano toccare, vedere, vivere la bellezza. Insomma un museo a cielo aperto, un percorso di bellezza e conoscenza, alla portata di tutti.

opera di Ravo a San Paolo- in Brasile

 

E in questa intuizione nasce la scelta creativa: portare la cifra espressiva di Maestri come il Caravaggio, su muri giganteschi presenti nelle megalopoli, e riaffermare l’arte del bello anche nella favelas, o in luoghi periferici che spesso sono in condizioni di degrado.

Un’opera sociale che è una grande operazione culturale, 

L’appuntamento

Avremo modo di approfondire la missione artistica e l’urgenza creativa del “nostro” Ravo proprio oggi, presso lo Show Room di Checchi Colori a Gallarate. L’incontro è moderato da Luisa Cozzi, Direttore Responsabile di Poetando Video Poesia.

Ravo-Checchi-Gallarate

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Ravo, artista-collezionista che aiuta i giovani https://www.artevarese.com/ravo-collezionista-che-aiuta-i-giovani/ https://www.artevarese.com/ravo-collezionista-che-aiuta-i-giovani/#respond Fri, 26 Feb 2021 15:28:51 +0000 https://www.artevarese.com/?p=59619 di Cristina Pesaro “Nel salotto del collezionista”, mostra in corso fino al 2 maggio al Castello di Masnago, il visitatore intraprende un appassionante e suggestivo viaggio di scoperta della Varese di fine Otto e inizio Novecento attraverso capolavori di Francesco Hayez, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Giacomo Balla, Adolfo Wildt. Queste opere furono acquistate […]

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di Cristina Pesaro

“Nel salotto del collezionista”, mostra in corso fino al 2 maggio al Castello di Masnago, il visitatore intraprende un appassionante e suggestivo viaggio di scoperta della Varese di fine Otto e inizio Novecento attraverso capolavori di Francesco Hayez, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Giacomo Balla, Adolfo Wildt. Queste opere furono acquistate dai importanti collezionisti dell’epoca con lungimirante mecenatismo e profonda visione filantropica.
La rassegna ha suscitato l’interesse dello street artist varesino Andrea Ravo Mattoni che riprende grandi opere del passato, su muro o su tela, usando solo le bombolette spray. Mentre ammirava la Tamar di Giuda di Hayez, ne abbiamo approfittato per parlare del suo lavoro e stimolato le sue riflessioni sull’arte: «A fine gennaio 2021 sono stato in Francia ad Ambois, presso il castello di un mio collezionista dove in dieci giorni ho realizzato dodici dipinti a spray su tela. Lì sono venuti a vedermi 25 miei collezionisti: in quel contesto mi sono sentito un po’ come un pittore di corte in chiave contemporanea. Lì ho realizzato tre traduzioni di Peter Paul Rubens di grandi dimensioni, opere di due metri per tre e lavorato su Caravaggio e Delacroix. Quindi mi sono spostato a Le Mans dove ho lavorato in due dimore e visitato un’abbazia del 1300 che è stata acquisita da un mio collezionista e che diventerà un grande centro culturale dove nel 2022 farò una grande esposizione personale. Nello stesso anno parteciperò invece a una mostra collettiva in un grande museo di Parigi e anche a una personale vicino a Colmar.
In Francia c’è un interesse per la street art da più di quarant’anni e collezionisti che acquistano opere: ecco perché il mio lavoro avviene per il 75% in quel Paese. Collaboro con gallerie d’arte, con privati e anche con enti museali che in Francia acquisiscono opere. La mia opinione è che essere conservato fa sì che il mio pensiero possa essere viaggiare nel tempo e la mia arte amata e rispettata sia in dimore private che in un museo. Mi piacerebbe che ciò avvenisse anche in Italia, che ci fosse la stessa lungimiranza. Gli appassionati sono molto attenti al mercato e guardano al futuro: questo movimento ha raggiunto quotazioni inaspettate ed elevatissime. Basti pensare a Banksy le cui opere valgono dieci milioni di euro. Io in Francia sono tra gli italiani più conosciuti in questo movimento e sono ancora molto accessibile a livello di quotazioni: per le opere di piccolo formato chiunque si può permettere una mia opera.
In Italia eseguo ancora grandi pitture murali ma non c’è ancora per questo tipo di cultura del collezionismo per cui si rischia che queste opere saranno principalmente all’estero. Ho anche galleristi e collezionisti italiani ma numericamente non sono paragonabili quelli francesi, inglesi o americani.
Oltre a essere un artista sostengo e colleziono gli artisti della provincia di Varese, italiani e francesi. Perché invece di acquistare una riproduzione del Bacio di Klimt non compriamo serigrafie di artisti locali che studiano a Brera? Non c’è interesse? Non c’è la cultura per farlo? Come io compro le opere di questi artisti perché non lo fanno altri? Perché non ci sono gallerie che portano avanti avanguardie come la street art?
Io sto combattendo per diffondere la cultura del collezionismo anche in Italia».

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Un murale a Somma Lombardo? Sì, per (La) Carità https://www.artevarese.com/un-murale-a-somma-lombardo-si-per-la-carita/ https://www.artevarese.com/un-murale-a-somma-lombardo-si-per-la-carita/#respond Mon, 07 Sep 2020 07:35:14 +0000 https://www.artevarese.com/?p=57023 Da diversi anni il pittore e street artist varesino Andrea Ravo Mattoni ha sviluppato il suo progetto «Recupero del classicismo nel contemporaneo» che l’ha reso famoso in tutto il mondo. Qual è il suo obiettivo? In un’intervista rilasciata nel 2016 al blog Travel on Art lo stesso Ravo spiega: «voglio recuperare il classicismo insito nella cultura […]

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Da diversi anni il pittore e street artist varesino Andrea Ravo Mattoni ha sviluppato il suo progetto «Recupero del classicismo nel contemporaneo» che l’ha reso famoso in tutto il mondo. Qual è il suo obiettivo? In un’intervista rilasciata nel 2016 al blog Travel on Art lo stesso Ravo spiega: «voglio recuperare il classicismo insito nella cultura italiana, rendendo l’arte classica un’arte sociale. Con le bombolette spray, che sono spesso guardate con sospetto e pregiudizio, ho riprodotto l’effetto dei colori ad olio su tela. Il mio ruolo è un po’ quello di tramite perché non intervengo con modifiche sulle opere che riproduco». L’artista porta avanti, quindi, una tradizione antica, quella della copia, rileggendola in chiave contemporanea attraverso l’uso di una tecnica moderna e la scelta di macro dimensioni. E nel nostro territorio si potrebbe quasi andare a caccia delle opere di Ravo. Se ne trovano esempi a Varese (ricordiamo il dipinto «Allegoria della Giustizia e della Pace» dell’artista settecentesco Corrado Giaquinto riprodotto nel Tribunale), ad Angera (con la meravigliosa Pinacoteca a cielo aperto), a Gavirate (dove campeggia «L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta» di Hayez). Nelle scelte delle opere da proporre Ravo valuta di volta in volta la correlazione con il territorio. Questo aspetto è evidente nel lavoro del pittore a Somma Lombardo.

Nel settembre 2019 il pittore ha omaggiato i sommesi realizzando la riproduzione de «La Carità», dipinto esposto al Castello Visconti di San Vito e attribuito alla scuola bolognese del Seicento. L’opera, voluta dalla Giunta comunale nell’ambito dei festeggiamenti per il Sessantesimo anniversario dell’elevazione di Somma Lombardo a città, ha trovato collocazione sulla parete dell’ex Albergo Sempione. Ravo, che ha impiegato solo cinque giorni per realizzare «La Carità», ha sottolineato che l’opera non sarebbe nata senza il contributo dei cittadini sommesi, desiderosi di dialogare con lui, di fargli domande durante le fasi di lavorazione. E aggiunge: «La Carità apparteneva già ai sommesi; io l’ho solo portata all’esterno». In questa frase è racchiuso tutto il senso del lavoro di Mattoni: portare l’arte in strada, a disposizione di tutti. Così facendo opere più o meno famose vengono scoperte o riscoperte fuori da musei e pinacoteche. Facciamo un esempio, proprio riferito a Somma Lombardo. Prima di vedere «La Carità» riprodotta sulla facciata dell’ex Albergo Sempione, quanti cittadini (sommesi e non) conoscevano l’opera? Probabilmente pochi perché si tratta di un dipinto non così noto. Inoltre quando pensiamo al Castello Visconti di San Vito inevitabilmente ricordiamo la sala dei piatti da barba, gli affreschi del Seicento, i locali caratteristici come la cucina. Il murale di Ravo fa bene a «La Carità», dato che la fa conoscere ad un pubblico più ampio e la fa riconoscere ai Sommesi. Sì, proprio riconoscere. Gli abitanti di Somma Lombardo riconoscono, riscoprono il proprio patrimonio culturale grazie a Mattoni. E l’arte del resto non dovrebbe proprio fare questo?

Eleonora Manzo

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“Tra un battito d’ali e un ruggito di tigre” https://www.artevarese.com/tra-un-battito-dali-e-un-ruggito-di-tigre/ https://www.artevarese.com/tra-un-battito-dali-e-un-ruggito-di-tigre/#respond Wed, 02 Sep 2020 20:40:36 +0000 https://www.artevarese.com/?p=56962 Busto Arsizio – Tra gigantesche foglie dove coloratissimi pappagalli ricamano con voli vivaci lo scorcio di una giungla immaginaria, ruggisce la tigre di Iacopo Zeroli. E’ il nuovo murales comparso da qualche giorno sulla parete del cavalcavia di via Canale, che offre ai passanti  un tocco di colore e bellezza tra il grigiore di cemento […]

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Busto Arsizio – Tra gigantesche foglie dove coloratissimi pappagalli ricamano con voli vivaci lo scorcio di una giungla immaginaria, ruggisce la tigre di Iacopo Zeroli.
E’ il nuovo murales comparso da qualche giorno sulla parete del cavalcavia di via Canale, che offre ai passanti  un tocco di colore e bellezza tra il grigiore di cemento e asfalto.

L’opera  va ad aggiungersi a una serie di lavori che l’assessore ai Grandi Eventi Paola Magugliani ha sostenuto e promosso sin dall’inizio del mandato con la street art come, si ricordano, i murales al parco degli Alpini, allo stadio Speroni, al parcheggio di via san Michele e nel piazzale Bersaglieri.

Iacopo Zeroli è alla sua prima esperienza. Dice infatti l’artista: “Sono un grafico, ho avvertito l’esigenza di realizzare il murales in seguito a una vicenda personale che mi ha cambiato la vita: il progetto è piaciuto all’Amministrazione e così ho potuto mettermi alla prova con bombolette e rulli” .
La rappresentazione dell’artista intende lanciare un messaggio soprattutto ai giovani che – ha commentato l’assessore Magugliani – come hanno dimostrato i vari episodi estivi, danneggiano gli spazi pubblici e disturbano la cittadinanza per sentirsi vivi, per attirare l’attenzione. Questa tigre così aggressiva, così arrabbiata ci fa capire che si può essere tigri anche senza distruggere, trasformando il ruggito, la rabbia, l’aggressività in bellezza, in armonia di colori e di forme”.
E vien spontaneo pensare, rifacendoci al pensiero di Kahlil Gibran, rielaborando la frase di un suo celebre scritto: “La bellezza grida tra tra un battito d’ali e un ruggito di tigre”.

E.F.

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Cereda, fotografando la Street Art https://www.artevarese.com/cereda-fotografando-la-street-art/ https://www.artevarese.com/cereda-fotografando-la-street-art/#respond Wed, 19 Feb 2020 11:02:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=54616 Nel centro storico del quartiere di Biumo inferiore, nella splendida Sala Nicolini, di proprietà del Comune di Varese, sita in un palazzo che ricorda le case di ringhiera milanesi esplode il colore delle fotografie di Antonio Cereda che fin dagli anni Ottanta osserva la sua Milano con un occhio particolare alle espressioni murali che portano […]

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Nel centro storico del quartiere di Biumo inferiore, nella splendida Sala Nicolini, di proprietà del Comune di Varese, sita in un palazzo che ricorda le case di ringhiera milanesi esplode il colore delle fotografie di Antonio Cereda che fin dagli anni Ottanta osserva la sua Milano con un occhio particolare alle espressioni murali che portano l’arte al di fuori del museo. Partendo da street artist riconosciuti come Blu, Pao, Kilo e Zed, Krio, Nais o Iena Cruz, la mostra si allarga a una visione globale di questo fenomeno grazie anche alla passione per il viaggio dell’artista che ci porta a New York, Lisbona e in Madagascar. Egli stesso si definisce un cacciatore di immagini, un apprendista fotoreporter e un narratore di storie di viaggio.

Il fotografo ci accoglie con grande entusiasmo e vitalità e si racconta: “La mia passione per la fotografia nasce perché tanti anni fa un amico mi portò da un viaggio in Giappone una Nikkormart: un sogno per me. Dopo aver preso dimestichezza con quest’arte, mi sono appassionato ai particolari che potevo cogliere. Quindi è nata la passione per i viaggi e così ho fotografato tutta l’Italia, l’Europa, gli Stati Uniti e l’India. In seguito, con la mia seconda moglie Anna, antropologa, ci siamo rimessi in viaggio cercando di scoprire, le persone, l’altro, il diverso e di capire che cosa potevamo dare noi rispetto a quello che incontravamo creando un empatia con la gente e con l’ambiente. Lo scopo è delle mie fotografie è la ricerca del bello: il bello non viene più apprezzato, si è perso il senso della meraviglia e di incontrare l’altro per conoscerlo e capirlo.

La mostra nasce dall’incontro con Debora e con Luca anche loro interessati ai graffiti: è dal 1985 che, quando non viaggio, cerco e fotografo i graffiti di Milano.
Da ragazzino mi piacevano moltissimo i fumetti ben disegnati e amo il colore. Questi murales in fondo sono fumetti e poi sono arte aperta alla visione di tutti. Al di là della mostra, fotografo anche cartelloni pubblicitari e vetrine dei negozi. Mi piace farlo perché l’immagine che viene restituita è immediata e non ha bisogno di interpretazioni”.

Nel corso della mostra è previsto anche un evento nell’evento: il 21 febbraio dalle 15.30 alle 17.30 si terrà “Parole disegnate, workshop con Marta Della Bella sulle parole e la forza che hanno nel momento in cui le incontri.

Cristina Pesaro

Sala Nicolini-Musei Civici di Varese, via Nicolini 2, Biumo Inferiore – Varese
DATE: Dal 12 al 28 febbraio 2020
EVENTO NELL’EVENTO: 21/2 dalle 15.30 alle 17.30: Parole disegnate, workshop con Marta Della Bella sulle parole e la forza che hanno nel momento in cui le incontri. Solo su prenotazione scrivendo a culturalbrokers@gmail.com, ingresso libero alla mostra e contributo per il workshop di € 15,00 (a persona, sconto famiglie/bambini) www.lagazzaelunicorno.it
ORARI: dal giovedì al sabato ore 14.30-18.30. Ingresso libero
INFO: culturalbrokers@gmail.com o a antonio@alchimiatoni42.com

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SeaCreative a Busto Arsizio per un murales sugli alpini https://www.artevarese.com/seacreative-a-busto-arsizio-per-un-murales-sugli-alpini/ https://www.artevarese.com/seacreative-a-busto-arsizio-per-un-murales-sugli-alpini/#respond Wed, 05 Dec 2018 10:00:42 +0000 https://www.artevarese.com/?p=48351 Busto Arsizio – SeaCreative colpisce ancora nella provincia di Varese e questa volta lo fa in città chiamato dall’assessore Paola Magugliani in compagnia degli alpini.Ma perché proprio un’opera murale dedicata alle penne nere? Già da qualche tempo si parlava di realizzare un murales dedicato agli alpini bustocchi. L’idea era stata messa in cantiere dall’associazione culturale […]

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Busto Arsizio – SeaCreative colpisce ancora nella provincia di Varese e questa volta lo fa in città chiamato dall’assessore Paola Magugliani in compagnia degli alpini.Ma perché proprio un’opera murale dedicata alle penne nere?

Già da qualche tempo si parlava di realizzare un murales dedicato agli alpini bustocchi. L’idea era stata messa in cantiere dall’associazione culturale “Brughiera CàDaMat”, che da qualche tempo si occupa di portare “gioia e colore in città”, come spiega uno dei suoi fondatori, tramite il progetto Altrimuri già noto agli abitanti per aver preso in causa la zona vicino la Piscina Manara. Quando però, qualche giorno fa, un atto vandalico ha colpito il presepe realizzato dalle penne nere cittadine,  l’assessore Magugliani con il corpo alpino e questa associazione culturale ha deciso di accelerare i tempi non solo per dare uno schiaffo morale ai vandali, ma soprattutto per concedere il giusto riconoscimento agli alpini e ringraziarli per il loro lavoro.

“Si tratta di un piccolo gesto nel segno del bello e del senso civico per marcare la distanza tra chi deturpa e chi crea, ma anche un attestato di stima per i nostri alpini che senza nessun clamore si spendono tutto l’anno per portare aiuti e sorrisi a chi è in difficoltà” rivela in proposito l’assessore Magugliani.

L’artista chiamato in causa per la realizzazione dell’opera è Fabrizio Sarti, in arte SeaCreative, ben noto streetartist varesino che ha già lasciato il segno nei comuni limitrofi a Busto, come per esempio alla stazione di Legnano dove ha realizzato un giovane lettore sopra le scale del sottopassaggio.  Sea è stato convocato in città per un sopralluogo veloce ed inizierà a lavorare su parete dai prossimi giorni dando vita ad un’opera che vedrà protagonisti ben tre alpini.

Anche il luogo scelto è significativo, si tratta infatti dei giardinetti di via Mameli, sulla via per la stazione, un luogo di ricordo e memoria dove già sono presenti un monumento e una stele in ricordo delle penne nere cittadine come l’artigliere G. B. Candiani.

“L’artista ha già lavorato in città – spiega Franco Montalto Capogruppo Alpini Busto Arsizio Sezione di Varese – ma in questo contesto mi ha raccotato Sarti,   la realizzazione del murales avrà un carico emotivo maggiore, anche per quello che è accaduto. I tre alpini rappresentati hanno volti inventati ai quali l’artista ha saputo dare l’espressione che da sempre ci contraddistingue come il sorriso e la serenità”.

Valori dell’Alpinità che diventano la forza con cui affrontano tutte le situazioni e superano le offese. Intanto a Busto, in via Mameli, sorriso e serenità ora prendono colore.

Ileana Trovarelli

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Quattro chiacchiere con Vanni Vaps https://www.artevarese.com/quattro-chiacchiere-con-vanni-vaps/ https://www.artevarese.com/quattro-chiacchiere-con-vanni-vaps/#respond Wed, 14 Nov 2018 09:36:54 +0000 https://www.artevarese.com/?p=47884 Varese – Il viaggio attraverso la street art rallenta, ma non si arresta e le quattro chiacchiere scambiate con Vanni Vaps ne sono la dimostrazione. Molto attivo sul web e sui social i suoi lavori sono visibili a chiunque sui suoi profili instagram (@vaps_ink) e behance.net, ma è lo stesso Vanni a raccontare maggiormente la […]

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Varese – Il viaggio attraverso la street art rallenta, ma non si arresta e le quattro chiacchiere scambiate con Vanni Vaps ne sono la dimostrazione.

Molto attivo sul web e sui social i suoi lavori sono visibili a chiunque sui suoi profili instagram (@vaps_ink) e behance.net, ma è lo stesso Vanni a raccontare maggiormente la sua storia e il suo interesse per quel grande e articolato mondo che è l’arte urbana.

“La passione per l’arte c’è sempre stata fin da quando ero bambino” racconta “Sono nato con la matita in mano e da sempre mi interesso di arte, fumetti, cartoni e illustrazione. Mi sono avvicinato alla street art solo nel periodo universitario, grazie ad alcuni amici, e lì ho scoperto un mondo nuovo, pieno di artisti incredibili e tecniche a me sconosciute. All’interno di questa “categoria” ho conosciuto artisti e crew che mi ispirano tuttora come Aryz, Broken Fingaz, Etam Cru, Felipe Pantone, Nemco e molti altri.”

Guardando i lavori di Vanni il rimando al mondo cartoonesco è la prima cosa che salta subito all’occhio e lui stesso quando gli si fa presente che i suoi lavori richiamano un po’ lo stile old school dei tatuaggi afferma: “I tatuaggi mi piacciono molto, ne ho parecchi sulla pelle, ma non sono per me grande fonte di ispirazione. Al contrario lo sono  i fumetti, specialmente i manga, ma anche francesi e americani, l’arte moderna, la pop art e, naturalmente, i graffiti. Non credo ci sia un nome specifico per questo stile, ma penso possa essere incluso nell’arte contemporanea digitale.”

Colori forti e figure simili a quelle di un particolare fumetto introducono al mondo di Vanni, un mondo che descritto con tre parole dallo stesso artista appare così: “Il mio stile di illustrazione è molto moderno, anche per il fatto che prediligo spesso il disegno digitale e amo molto rappresentare animali umanoidi, guerrieri e samurai, luoghi fantastici del presente e del futuro quindi, se dovessi scegliere tre parole, direi appunto: digitale, animalesco e distopico.”

Oltre ad essere molto attivo sui supporti multimediali, il curriculum di Vanni vanta diverse mostre e progetti, lui stesso ne ricorda e ce ne riporta due: “un progetto che mi è piaciuto e mi ha divertito è quello di Explò. Si tratta di una serie di quattro illustrazioni del 2015, durante Expo, in cui i soggetti alimentari esplodevano creando un effetto interessante che riempiva la tavola in modo dinamico. Un altro progetto è quello che ho sviluppato per un’esposizione nel 2017 per cui ho creato dieci tele raffiguranti delle “finte texture” in cui il soggetto veniva ripetuto diverse volte formando quindi un pattern.”

Un’arte urbana, la sua, che incontra quello che potrebbe essere un contesto di urban fantasy che grazie a libri e fumetti, da qualche anno a questa parte, solletica molto interesse dei più giovani. Un’arte d’impatto e mai scontata, con ampi riferimenti e citazioni a quel mondo cartoonesco che non tramonta mai.

Ileana Trovarelli

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The Art of Banksy https://www.artevarese.com/the-art-of-banksy/ https://www.artevarese.com/the-art-of-banksy/#respond Wed, 31 Oct 2018 11:00:49 +0000 https://www.artevarese.com/?p=47461 Milano – Da anni ci si interroga su chi sia realmente Banksy, su che faccia abbia, perché sia diventato uno dei massimi esponenti della street art contemporanea a livello mondiale. Da anni ce lo si chiede, ma ancora non si è trovata risposta e l’unica cosa che è nota ai più è che l’artista è […]

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Milano – Da anni ci si interroga su chi sia realmente Banksy, su che faccia abbia, perché sia diventato uno dei massimi esponenti della street art contemporanea a livello mondiale. Da anni ce lo si chiede, ma ancora non si è trovata risposta e l’unica cosa che è nota ai più è che l’artista è originario di Bristol, il resto non è ancora dato saperlo.

Banksy è da anni al centro delle opinioni mediatiche per il suo essere sovversivo e geniale, le sue opere anticipano o rispondono alle esigenze della comunità mondiale denunciando i massimi sistemi con la più pura forma di espressione: l’arte.

In Italia sono ben due le mostre sulla sua figura a rendergli onore: la prima a Palazzo Medici Riccardi di Firenze e la seconda al Mudec di Milano.

The Art of Banksy, questo il titolo dell’esposizione che aprirà nel capoluogo lombardo il 21 novembre 2018 e sarà visitabile fino al 14 aprile 2019.  Raccoglierà più di settanta lavori  tra dipinti, stampe e sculture che si alterneranno a oggetti, fotografie e video: un viaggio d’introspezione nel mondo dell’artista senza volto ma con un nome. Satira, relazioni umane, messaggi provocatori, denunce, un percorso critico, una risposta murale che, alle volte, coglie di sprovvista e anticipa l’operato dei politicanti e dei media.

Sono molte le mostre  che sono state organizzate sulla figura di Banksy, tutte ospitate da notevoli gallerie d’arte. Il Mudec di Milano ha invece voluto essere la svolta, presentando per la prima volta in un museo pubblico una mostra personale dell’artista anglosassone. Come tutte le grandi esposizioni inerenti a Banksy, anche quella di Milano non è autorizzata dall’artista, ma è curata da Gianni Mercurio e promossa dal comune di Milano-Cultura e dal Gruppo 24Ore.

La mostra racconta e fa leva sulla multiculturalità della streetart, una delle tante caratteristiche di questo mondo urbano che fa da collante tra il passato e il presente di questo genere di arte. Il panorama del graffitismo e dell’urban art è sempre stato ampio e sui muri si dava, e si dà tuttora, espressione del proprio essere e delle proprie origini. Gli stili diversi non erano solo simbolo di una propria forma d’arte, ma anche appartenenza ad un determinato tipo di cultura o quartiere e ciò emerge soprattutto sui muri delle grandi città americane, come New York o San Francisco, e di quelli dei sobborghi londinesi, dove probabilmente è cresciuto Banksy.

L’amalgama di culture, l’incontro cosmopolita di artisti e tradizioni,l’apprendimento gli uni dagli altri, lo scambio di idee, questo e molto altro il Mudec vuole sottolineare con la mostra The Art of Banksy, lasciando che sia il colore dei messaggi murali a parlare e a toccare gli animi dei visitatori, lasciando la parola alle metafore racchiuse nelle opere di uno dei più notevoli artisti degli ultimi anni.

Ileana Trovarelli

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